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Distretti della meccanica più veloci della Germania

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Distretti della meccanica più veloci della Germania

(Fotogramma)
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Brescia e Lecco. Ma anche Bergamo e Verona, o ancora Valsesia, Lumezzane, Padova. Sono le principali aree della meccanica a trainare l’export distrettuale, portando per l’insieme dei territori manifatturieri un progresso del 4,5% nel terzo trimestre dell’anno. Vendite oltreconfine che confermano il progresso dei mesi precedenti, producendo nelle rilevazioni di Intesa Sanpaolo una crescita del 4,9% da gennaio. Un rialzo che nelle indicazioni del monitor dei distretti riguarda ben 90 aree tra le 145 monitorate, con una crescita corale che riguarda alcune delle filiere chiave del made in Italy: metallurgia, prodotti in metallo e meccanica.

Le vendite oltreconfine dell’intera area metalmeccanica lievitano dell’8,6%, battendo ancora una volta gli omologhi concorrenti tedeschi, per i quali il progresso dell’export si ferma al 6%. Una specializzazione meccanica - si dettaglia nel report - che oltre a vivere un momento particolarmente favorevole oltreconfine si confronta con una domanda interna «finalmente in ripresa», grazie in particolare a condizioni finanziarie e di politica industriale «eccezionalmente positive».

Lo scatto degli investimenti in macchinari, arrivati a nuovi record (Sole 24 Ore del 27-12) provoca infatti effetti collaterali positivi per un ampio indotto di componentistica e lavorazioni meccaniche, in grado a sua volta di attivare investimenti, nuove assunzioni, dunque domanda interna.

«Che finalmente pare allinearsi a quella estera - spiega il responsabile Industry & Banking dell’Ufficio studi di Intesa Sanpaolo Fabrizio Guelpa - creando condizioni favorevoli per quei distretti e quelle imprese che puntano ancora molto sull’Italia. I dati in arrivo dall’economia segnalano il termine del processo di “selezione” tra le imprese, con fallimenti in deciso calo e il pericolo-contagio in netta riduzione: chi è rimasto in piedi resistendo alla crisi oggi è più solido e competitivo rispetto al passato».

Una forza che può scaricarsi a terra contando su una domanda estera particolarmente robusta, in particolare dai Brics, area che mediamente sta sviluppando con crescite a doppia cifra i propri acquisti di made in Italy nel 2017.

Di particolare impatto è il trend della Cina, che per i distretti genera nel terzo trimestre un balzo del 25%, in termini assoluti poco meno di 200 milioni di euro aggiuntivi (tenendo conto anche di Hong Kong) rispetto allo stesso periodo 2016.

Crescita di cui traggono beneficio più distretti, dal legno-arredo della Brianza al marmo di Carrara (per entrambi nuovi record di vendi nel paese), e poi meccanica di Lecco e packaging di Bologna, concia di Arzignano e occhialeria di Belluno.

I SETTORI
Dati in milioni di euro e var. % tendenziale del III trimestre 2017 (fonte:IntesaSanapoalo - Direzione Studi e Ricerche)

Un quadro analogo si verifica per la Russia, dove la caduta verticale degli acquisti è stata interrotta da un rimbalzo deciso, tradotto per i distretti italiani in un progresso del 17,4% nel trimestre.

Inversione di rotta quanto mai benefica per alcuni distretti che avevano puntato “forte” su Mosca, come le calzature di Fermo, dove lo scatto 2017 vale quasi il 32%, 20 milioni di euro in più.

«Fino a qualche mese - aggiunge Guelpa - una grande incertezza sui mercati riguardava la possibile frenata del commercio internazionale, eventualità che non si è concretizzata. Ciò che è accaduto va esattamente nella direzione opposta, con un progresso allineato o anche superiore rispetto alla crescita del prodotto interno lordo mondiale. L’Italia sta approfittando di questo trend e infatti non stiamo perdendo quote di mercato».

In termini geografici, grazie allo scatto di Alessandria (si veda altro articolo in pagina), è il Piemonte a presentare i risultati migliori in termini relativi, con una crescita dell’export distrettuale che sfiora il 15%. Mentre in valore assoluto i progressi più sensibili (+355 milioni nel trimestre) è per la Lombardia, grazie in particolare alla filiera meccanico-metallurgica di Lecco, Brescia e Bergamo.

Ampiamente positive restano anche le previsioni per il 2018, dove si prevedono per i distretti nuovi record assoluti di export. La ripartenza dei consumi italiani e la ripresa degli investimenti - spiegano gli analisti - consentiranno inoltre alle imprese distrettuali più orientate al mercato interno di tornare su un sentiero di crescita: per la prima volta dopo la crisi del 2009, i territori distrettuali saranno caratterizzati da un contesto di crescita diffusa e le distanze tra soggetti più dinamici e attori più lenti potranno ridursi.

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