I consoli a Milano spingono perché l’Ema venga trasferita da Londra al capoluogo lombardo, dopo la Brexit. Ieri durante l’incontro con il Corpo consolare alla Camera di commercio hanno partecipato circa 45 consoli provenienti da tutto il mondo, quindi non solo europei. Nonostante non abbiano in molti casi un’influenza diretta sul voto del Consiglio Ue Affari Generali del 20 novembre, può essere un’occasione di lobby politica, per far valere la forza del dossier della metropoli meneghina.
Al centro del dibattito la sfida della candidatura, alla presenza di Walid Haidar, decano del Corpo consolare di Milano e della Lombardia, di Carlo Sangalli, presidente Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, Diana Bracco, consigliere della Camera di commercio e rappresentante nella Cabina di Regia per l’Ema.
«L’Ema può portare a Milano 900 collaboratori, 56mila presenze, 60mila voli all’anno e, dunque, un importante impatto economico ma, soprattutto, significa accrescere il ruolo, il prestigio internazionale della nostra città e del nostro Paese», così Sangalli.
Per Bracco l’agenzia europea del farmaco sarebbe in grado di prolungare l’esperienza positiva di Expo, con la sua «linfa che continua nel tempo». Bonomi si augura che «il governo lavori al meglio, siamo al suo fianco ed è una partita che vinceremo o perderemo tutti insieme».
Sono stati ricordati di principali dati di crescita di Milano, che giustificano il trasferimento da Londra dell’agenzia del farmaco.
Alti i tassi di crescita dell’export commerciale (38,5 miliardi su 417 nazionali), + 3,9% rispetto al +0,8% della Lombardia e al + 1,2% dell’Italia. Milano è anche snodo per le multinazionali, con circa 5mila imprese che vanno all’estero con loro partecipazioni, il 16% del totale italiano, con 256 mila addetti e 60 miliardi di fatturato. Ha anche 3.600 imprese sul territorio tra multinazionali e aziende a partecipazione estera, il 33% del totale nazionale, con 279 mila addetti e 168 miliardi di fatturato.
Tra gli indicatori dell’attrattività internazionale, c’è la capacità della città di intercettare dall’estero flussi di persone, siano essi turisti, studenti, manager o imprenditori, con 7,7 milioni di arrivi turistici, a cui corrispondono giorni di presenza ancora più elevati e una spesa turistica nel 2016 di 5 miliardi di euro.
Un trend che trova conferma nel peso del sistema aeroportuale, con 40 milioni di passeggeri, che pesa il 24% dei 165 milioni nazionali. Ancora maggiore il trasporto aereo delle merci, col 65% del flusso di merci nazionale che passa da Milano (682 mila tonnellate su un milione).
Ci sono anche 13mila studenti stranieri nelle università milanesi, con oltre 690 tra professori e ricercatori stranieri. Per quanto riguarda il business fieristico il 42% degli espositori è straniero (oltre 5mila su 13mila) e lo è il 18% dei visitatori (184mila su un milione). Sulle imprese del territorio, quelle straniere pesano il 15,3% (45mila su 296mila), un dato in crescita rispetto al 14,6% dell’anno precedente.
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