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Dal bonus mobili acquisti per 4,5 miliardi in tre anni e mezzo

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Dal bonus mobili acquisti per 4,5 miliardi in tre anni e mezzo

(Agf)
(Agf)

Circa 4,5 miliardi di euro di spesa per l’acquisto di arredi in tre anni e mezzo e un “appeal” che non sembra ancora essersi esaurito. Le proiezioni di FederlegnoArredo sull’effetto del bonus mobili nel 2016, elaborate a partire dalle dichiarazioni dei redditi 2017 dei Caf (circa 7 milioni di cartelle), confermano l’efficacia di questo strumento, utilizzato finora da 860mila persone. Le stime («prudenziali») parlano, per il 2016, di quasi 280mila nuovi beneficiari dell’incentivo introdotto nel 2013 e confermato negli anni successivi, che consente di detrarre, in dieci anni, il 50% della spesa per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, legato alle ristrutturazioni nella propria abitazione, fino a un massimo di 10mila euro.

Le proiezioni sul 2016
Un numero elevato e tanto più significativo perché segna un aumento del 45% rispetto alle richieste di sgravio del 2015, per un un totale di 1,4 miliardi euro complessivi destinati all’acquisto di mobili nel 2016, ovvero il 19% in più dell’anno prima, complice anche il contributo del bonus per le giovani coppie (slegato dalle ristrutturazioni e con un plafond innalzato a 16mila euro), introdotto proprio lo scorso anno.

Il beneficio – altro dato da tenere a mente – non si è limitato alla filiera industriale del legno-arredo o ai cittadini che hanno goduto della detrazione, ma ha interessato anche le casse dello Stato, visto che tale spesa si è tradotta in un gettito d’Iva di 252 milioni di euro.

IL MERCATO INTERNO
Produzione interna e import di arredamento nel 2016, per settore (in milioni di euro. Fonte: Rapporto Fla 2016)

Per questo FederlegnoArredo chiede al governo di confermare questo incentivo anche per il 2018, nella legge di Bilancio in corso di definizione, e per gli anni successivi. Si tratta, spiegano dall’associazione delle imprese, di una misura di politica fiscale a sostegno delle famiglie che, in questi tre anni e mezzo, ha contribuito in modo determinante al superamento della crisi per il comparto: 79mila aziende della filiera del legno-arredo, che con 41 miliardi di fatturato rappresentano il 5% del fatturato manifatturiero legato alle “quattro A” del made in Italy (arredo, alimentare, automotive e arredamento); a cui si aggiungono le 15.500 imprese della distribuzione e i loro 48mila addetti. In tre anni e mezzo si stima che il bonus abbia salvaguardato 10mila posti di lavoro, facendo risparmiare circa 40 milioni di euro sulla cassa integrazione.

La ripresa del mercato interno
Inoltre, è merito soprattutto del bonus mobili se – oltre ai mercati esteri, che soli hanno sostenuto le aziende italiane durante la crisi – nel 2015 anche le vendite in Italia sono ripartite, dopo sette anni di cali ininterrotti. Proprio nel 2016 la ripresa del mercato interno ha registrato un consolidamento importante, con una crescita del 3,1%. E per l’anno in corso, le previsioni del Centro studi Fla (basate su un’indagine tra le aziende associate) segnano per l’arredo un indice di crescita sul mercato domestico dell’1,9% in valore. Insomma, la ripresa c’è, ma necessita ancora di un sostegno, è l’appello di FederlegnoArredo al governo: tanto più che, per la stragrande maggioranza delle aziende del comparto (circa l’80%), l’Italia rimane a tutt’oggi il principale mercato.ad

Il bonus per le giovani coppie
C’è poi la partita decisiva del bonus per i giovani: introdotto nel 2016, questo strumento non è stato prorogato per il 2017: troppo breve il periodo di applicazione, dicono da Fla, perché questo strumento potesse dimostrare in pieno la propria efficacia. Ma comunque una leva importante per il settore, se si considera che in Italia le coppie under 35 sono circa 2,3 milioni e assorbono il 15% dei consumi privati per l’arredamento. Per questo la federazione ne chiede la reintroduzione nella prossima legge di Bilancio. Secondo le stime sulle dichiarazioni dei redditi infatti, in circa sei mesi di reale applicazione l’incentivo per ha mosso acquisti per 187 milioni di euro, con una spesa media di 7.200 euro da parte di quasi 26mila contribuenti.

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