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Metalli, rubinetti e valvole: i distretti italiani continuano a correre

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Metalli, rubinetti e valvole: i distretti italiani continuano a correre

MILANO - «Più di così non possiamo fare, lavoriamo sei giorni su sette per tre turni e ancora non basta: sono i mesi più belli degli ultimi 20 anni». Anche se forse non ovunque e non per tutti con questa forza l’esperienza di Enrico Frigerio sul territorio non è affatto isolata. Alle maxi-commesse di dischi freno ricevute dalle Fonderie di Torbole si aggiungono infatti ordini copiosi per molte filiere locali. E tra metalli, rubinetti e valvole è proprio la meccanica bresciana a trainare verso l’alto la performance dei distretti italiani, il cui export è in crescita quasi ininterrotta (solo due trimestri fanno eccezione) da ben otto anni.

Il monitor realizzato da Intesa Sanpaolo registra in valore assoluto il miglior primo trimestre di sempre, a quota 26,4 miliardi, un progresso del 2,4% che si traduce in 624 milioni aggiuntivi. Decisivo come detto l’apporto di Brescia, con la filiera dei metalli a scattare in alto di quasi 20 punti, sfiorando il miliardo di export. In corsa (al terzo posto)anche rubinetti e valvole di Lumezzane, vicine nel trimestre ai 900 milioni di vendite oltreconfine (+9,1%). «Anche noi cresciamo e assumiamo - racconta il numero uno di Rubinetterie Bresciane Aldo Bonomi - e i nostri ricavi sono al massimo storico. Il mercato sta tirando, in generale sono ottimista. L’unico timore riguarda gli Stati Uniti: i dazi sarebbero un bel problema».

EVOLUZIONE DELL'EXPORT DEI DISTRETTI
Variazione % tendenziale (Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat)

In un contesto globale comunque già in frenata (tra gennaio e maggio l’export totale extra-Ue dell’Italia cresce di appena lo 0,6%) l’ipotesi di una guerra commerciale tra Europa e Usa non è per nulla gradita, tenendo conto che si tratta per l’Italia del primo mercato di sbocco extra-Ue.

NUMERO DI DISTRETTI CHE HANNO REGISTRATO UNA CRESCITA O UN CALO DELL'EXPORT
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

«Il protezionismo - spiega il responsabile Industry di Intesa SanPaolo Fabrizio Guelpa - colpirebbe relazioni con un mercato che per noi conta molto e dove peraltro esistono già barriere rilevanti, ad esempio per la moda o le piastrelle. Gli studi e l’esperienza dimostrano poi che in genere in questi casi perdono tutti, con effetti negativi sul Pil per chi impone o subisce dazi. E per un grande paese esportatore come l’Italia sarebbe un problema rilevante». In attesa di verificare la portata dell’escalation i distretti comunque tengono botta, spingendo le proprie vendite soprattutto in Europa, con gli aumenti maggiori delle vendite in valore assoluto realizzati in Svizzera, Germania, Francia e Paesi Bassi.

EVOLUZIONE DELL’EXPORT PER SETTORE A CONFRONTO
Variazione %. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Su base settoriale è la meccanica l’area più tonica, presente in classifica sia nei prodotti a monte (i macchinari), che nella produzione di componentistica. Qui però non è solo l’export a correre ma anche il mercato interno, rilanciato dal piano Impresa 4.0. Investimenti digitali benefici per la competitività del sistema. E che tuttavia mettono certamente alla prova un modello di sviluppo basato sulla prossimità.

EXPORT DEI DISTRETTI VERSO MERCATI NUOVI E MATURI A CONFRONTO
Variazione % tendenziale. Fonte: elab. Intesa Sanpaolo su dati Istat

«Se tutto viaggia su un file - aggiunge Guelpa - è chiaro che la filiera corta diventa irrilevante. E tuttavia per poter innovare modelli di business e processi è anche importante capire cosa fanno gli altri, confrontarsi, toccare con mano i processi 4.0. E in questo caso la prossimità fisica è un aiuto. E qui i distretti potrebbero in effetti avere un vantaggio».

I 30 DISTRETTI CON LA CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI PIÙ ELEVATA (IN VALORE) NEL 1° TRIMESTRE DEL 2018
(Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat)

Intanto il trend globale riconferma il rallentamento visto nei primi mesi dell’anno e anche i dati di maggio sull’export extra-Ue non fanno eccezione. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente l’Istat registra un calo del 2,7%, con frenate diffuse a molti mercati. Gli Usa resistono (-0,6%) ma gli altri principali “motori” del 2017, Cina e Russia, innestano con decisione la retromarcia: Pechino arretra del 5,6%, Mosca di quasi 11 punti. E in entrambi i casi i risultati sono in rosso anche dall’inizio dell’anno.

LE ESPORTAZIONI DISTRETTUALI NELLE REGIONI ITALIANE NEL 1° TRIMESTRE DEL 2018
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

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