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Export dei distretti: la meccanica italiana supera quella tedesca

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Export dei distretti: la meccanica italiana supera quella tedesca

Marka
Marka

Arriva dalla meccanica il traino per i distretti italiani nel secondo trimestre del 2017. Il monitor di Intesa Sanpaolo sull’export distrettuale evidenzia una crescita media a prezzi correnti del 4,3%, il che porta a nuovi massimi sia il valore assoluto delle vendite (25,2 miliardi) che il saldo commerciale (16,8 miliardi), con quest’ultimo indicatore a valere il 70% dell’industria manifatturiera totale. In aumento ben 94 delle 147 aree censite, con le performance medie più robuste nell’area della filiera metalmeccanica, dove il progresso del 5,6% è superiore a quanto realizzato nello stesso periodo dalle omologhe realtà in Germania.

Alle buone performance internazionali - sottolinea il rapporto - per queste specializzazioni si aggiunge poi una spinta aggiuntiva in arrivo dalla domanda interna, grazie agli effetti dei bonus previsti per le tecnologie 4.0. Incentivi che in prima battuta hanno un impatto diretto rilevante sui costruttori di macchinari ma che in realtà producono effetti allargati per un vasto indotto di fornitura meccanica, tra accessori, componenti e lavorazioni. A brillare, nella parta alta della classifica per crescita, sono infatti aree chiave della meccanica nazionale, come i metalli di Brescia, la metalmeccanica di Lecco e del basso mantovano, la meccanica strumentale di Vicenza: tra i primi dieci distretti per aumento del valore delle esportazioni, cinque sono dell’area meccanica.

«Il tema di Industria 4.0 - spiega il responsabile Industry&Banking dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo Fabrizio Guelpa - è centrale in Italia ma non solo, con crescenti investimenti all’estero guidati proprio dalla digitalizzazione. È un trend che dovrebbe proseguire, rappresentando per questi distretti un driver di crescita rilevante».

Star di periodo è tuttavia l’oro, con il distretto di Valenza a spiccare un balzo rilevante, aggiungendo nel trimestre 220 milioni di export ai 440 realizzati nel periodo corrispondente del 2016. Scatto del 50% determinato quasi interamente dalle vendite aggiuntive in Francia (+176 milioni), riconducibili all’avvio della produzione nello stabilimento Bulgari, parte del gruppo Lvmh, sito da 14mila metri quadri che rappresenta il maggior polo di lavorazione di gioielli in Europa. «Il che - spiega Guelpa - dimostra che anche brand italiani acquistati da investitori esteri, quando entrano in un grande gruppo, possono svilupparsi e crescere, con effetti positivi per l’Italia sia nella produzione che nel lavoro». Complessivamente, nell’arco del secondo trimestre le aree monitorate da Intesa Sanpaolo incrementano le vendite estere di oltre un miliardo di euro rispetto al corrispondente periodo del 2016, risorse aggiuntive legate soprattutto ai distretti del Nord Ovest (+551 milioni) e del Nord-Est (+262 milioni). «In termini di tasso di crescita - aggiunge Guelpa - vediamo però una discreta omogeneità tra territori, indice di una ripresa diffusa e corale. E proprio per questo più solida rispetto al passato recente, quando i progressi erano legati quasi esclusivamente all’auto».

Contrazioni delle vendite sono visibili solo in una manciata di regioni mentre in termini di crescita percentuale è proprio il Piemonte (grazie a Valenza) a realizzare la performance migliore, con un progresso del 15,3 %, analoga a quella dell’intero primo semestre. Se in termini di valori assoluti è la Francia ad ottenere i risultati più eclatanti, con un incremento trimestrale di 285 milioni, nella parte alta della classifica vi sono però soprattutto mercati extra-Ue. Come Cina (qui le vendite distrettuali sono arrivate al nuovo massimo storico), Stati Uniti e Russia, mercato quest’ultimo che dopo essersi a lungo inabissato ha avviato un rimbalzo significativo e consistente nel tempo. Tanto da spingere alcuni distretti (occhialeria di Belluno, Elettrodomestici dell’Inox Valley), al nuovo record assoluto verso Mosca. Se per le aree “tradizionali” i dati sono moderatamente positivi, per i 22 poli tecnologici italiani mappati da Intesa Sanpaolo, il trimestre è stato decisamente brillante, con vendite estere cresciute del 13,9% grazie in particolare a farmaceutica e biomedicale.

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