In attesa delle prime valutazioni della Commissione Ue sulle città candidate per ospitare la nuova sede dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) a seguito della Brexit, i funzionari della stessa Authority hanno intanto già risposto ad un questionario per indicare il loro gradimento e le loro aspirazioni. Si tratta di un documento riservato, di cui il Consiglio europeo potrebbe tenere conto quando prenderà la decisione definitiva a novembre, e che comunque rivela quale sia la percezione dei luoghi da parte degli esperti del settore.
Le candidate come noto sono in tutto 19, e verranno votate dal Consiglio europeo (con i rappresentanti dei 27 paesi). Milano per i dipendenti dell’Ema rientrerebbe tra i primi quattro posti graditi, piazzandosi all’interno di quel gruppo di capitali che ottengono più del 65% delle scelte.
Al primo posto troviamo Amsterdam con l’81% dei gradimenti; al secondo Barcellona con il 76%; al terzo Vienna, con il 73%; al quarto Milano, con il 69 percento. Subito dopo si trova la capitale danese, Copenaghen, con il 65%, poi la città sede dell’Unione, Bruxelles, con il 60% e Dublino con il 55 percento. I circa 900 dipendenti dell’Agenzia del farmaco hanno risposto così alla domanda su dove vorrebbero trasferirsi, dovendo a breve lasciare Londra.
In fondo alla classifica troviamo invece Bratislava, con il 14% dei gradimenti; Più, comunque, di Varsavia, con il 10%; di Bucarest con l’8% e di Sofia, che chiude questa “classifica di intenti”, con il 6 percento.
È chiaro che questi numeri non risolvono la questione. Il voto che assegnerà la nuova sede all’Ema ha a che vedere con considerazioni politiche – come le alleanze fra paesi al momento del voto (soprattutto al secondo turno, considerando che al primo è facilmente ipotizzabile che ogni Stato voterà per la sua città) o la necessità di riequilibrare il peso dell’Est con l’Ovest – e anche con la valutazione della presenza di altre agenzie, e in questo senso Milano sarebbe più avvantaggiata di Barcellona, visto che la Spagna ne ha già sei.
Ci sono poi considerazioni di opportunità: Vienna potrebbe non essere sostenuta così fortemente dalla Germania, contrariamente alle attese, essendo il governo Merkel impegnato a spingere il trasferimento in terra tedesca dell’Autorità europea delle Banche (Eba).
Infine, le questioni pratiche, di grande importanza: il Consiglio europeo potrebbe tenere conto della presenza di una sede già pronta, fatto, questo, che favorirebbe Milano e Barcellona. Insomma, la decisione sarà un mix di “tecnica” e di geopolitica. Ma intanto i funzionari dell’Ema hanno dato le loro indicazioni.
Al sondaggio ha partecipato il 92% dello staff dell’Agenzia, che per il 65% ha dichiarato che il gradimento del trasferimento dipende soprattutto dalla nuova città, più che da altri fattori.
Da ricordare che le istituzioni di Milano e il governo italiano, che hanno presentato la città pochi giorni fa a Bruxelles, hanno valorizzato nel dossier di candidatura l’esistenza di una sede già pronta (il Grattacielo Pirelli), la presenza di scuole internazionali per le famiglie dei funzionari, i buoni collegamenti di aerei e treni, la qualità della vita e gli alti standard di sicurezza e della sanità.
La Commissione Ue oggi farà delle valutazioni alla luce dei parametri indicati dal Consiglio europeo e darà una prima valutazione; poi il Consiglio di nuovo passerà alla fase di voto vero e proprio. A novembre si saprà il nome della città vincitrice.
Ieri il portavoce dell’esecutivo comunitario, Alexander Winterstein, sottolineando la neutralità della Commissione, ha spiegato che «non sono previste short list né classifiche e oggi dovrebbe essere pubblicata una valutazione in base ai criteri individuati». Secondo indiscrezioni, tuttavia, dalle valutazioni attese per oggi, si potrebbe evincere un orientamento che vede queste come le città “preferite”: Amsterdam, Vienna, Milano e Copenhagen. Non ci sarebbe Barcellona, forse anche a causa delle tensioni per le spinte autonomiste.
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