Il conto alla rovescia è cominciato. La data di scadenza sulle offerte legate al futuro dello stabilimento Alcoa di Portovesme si avvicina e, «in assenza di comunicazioni ufficiali», i sindacati, che a Cagliari hanno sottoscritto un accordo per salvare 84 lavoratori senza ammortizzatori sociali, rilanciano la mobilitazione. Per il 14 luglio, infatti, è fissata la scadenza dell’offerta presentata da Sider Alloys, azienda svizzera che si occupa della commercializzazione di prodotti metallurgici e siderurgici con filiali in Asia, nord e sud America e Africa per acquisire lo smetler del Sulcis.
Una fabbrica che, sino all’ottobre del 2012, produceva 155 mila tonnellate di alluminio primario, con un fatturato di 580 milioni di euro, assicurando un impiego a un migliaio di addetti tra dipendenti diretti e appalti. «Purtroppo siamo in una condizione in cui ancora non ci sono risposte ufficiali sullo stato della vertenza – spiega Rino Barca, segretario regionale della Fsm Cisl –. Perciò in questi giorni ci sarà la convocazione di un coordinamento sindacale per decidere quali azioni intraprendere. Il 14 luglio, con la risposta del Ministero, dovrà essere fatta chiarezza sul futuro della fabbrica e sull’offerta che è stata presentata da Sider Alloys. A oggi dell’interessamento degli altri, compresa l’azienda legata all’automotive, non si hanno più notizie».
L’azienda svizzera, attraverso il responsabile dei rapporti istituzionali Gaetano Libia, conferma l’interesse per la fabbrica sarda. «Il nostro gruppo è sempre interessato e ha anche un piano. In questo momento però non ci sono ancora risposte sull’offerta né chiarimenti sulla questione energetica». Il piano presentato dal gruppo svizzero prevede un investimento di circa 135 milioni e un inserimento delle maestranze all’interno degli impianti in maniera graduale.
Quanto ai tempi: in otto mesi dall’autorizzazione a entrare nel sito di Portovesme Sider Alloys ipotizza il riavvio della produzione al 25-30% con l’assunzione di 40 persone. Numero che, come assicurano al gruppo svizzero, «potrebbe crescere» nell’arco di 18-24. A impianti in marcia e con una produzione di 155mila tonnellate il numero degli occupati ipotizzati è di 400.
«La nostra speranza è che le risposte che si chiedono vengano date in tempi rapidi – conclude Libia – perché si è davanti a un imprenditore interessato ma il tempo passa e non ci sono atti ufficiali». I sindacati avviano le procedure per la mobilitazione con la convocazione del coordinamento sindacale propedeutico all’incontro al Mise che, come spiega Roberto Forresu della Fiom, «dovrebbe avvenire la prossima settimana» e intanto si registra un passaggio positivo per 83 lavoratori della filiera alluminio rimasti fuori dal sistema degli ammortizzatori sociali.
«Con la Regione è stato siglato l’accordo – spiega Forresu – che consente l’inserimento con contratti a tempo determinato di sei mesi prorogabili negli Enti locali o nelle aziende o coop che lavorano per le istituzioni». Per l’esponente sindacale si tratta di “un passaggio fondamentale ma non risolutivo. L’attenzione è tutta per ilm14 luglio».
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