Il Piemonte “turistico” continua a crescere, l’anno scorso ha sfiorato i 5 milioni di arrivi e superato i 14 milioni di presenze, ma Torino città ha frenato mentre la montagna estiva ha segnato un 10% di presenze, con le strutture alberghiere al 95% ad agosto nelle valli olimpiche e al 70 in provinci di Cuneo. In Valle d’Aosta i buoni numeri della stagione invernale – chiusa con un aumento del 5,81% per gli arrivi e del 3,6% per le presenze rispetto alla stagione 2015/2016, che aveva già distanziato la precedente, con una crescita a due cifre soprattutto nelle strutture extra-alberghiere – fanno da driver al turismo estivo in quota, con gli operatori della rete alberghiera che registrano un trend positivo sia sul mese di giugno che a luglio, con aprile e il periodo pasquale che ha segnato un boom di arrivi grazie alla Pasqua e alla presenza di neve.
Il peso della cultura
E se Aosta sta crescendo come destinazione soprattutto del turismo culturale, con una buona performance ad esempio dell’area archeologica e degli ingressi al Forte di Bard, Torino segna il passo dopo anni di buoni risultati. «A partire dal 2006 in poi – sottolinea Alessandro Comoletti, presidente di Federalberghi Torino e Piemonte – la città è cresciuta a ritmo del 7-8% all’anno, in questi mesi invece abbiamo registrato una inversione di tendenza che preoccupa molto. Dalla primavera dell’anno scorso a quest’anno in particolare il calo è stato dell’1% in città, con un calo dei ricavi medi per camera e un andamento negativo delle presenze negli ultimi tre mesi, dal -1,8% di aprile al -2,8 di maggio al calo tra il 3 e il 4% a giugno». Questo almeno il trend nel settore alberghiero. Sono mancati eventi e attrazioni culturali all’altezza delle scorse stagioni, accusa Federalberghi, dal Torino Jazz festival alle grandi mostre, «serve un rinnovato impegno nei prossimi mesi per fermare il declino» aggiunge Comoletti.
I nuovi progetti
I progetti per il turismo in Piemonte non mancano, a iniziare dal centro congressi nell’area Westinghouse, passando per l’assegnazione della vecchia stazione di Porta Susa e del futuro Ostello nella caserma dei vigili del fuoco nell’area Nord della città. Senza dimenticare il potenziale delle regge Sabaude, riunite in un Consorzio unico da poche settimane, sotto la guida della Reggia di Venaria. La Regione poi è stata tra le prime a siglare un accordo con Airbnb non soltanto per attivare una collaborazione sullo scambio di dati – nell’ultimo anno sono stati 223mila gli arrivi attraverso la piattaforma di sharing economy, 129mila nella sola città di Torino – ma anche, come sottolineato dall’assessore al Turismo Antonella Parigi, «per valorizzare le destinazioni piemontesi, sviluppare studi sull’impatto economico dell’homesharing che ci consentano di avere un’immagine più completa del turismo in Piemonte, nonché per studiare interventi condivisi di revisione delle procedure burocratiche».
I Laghi e l’enogastronomia
La destinazione laghi sta vivendo una seconda giovinezza, complice la crescita del turismo estivo in Italia per la difficoltà di molte mete estere. Ma negli ultimi dieci anni è la collina del Piemonte, dunque Langhe, Roero e Monferrato, a cavallo tra Cuneo e Alessandria, che si è conquistata una riconoscibilità forte, grazie all’enogastronomia, ai festival musicali e a una offerta di accoglienza ricercata e di qualità: quasi 800mila arrivi, in crescita sia gli stranieri che gli italiani. L’ultima edizione di Collisioni, a Barolo, in abbinamento al Progetto Vino e il Progetto Food – con 90 esperti mondiali provenienti da 15 Paesi nel mondo – dimostra quanto sia vincente il connubio tra le terre del vino, la cultura e la musica.
Tutti pazzi per le due ruote
L’estate valdostana è caratterizzata dal consolidamento e dalla crescente specializzazione del turismo su due ruote, con arrivi soprattutto da Svizzera, Francia e Germania. Si tratta di un fenomeno di nicchia ma con una forte accentuazione della presenza di clientela nella fascia di mercato più alta, con mezzi di valore a seguito e una rete di servizi che si sta fortemente specializzando. «Il nuovo progetto di funivia che colleghi Pila al parco del Gran Paradiso e poi ad Aosta rappresenta una grande novità – spiega il presidente degli albergatori Filippo Gerard – e va nella direzione di sostenere investimenti non solo nello sci ma nello sviluppo del turismo legato a natura e cultura». Dopo il progetto di SkyWay, che sta contribuendo a destagionalizzare la stagione valdostana grazie ai viaggi incentive e al turismo business nella stagione primaverile, i nuovi progetti di rilancio del turismo valdostano passano attraverso la realizzazioni di collegamenti tra i comprensori.
Il primo, quello a più alto impatto sia ambientale che di polemiche sulla sostenibilità, è il collegamento tra Cervino e Monte Rosa. Il secondo progetto invece si presenta come un investimento «non solo per la neve» e con una veste di maggiore sosteninilità. Si tratta della funivia che potrebbe in futuro collegare Pila – stazione sciistica di prossimità rispetto alla città di Aosta – e Cogne, dunque il parco del Gran Paradiso. Settanta chilometri di piste, l’una, contro gli otto dell’altra. «Le potenzialità sono molto interessanti – sottolinea Davide Vuillermoz a capo di Pila Spa – si tratta di un investimento che favorirebbe lo sviluppo del turismo nell natura, proprio per la valorizzazione del Parco naturale del Gran Paradiso e per gli effetti benefici che porterebbe in quota, favorendo gli arrivi settimanali, e non soltanto nel week end, durante la stagione invernale». Un progetto importante, in due parti: la realizzazione di una telecabina al posto delle due seggiovie esistenti, da Pila fino al Couis 1 (stima 28 milioni di euro), accanto alla costruzione di un impianto tecnologicamente più sofistivato, da Cogne a Pila, per un costo stimato in circa 50 milioni.
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