Un dj al timone dell’associazione confindustriale delle Pmi della musica. Sergio Cerruti, romano di 43 anni, capo dell’etichetta indipendente Just Entertainment, nel curriculum collaborazioni con pesi massimi del calibro di Dimitri Vegas & Like Mike, Coolio e Snoop Dogg, è il nuovo presidente di Afi, la storica Associazione dei fonografici italiani che riunisce le piccole e medie imprese produttrici di contenuti audio, video ed editoriali e ripartisce loro i diritti connessi spettanti per legge. Ad affiancarlo, in qualità di vicepresidenti, Gianni Di Sario e suor Livia Sabatti.
«Per me è un grande onore poter ricoprire questa carica», commenta Cerruti. «Nei suoi 70 anni di vita, quest’associazione ha sempre dimostrato il massimo impegno nell’incremento del mercato della musica italiana indipendente e nel garantire un’adeguata protezione contro ogni forma di violazione in tema di diritti. Un impegno, questo, che non voglio solo mantenere, ma anche rinnovare grazie all’introduzione di nuove idee e iniziative sia in ambito nazionale che internazionale».
Obiettivo: quota di mercato del 15%
L’Afi conta 140 aziende associate, tra le quali label storiche come Universo, Hitmania, Edizioni Paoline, Bixio Cemsa, Rai Com e Splash. Nel novero degli artisti tutelati figurano Al Bano, Gigi D’Alessio, Fiorella Mannoia e i Pooh. «Al momento - sottolinea Cerruti - la nostra associazione rappresenta il 7% del mercato dei diritti connessi, ma in cima al programma che ha portato alla mia elezione c’è il raggiungimento di una quota del 15% entro il 2020». Il tutto tramite nuove iscrizioni e acquisizioni. L’agenda di Cerruti spinge poi molto sul tema dei servizi riservati agli associati, in primis attraverso la creazione della società Afi Servizi che avrà innanzitutto il compito di gestire l’attività di collecting di secondo livello, «puntando in questo modo - spiega il presidente - a razionalizzazione e ottimizzazione». Con un occhio oltre confine: «Promuoveremo - spiega Cerruti - nuovi accordi diretti all’estero per l’incasso dei diritti connessi e cercheremo di valorizzare al massimo i nostri cataloghi sui mercati internazionali».
Le pmi e le nuove sfide della musica
È un momento molto delicato per la musica, sia a livello nazionale che globale. «In Italia - ricorda il producer - dopo 40 anni di quasi totale silenzio del legislatore sui temi che ci sono cari, sono arrivate due leggi che hanno a che fare con il settore». All’orizzonte ci sono le innumerevoli incognite legate a quello che sarà il nuovo governo: «A prescindere da chi prenderà le redini dell’esecutivo, sarà comunque importante non voltare le spalle rispetto al cammino di rinnovamento che abbiamo intrapreso». Sul tema del diritto d’autore, per Cerruti, «la Siae ha un ruolo centrale che deve conservare ed è giusto che prosegua il percorso di modernizzazione degli ultimi anni». Poi c’è il capitolo delle dinamiche internazionali di mercato, «la rivoluzione in corso che vede il settore rimettersi a camminare grazie allo streaming». Cerruti non ha visione pregiudiziale verso i nuovi mezzi di diffusione della musica: «Spotify e YouTube oggi hanno un ruolo fondamentale. Ma chi produce musica diffusa in streaming deve guadagnare di più». È il tema del value gap «rispetto al quale - conclude il presidente di Afi - non hanno molto senso le battaglie di retroguardia. Le sfide della modernità vanno aggredite».
© Riproduzione riservata