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Il design sfiora i 27 miliardi e lancia il suo Manifesto, aspettando il…

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verso il salone del mobile

Il design sfiora i 27 miliardi e lancia il suo Manifesto, aspettando il Salone 2018

Un «Manifesto» che, per la prima volta, mette nero su bianco quanto avviane già da tempo ma che, d’ora in avanti, costituirà una guida generale (in nove punti) per il Salone del Mobile di Milano, in programma quest’anno dal 17 al 22 aprile, con oltre 2mila espositori da, di cui un terzo esteri.

«Un nuovo punto di partenza», spiega il presidente del Salone, Claudio Luti, che mette al centro la necessità di lavorare tutti insieme per dare sempre più qualità alla manifestazione e per rafforzare la leadership internazionale di Milano nel design. «È qui che tutto è partito tutto», fa notare Luti: senza Milano – con la sua industria , la sua creatività, le sue scuole – il Salone stesso non potrebbe esistere. E la città, a sua volta, non sarebbe la stessa senza questa fiera e la miriade di eventi Fuorisalone che si svolgono durante la settimana del design.

Lo ha ricordato anche il sindaco Giuseppe Sala, durante la presentazione della 57esima edizione, che vedrà al centro le biennali dedicate a Cucina e Bagno. «Con i suoi 300mila e più visitatori, il Salone è ormai un tassello fondamentale anche per l’economia di Milano – ha detto Sala – e ormai è uno strumento di visibilità e business non soltanto per il design, ma per molti altri settori del made in Italy». Il Salone, ha aggiunto il sindaco, «rappresenta quello che è e mi auguro continui a essere a Milano: un luogo dove ognuno può fare la sua parte e dove nessuno pensa di farlo senza gli altri».

«Fare sistema è la parola magica», osserva Luti, nonché un altro dei cardini del Manifesto. «Dobbiamo impegnarci tutti insieme, noi imprenditori con le istituzioni – per moltiplicare la forza centripeta e attrattiva del Salone e consolidare la città nel suo ruolo di “place to be” irrinunciabile per gli operatori internazionali: designer, architetti, grandi brand».

A questo proposito, Sala ha sottolineato l’importanza del rapporto pubblico-privato, che in Milano ha spesso trovato un modello d’azione e che deve servire a colmare le mancanze esistenti. Ad esempio, la realizzazione di un museo o comunque un luogo che raccolga gli oggetti e i documenti che testimoniano l’importanza e l’unicità del design italiano. Un progetto di cui si parla da anni, ma rimasto finora sulla carta. Ora i tempi sembrano essere maturi, grazie alla volontà condivisa degli attori coinvolti: oltre a Comune e Regione, anche Adi (Associazione per il disegno industriale italiano), Salone del Mobile e FederlegnoArredo, l’associazione che rappresenta le aziende del comparto. «Credo che la Triennale debba prendere la leadership di questo progetto con più decisione – ha detto il sindaco –. È una grande opportunità per Milano».

Perché il design è cultura, è creatività, è turismo ma è anche, o forse soprattutto, industria e lavoro. Non a caso, «Imprese» è un’altra delle parole chiave che compongono il Manifesto del Salone, quella su cui mette l’accento il presidente di FederlegnoArredo (Fla), Emanuele Orsini: «L’anima stessa del Salone sono le imprese, che ogni anno investono per fare innovazione e sviluppo»: 29mila aziende dell’arredo che danno lavoro a 131mila persone e che nel 2017 hanno visto consolidare la ripresa avviata nel 2015, come testimoniano i dati preconsuntivi diffusi ieri da Fla. La produzione è cresciuta complessivamente dell’1,5%, raggiungendo i 26,8 miliardi di euro, 14 dei quali realizzati all’estero. La sorpresa, per il secondo anno, arriva dal mercato interno, dove i consumi sono cresciuti del 2%, grazie soprattutto al traino del bonus mobili che, sottolinea Orsini, a quattro anni dalla sua introduzione mantiene ancora la sua efficacia. «Al nuovo governo chiederemo di confermare questo strumento, che si è rivelato un vero e proprio incentivo all’economia reale», dice il presidente Fla, che aggiunge: «Ci aspettavamo qualcosa di più dalle esportazioni, che sono comunque aumentate dell’1,7%». Federlegno e il Salone sono già al lavoro con l’Ice per avviare nuove iniziative, in particolare sul mercato russo, che è in ripresa, e su quello cinese, dove il Salone ha già le edizioni di Shanghai e Mosca (quest’ultima in particolare sarà rafforzata), ma anche sugli Stati Uniti, che continuano a crescere con decisione.

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