Economia

Dossier A Milano tre milioni di turisti in sei mesi

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    Dossier | N. 13 articoliIl turismo ai raggi x

    A Milano tre milioni di turisti in sei mesi

    I timori di chi paventava un “effetto bolla” legato a Expo 2015 sono ormai completamente dissipati. A due anni di distanza dal grande evento che ha aumentato sensibilmente la notorietà internazionale di Milano come meta turistica non solo business, i numeri su arrivi e presenze in città continuano a macinare percentuali di crescita importanti.

    Al +11,5% di arrivi registrato nel 2015 (per quasi 5,3 milioni di turisti) è seguito nel 2016 un più modesto +2%, che ha comunque confermato l'efficacia del modello turistico intrapreso, basato soprattutto sulla valorizzazione dell'immagine «leisure» e «lifestyle» di Milano, che si presenta oggi al mondo come una metropoli internazionale ricca di cultura, arte e storia, ma anche di eventi legati alle eccellenze tipiche del made in Italy, dal design alla moda, al food.

    LA GRADUATORIA DELLE CITTÀ PER TASSO DI OCCUPAZIONE DELLE CAMERE
    Camere occupate negli alberghi: quote percentuali e variazione % tendenziale – Gennaio-giugno 2017 su 2016. (Fonte: Camera di commercio di Milano)

    È così che si spiegano i risultati del primo semestre di quest'anno, con oltre 3 milioni di arrivi e un incremento complessivo del 13,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Dopo il picco di gennaio (+19,1% rispetto allo stesso mese dell'anno prima), particolarmente incoraggiante è stato l'aumento di aprile (+13,8%), perché riguarda un mese tradizionalmente caratterizzato da flussi turistici intensi, legati soprattutto alle fiere

    Il modello delle «Week»

    È la dimostrazione, commenta l'assessore al Turismo del Comune di Milano, Roberta Guaineri, che il modello delle “week” funziona: un modello ispirato al Salone del Mobile e al Fuorisalone, che vede la città mobilitarsi per offrire, accanto all'evento fieristico, un ricco cartellone di iniziative coordinate nel centro di Milano. Da MiArt alla Bit, dal Salone del Mobile a Tempo di Libri, fino a Tuttofood e RadioCity, la scorsa primavera ha visto un susseguirsi di appuntamenti quasi senza soluzione di continuità tra fine marzo e inizio maggio.

    «Il turismo a Milano sta cambiando, ma alla base c'è comunque una identità business che dobbiamo tenere presente – osserva l'assessore -. La nostra priorità è far sì che le persone che vengono in città per lavoro decidano di fermarsi qualche notte in più per scoprirne anche gli altri aspetti. Che ci sono. Non dobbiamo inventarci nulla: dobbiamo solo farli conoscere, sperando che poi queste persone tornino a Milano come visitatori, magari portando con sé anche la famiglia». Ecco perché risulta strategico il modello delle «week», da associare soprattutto a eventi di tipo business.

    Con una promozione che, dal prossimo settembre, sarà diretta soprattutto all'estero. Oltre il 60% degli arrivi nel 2016 (5,6 milioni in tutto) è giunto da oltreconfine: ora l'obiettivo è incrementare sia tale quota (dal momento che i visitatori stranieri mediamente spendono di più), sia la durata media del soggiorno, portandola da 1,5 a due notti.

    «Oltre al modello delle week, stiamo lavorando per la promozione della città legata agli eventi sportivi che ospiterà – spiega ancora Guaineri -, visto il successo registrato lo scorso anno in occasione della finale di Champions League». Il prossimo novembre a Milano si terranno i Master di tennis under 21 Atp, mentre nel 2018 ci saranno il campionato nazionale di scherma e quelli internazionali di pattinaggio di figura e hockey sul ghiaccio.

    La ricettività

    L'aumento di arrivi ed eventi non ha trovato impreparata la città che, anche dal punto di vista ricettivo, ha saputo organizzarsi, adeguando la propria offerta sui diversi segmenti, con l'arrivo o l'ampliamento di grandi catene internazionali del lusso, ma anche con l'apertura di design e boutique hotel quattro stelle o di ostelli moderni e funzionali per i giovani. Contestualmente, cresce anche l'offerta extra-alberghiera, che nel 2016 ha registrato un aumento dell'89%. Oggi il numero di posti letto in hotel (circa 50mila, per oltre 400 strutture e 30mila camere) si equivale a quello dei posti in appartamento (circa 16mila unità abitative in tutta la città).

    «La qualità media degli alberghi in città è aumentata di pari passo con la crescita del turismo – commenta il presidente di Apam (l'Associazione albergatori di Milano), Maurizio Naro -. Fino a una decina di anni fa si contavano due o tre grandi brand internazionali, mentre oggi sono pochi quelli non presenti». Nonostante la concorrenza crescente dei cosiddetti affitti brevi («Chiediamo solo più regole, ma non siamo contrari per principio a fenomeni come Airbnb», commenta Naro), gli albergatori milanesi sono soddisfatti. Secondo i dati della Camera di Commercio di Milano, nel primo semestre dell'anno l'occupazione delle camere è aumentata dal 64,9% al 70,6%, una quota superiore a quella registrata in città come Roma o Venezia, e al pari di metropoli estere come Vienna. «L'effervescenza della città si sente – dice Naro -. Certo, si può ancora lavorare su alcuni fronti, possibilmente in sinergia tra tutti gli stackeholders. Ad esempio, si potrebbe utilizzare una parte della tassa di soggiorno, che lo scorso anno ha portato un gettito di 37 milioni di euro, per la promozione turistica, soprattutto all'estero. E poi bisognerebbe pensare a una carta turistica unica, come ne esistono all'estero, che comprenda tutti i musei».

    L'indotto

    Anche il fronte dei commercianti si gode il momento di successo della città: «Il numero di pubblici esercizi in città è aumentato negli ultimi anni - spiega il presidente di Epam, l'associazione di categoria, Lino Stoppani – e l'Expo ha impresso una forte accelerazione». Tra i 2008 e il 2016, ad esempio, il numero di ristoranti è salito del 46,8% e quello delle pasticcerie/gelaterie del 23,2% (fonte Fipe-SiCamera). Ma a beneficiarne sono tutti i settori commerciali, precisa Stoppani La sfida è distribuire su tutti i mesi questa effervescenza, compresi quelli tradizionalmente “difficili” per Milano (come quelli estivi), e in tutta la città, con progetti che interesseranno anche le periferie.

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