l contratto degli oltre 300mila bancari Abi scade il 31 dicembre di quest’anno. Le regole individuano nel 30 giugno, sei mesi prima della scadenza, una data clou. O si danno le previste comunicazioni, ossia la disdetta, i sindacati presentano la piattaforma e si avviano i negoziati per il rinnovo del contratto, o, in assenza, vi è il tacito rinnovo contrattuale per un triennio. Le banche «nella prospettiva di contribuire ad un contesto favorevole per l’approfondito confronto utile ad un positivo rinnovo, attraverso la saldatura tra l’applicazione dei contratti in scadenza e l’applicazione dei relativi rinnovi», hanno manifestato la disponibilità «a prorogare fino a 12 mesi la vigenza di tutte le normative la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2018 dai citati contratti collettivi nazionali, restando in ogni caso ferma e impregiudicata l’autonomia negoziale delle parti nel concordare contenuti e decorrenze della nuova contrattazione collettiva nazionale di lavoro».
La richiesta delle banche di prorogare di 12 mesi la vigenza del contratto ha generato nel sindacato una corsa in ordine sparso, con alcune sigle contrarie come la Fabi di Lando Maria Sileoni e la Fisac di Agostino Megale, pur con sfumature diverse, e altre più possibiliste, come la Uilca. La corsa, però, si è conclusa ieri con il ritorno del fronte sindacale all’unitarietà. Un comunicato unitario spiega infatti che Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno deciso di rispondere unitariamente, chiedendo «la posticipazione di 6 mesi della scadenza dei termini entro i quali effettuare le disdette dei contratti stessi».
In altre parole le sigle dicono no al tacito rinnovo contrattuale per un triennio, no alla proroga di un anno, ma propongono, mantenendo la scadenza del contratto, di posticipare le cosiddette previste comunicazioni, ossia la disdetta, alla fine di quest’anno. I segretari generali Lando Maria Sileoni (Fabi), Giulio Romani (First Cisl), Agostino Megale (Fisac Cgil), Massimo Masi (Uilca) ed Emilio Contrasto (Unisin) in altre parole hanno ritenuto di «accogliere in questo modo l’apertura offerta dall’Abi ad avviare il negoziato senza correre il rischio che possa essere viziato, sin dall’inizio, da momenti di tensione e frattura. La proroga dal 30 giugno al 31 dicembre dei termini per esercitare le disdette consentirà infatti di giungere, entro il prossimo autunno, alla presentazione di una piattaforma negoziale facendo salve le decorrenze e le scadenze contrattualmente oggi previste», scrivono.
Il fronte sindacale, che si è diviso per lo spazio di qualche giorno, si è ricompattato, ieri, davanti alla prospettiva di dover affontare un percorso di forte cambiamento strutturale del sistema bancario, determinato soprattutto dal tema degli Npl e dalla digitalizzazione, un fenomeno a cui il settore è particolarmente esposto e che sta coinvolgendo e coinvolgerà sempre più l’organizzazione del lavoro. La digitalizzazione, come spiega Abi nella sua missiva, è ormai «parte integrante delle strategie di servizio», orienta «l’individuazione di nuove professionalità, l’acquisizione di nuove competenze e l’attenzione a nuove attività che favoriscano lo sviluppo sostenibile e l’occupazione». Di tutto questo si occuperà, con i sindacati, la delegazione del Comitato affari sindacali e del lavoro di cui l’assemblea del 10 luglio indicherà il nuovo presidente.
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