Economia

Aerospazio: schiarita sull’indotto Leonardo in Puglia

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Aerospazio: schiarita sull’indotto Leonardo in Puglia

Prima schiarita per l’indotto che ruota attorno allo stabilimento Leonardo (Finmeccanica) di Grottaglie, dove si costruiscono due sezioni della fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787 (630 quelle sinora consegnate al committente americano). È stata disinnescata la vertenza più spinosa, quella di Tecnomessapia, azienda che aveva licenziato 177 lavoratori a fine giugno dopo che Leonardo, nell’ultimo anno, ha internalizzato progressivamente le attività prima affidate all’esterno. I licenziamenti verranno ritirati e il personale andrà in cassa integrazione per 12 mesi.

La svolta si è avuta con l’intervento del Mise dove la vertenza è approdata nelle ultime settimane dopo un passaggio in Regione Puglia al quale hanno partecipato rappresentanti di Leonardo. «Il Governo – dichiara il vice ministro Teresa Bellanova –, dopo essere stato coinvolto nella vicenda solo all’ultimo momento, si è fatto carico della situazione impegnandosi ad attivare un percorso finalizzato a mettere in sicurezza lavoro e lavoratori e consentire all’impresa una fase di ristrutturazione e riposizionamento aziendale. In questo modo determinando le condizioni per convertire la procedura di licenziamento in cassa integrazione straordinaria per crisi».
Per la Fim Cisl, col «deciso intervento del Mise, Leonardo ha effettuato un’apertura verso Tecnomessapia garantendo una commessa, come specificato dal viceministro, per poche decine di unità e con un’unica clausola: che l’azienda si doti di una sede propria, cosa che al momento non ha. L’azienda ha accettato. Considerata la ripresa dell’attività, le parti sottoscriveranno un accordo di cigs per tutti i lavoratori».

Per il sindacato, si mettono «momentaneamente in sicurezza» 177 lavoratori e si consente «di allungare di un anno la possibilità di trovare ulteriori soluzioni anche per tutti gli altri lavoratori dell’indotto i cui numeri si aggirano intorno alle mille unità». E il Mise, in un question time alla Camera proprio sul sito di Grottaglie di Leonardo a fronte di un’interrogazione di deputati del Pd che partiva proprio dal caso Tecnomessapia, ha chiarito «che non sussiste alcuna ipotesi di trasferimento in altri siti delle attività relative al B787». Tuttavia non si torna all’esternalizzazione delle attività relative alle due sezioni di fusoliera, cosa che Leonardo ha già escluso nel confronto con la Regione Puglia, poichè «il piano di produzione per il sito di Grottaglie prevede l’implementazione progressiva di un processo di insourcing delle attività core relative ai processi produttivi primari in passato affidate all’esterno. Il piano di insourcing, avviato nel corso del 2016, sta proseguendo nel 2017 ed è sostenuto – spiega il Mise – da un assessment delle società fornitrici funzionale a verificare l’adeguatezza del livello tecnologico rispetto ai processi industriali ed alle attività assegnate. In tale contesto si inserisce, nell’ultimo bimestre del 2016, la stabilizzazione di 126 lavoratori somministrati proprio presso il sito di Grottaglie».

Il Mise ha anche chiarito che ci sono altre misure a sostegno dell’aerospazio che possono usare le imprese che, come Tecnomessapia, dovranno riconvertirsi: l’accordo di programma con Ge Avio che prevede investimenti stimati in 50 milioni di euro presso i siti in Puglia in attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale; 50 milioni di euro di innovazione di processi produttivi sostenuti attraverso un programma di sviluppo regionale integralmente finanziato su fondi regionali; il nuovo bando per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo nel settore dell’aerospazio, on line dal 23 maggio. In quest’ultimo caso l’agevolazione consiste in un finanziamento a tasso zero concesso nella misura massima del 75% delle spese ammissibili. Tale percentuale è dell’80 per i progetti presentati in forma aggregata.

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