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    Dossier | N. 13 articoliIl turismo ai raggi x

    Spiagge, città d’arte e casali: estate d’oro per la Toscana

    Sulle spiagge della Versilia e della Maremma gli operatori sorridono (nonostante le incertezze normative legate alle concessioni demaniali marittime). Nelle città d’arte, Firenze in testa, si brinda a un’annata d’oro. In campagna è caccia aperta agli ultimi casali da prendere in affitto per le vacanze. Sull’Appennino e alle terme serpeggia un po’ di malumore, come ormai da anni.

    Nel complesso sarà un’altra estate brillante per il turismo toscano, reduce da cinque anni di crescita e spinto – oltre che dalle mete “fuorigioco” per rischi terrorismo e dalla percezione della Toscana come territorio sicuro – dall’appeal della regione, da sempre uno dei grandi brand del turismo internazionale; e da un’offerta in evoluzione, che si sta allargando alle “esperienze”, ai nuovi itinerari, alle mète meno frequentate, ai prodotti turistici tematici come la Via Francigena.

    PROVINCE
    Distribuzione delle presenze totali. Dati 2015 in percentuale

    I mesi estivi, secondo la stima del Centro studi turistici di Firenze (Cst), porteranno un aumento di presenze sul territorio regionale del 2%, con le località balneari a fare da traino (+2,5%), le città d’arte (+1,9%) e la campagna (+1,5%) in crescita, la montagna e le terme che segnano presenze stabili o in lieve risalita. Migliori le previsioni dell’agenzia regionale Toscana Promozione turistica, che arrivano a +6% spinte dagli italiani.

    I risultati attesi fanno ipotecare un altro anno record per il turismo toscano, con un aumento stimato sul 2-3% che abbraccerà, oltre ai pernottamenti, anche la spesa turistica (circa 8 miliardi di euro), e un peso sul Pil ormai all’8 per cento. Si punta, dunque, a superare i risultati del 2016, chiuso con 13 milioni di arrivi e più di 45 milioni di presenze ufficiali, per il 54% straniere. In realtà, i pernottamenti sono molti di più (85-90 milioni), perché dal conteggio restano fuori le seconde case e le case-vacanza (la Toscana è al top in questo campo), che – anche nel caso di comunicazione delle presenze all’autorità di pubblica sicurezza e di pagamento della tassa di soggiorno - non sono, per adesso, rilevati dalle statistiche.

    Quest’anno i mercati più dinamici, secondo gli operatori, sono quelli di lingua tedesca, quello scandinavo, i Paesi dell’Est Europa (polacchi, ungheresi, cechi) e la Russia, in ripresa dopo due anni difficili. Stabili olandesi e francesi. Sugli americani non c’è l’atteso boom.

    «I russi sono tornati in grande stile – conferma Paolo Corchia, presidente di Federalberghi Toscana – e speriamo che il fenomeno si stabilizzi. Ma sono in crescita anche le presenze arabe e sono importanti quelle di libanesi, americani e francesi. E poi c’è il continuo recupero del mercato interno, anche se l’attenzione ai prezzi resta elevata».

    La tendenza che sta emergendo è il turismo-pendolare, con flussi sempre più importanti che si muovono giornalmente verso la Toscana da Bologna, Venezia o Roma, favoriti dai treni veloci che hanno cambiato le modalità di spostamento.

    «Le potenzialità della regione sono ancora alte – spiega Alessandro Tortelli, direttore scientifico di Cts –, tanto che abbiamo stimato una crescita almeno fino al 2020. Ma c’è l’esigenza di lavorare su mète nuove, borghi, parchi naturali, nuove esperienze; di pensare a una Toscana che non sia solo città d’arte e mare per redistribuire il valore su tutto il territorio, reindirizzando i flussi nel tempo e nello spazio».

    È il terreno su cui è all’opera la Regione, attraverso l’agenzia Toscana Promozione turistica. «Quest’anno abbiamo puntato, in particolare, sul turismo-avventura e sui borghi – spiega Alberto Peruzzini, direttore dell’agenzia regionale –, prodotti che già esistevano ma che erano sparsi sul territorio: ora li abbiamo messi in rete per dare un’offerta più chiara e sistematica». Per promuovere le forme di turismo a contatto con la natura, dal rafting alla mountain bike, dal parapendio allo scuba diving, la Toscana è entrata, prima destinazione in Italia, a far parte della più importante organizzazione di settore, l’americana Adventure travel trade association. Sui borghi, invece, ha giocato la carta del primato: «Se guardiamo alla classificazione ministeriale abbiamo 124 borghi, che già oggi attirano il 10-12% del movimento turistico e che possono crescere ancora».

    E infatti la crescita più forte – in una regione dominata dai flussi verso mare e città d’arte – potrebbe arrivare proprio dalle nuove forme di viaggio e dalle nuove motivazioni di chi magari già conosce le mète tradizionali. «Le colline interne della Toscana – spiega Enrico Conti, ricercatore dell’Irpet, l’istituto regionale di programmazione economica – sono il prodotto turistico con i maggiori margini di crescita potenziale, grazie ad ambiente ben conservato, bellezza del paesaggio, qualità del patrimonio artistico, eccellenza gastronomica e ricettività “esperienziale”: tutti elementi distintivi e irriproducibili capaci di attrarre un turismo di motivazione».

    Un’attrazione che la Toscana continua a esercitare anche sugli investimenti nell’ospitalità, promossi soprattutto da gruppi esteri: dall’olandese The Student Hotel, che entro il 2019 investirà quasi 100 milioni di euro per realizzare due alberghi (più di mille camere) nel centro di Firenze; alla famiglia argentina Lowenstein, che ha messo sul piatto più di 300 milioni di euro per trasformare in resort di lusso l’ex Scuola di sanità militare di Firenze, a pochi passi da Ponte Vecchio, e la maxi tenuta medicea di Cafaggiolo, nel Mugello; fino ad Analjit Singh, ex chairman di Vodafone India, che trasformerà in hotel di lusso l’ex collegio fiorentino “Alle Querce”. Il colosso tedesco Tui ha appena investito 23,5 milioni per creare il suo primo cinque stelle (120 camere) nella tenuta di Castelfalfi, nel comune di Montaione (Firenze).

    Nel periodo 2010-2015, sottolinea il Rapporto sul turismo 2017 Unicredit-Touring club italiano, l’offerta ricettiva della Toscana ha registrato una crescita complessiva di letti pari al 6,8%, contro la media nazionale del 3,8 per cento.

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