Buona la direzione intrapresa dal governo con l’annunciato stop della fatturazione a 28 giorni, ma bisogna andare oltre: restituire agli utenti le somme finora percepite con questa modalità. Oppure modificare addirittura l’articolo 70 del Codice delle comunicazioni, mettendo fuori legge la pratica. Alzano la posta le associazioni dei consumatori, dopo le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda sulla misura «pro futuro» da inserire in Manovra contro le bollette da quattro settimane tipiche del comparto Tlc.
Netta la posizione di Codacons: il Mise «deve correre ai ripari e con urgenza. Il danno subito dagli utenti a causa delle illegittime bollette a 28 giorni è enorme, pari a 1,19 miliardi nel 2016 solo per la telefonia fissa e gli abbonamenti sim»,
spiega il presidente Carlo Rienzi.
La richiesta di rimborso
«Ma vietare la pratica di fatturazione a 28 giorni, peraltro già dichiarata fuorilegge dall’Agcom, non basta: qualsiasi provvedimento legislativo del Governo in tal senso dovrà necessariamente tenere conto dei rimborsi spettanti agli utenti. Questo perché se è illegale emettere bollette ogni 28 giorni, sono nulli tutti gli effetti che derivano da tale pratica, compresi i maggiori ricavi incassati dalle compagnie telefoniche dal 2015 a oggi che dovranno interamente essere restituiti ai consumatori», conclude Rienzi. Intanto, fa sapere l’associazione dei consumatori, tutti gli utenti danneggiati possono avviare la richiesta di risarcimento scaricando il modulo sul sito del Codacons. Che nei giorni scorsi ha avviato azioni clamorose, presentando in 104 procure d’Italia esposti per presunta truffa e appropriazione indebita contro i gestori delle telecomunicazioni. Senza restituzione, il Codacons si dichiara pronto alla class action.
Modificare il Codice delle comunicazioni
Accoglie favorevolmente l’annuncio del ministro Calenda Adiconsum. Il presidente Carlo De Masi chiede a questo punto precise modifiche legislative: «Siamo sempre stati contrari - dichiara - alla fatturazione a 28 giorni. Non ci piacciono le decisioni unilaterali da parte delle aziende a danno dei consumatori».
La scorsa settimana, sottolinea il presidente di Adiconsum, «abbiamo scritto al presidente del Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato e allo stesso ministro dello Sviluppo economico chiedendo un intervento legislativo a modifica dell’articolo 70 del Codice delle comunicazioni che metta fuori legge, senza se e senza ma, le bollette a 28 giorni. Finora c’è stata troppa discrezionalità: serve una legge che riporti l’ordine sul mercato a garanzia degli utenti oppure - conclude De Masi - si potrebbe assistere alla proliferazione del fenomeno, anche in altri settori».
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