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Intesa Sanpaolo, accordo sulla maxi staffetta generazionale

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CON I SINDACATI

Intesa Sanpaolo, accordo sulla maxi staffetta generazionale

(Fotogramma)
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In Intesa Sanpaolo è in arrivo una nuova maxistaffetta generazionale che si basa su oltre 3.500 uscite volontarie e 1.500 assunzioni di giovani a tempo indeterminato, di cui una parte sarà con il contratto misto. Stanotte la banca e i sindacati hanno raggiunto l'accordo sui nuovi esodi che vanno ad aggiungersi ai 4mila che erano stati negoziati dalla banca e dai sindacati all'inizio dell'autunno, dopo l'acquisizione delle ex banche venete. Mille uscite, lo ricordiamo, erano avvenute nel perimetro delle ex Veneto Banca e Popolare di Vicenza e 3mila in quello di Intesa Sanpaolo.

Le uscite volontarie complessive saranno pertanto 9mila di cui 1.500 provenienti da Intesa Sanpaolo che han già maturato i requisiti pensionistici, mille dalle ex banche venete e 3mila da Intesa dopo l'acquisizione di quest'estate e ulteriori 3.500 provenienti da Intesa nell'ambito del Fondo di solidarietà concordate stanotte. I risparmi nelle spese del personale a regime, quindi dal 2021, saranno di 675 milioni di euro annui.

All'apertura del Fondo di solidarietà per 3mila persone in Intesa Sanpaolo sono arrivate oltre 6.500 domande di accesso, quindi ben 3.500 in più rispetto al numero negoziato nell'accordo. È forse la prima volta che l'ampliamento del fondo di solidarietà di una banca avviene per via di una sollecitazione, molto forte, dal basso di cui il sindacato si è fatto portatore. «Abbiamo raggiunto un accordo di importanza rilevante - commenta il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina - in maniera pienamente condivisa con tutte le organizzazioni sindacali».

Non si tratta quindi di uscite concordate a seguito di piani di esuberi. La centralità delle persone è sempre stata sottolineata dai manager di Intesa Sanpaolo che in più occasioni hanno affermato che la banca potrà essere lasciata solo dalle persone che scelgono di lasciare e che le persone sono strategiche. L'ultimo piano di esuberi del gruppo risale al 2013 e successivamente si è scelta la strada della riqualificazione delle persone. Anche per questo, oggi, la platea di coloro che potrebbero accedere ai prepensionamenti è davvero molto vasta: secondo una stima sindacale fatta al momento del primo accordo di uscita nell'ambito dell'integrazione delle ex Venete erano circa 8.500 i lavoratori con i requisiti per il prepensionamento.

Dopo l'arrivo delle domande di uscita da parte dei lavoratori, Ca' de Sass e i sindacati hanno avviato la discussione di un piano di riorganizzazione che ha ampliato la platea di coloro che potranno uscire dalla banca, grazie a uno scivolo lungo cinque anni verso la pensione. Le uscite avverranno tutte su base volontaria - del resto le domande sono già arrivate -, attraverso il Fondo esuberi, l'ammortizzatore sociale di categoria, e riguarderanno i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici entro il 2023. Sono state previste due ulteriori finestre d'uscita oltre a quelle già fissate dal precedente accordo.

Le nuove 3.500 uscite concordate sono previste entro il 2020, ma a queste il sindacato ha però chiesto di agganciare nuove assunzioni stabili, in linea con una tradizione del credito dove, come ha confermato l'ultimo rapporto Abi, il 99% dei lavoratori ha il posto fisso. Le nuove assunzioni saranno 1.500 e nelle selezioni verrà prestata particolare attenzione ai nuovi mestieri, al Sud Italia, alle aree geografiche svantaggiate e alle categorie protette. Ma soprattutto alle nuove formule contrattuali: una parte dei nuovi contratti dovrebbero infatti essere misti, in parte da promotore finanziario e in parte da dipendente, attraverso un percorso di formazione ad hoc. Con l'eventuale possibilità per il lavoratore di richiedere di convertire il contratto da misto a full time. “Questo accordo scongiura le uscite obbligatorie e garantisce nuova occupazione stabile, con un occhio di riguardo per i precari e per quelle aree del Paese dove più elevato è il tasso di disoccupazione. Le nuove assunzioni sono state oggetto di una dura trattativa con le organizzazioni sindacali, che fino all'ultimo hanno preteso e ottenuto che le uscite, imposte dalla Bce, fossero volontarie e venissero compensate da nuovi ingressi di giovani in banca”, dice Roberto Aschiero, coordinatore per Intesa Sanpaolo della Fabi.

La maxistaffetta generazionale avviene a un paio di mesi dalla presentazione del nuovo piano di impresa, atteso per febbraio del prossimo anno, e, guardando in prospettiva, rappresenta un tassello importante nell'ambito del cantiere dell'efficienza il cui obiettivo è l'ulteriore miglioramento del cost-income che già oggi vede la banca ai primi posti in Europa. «Quello raggiunto oggi - conclude Messina - è un passo molto importante in vista del piano industriale che verrà presentato agli inizi del nuovo anno».

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