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Ict, meccanica, chimica e farmaceutica: il poker di industrie che…

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ricerca Liuc-ubi banca su filiere produttive in lombardia

Ict, meccanica, chimica e farmaceutica: il poker di industrie che ha battuto la crisi

Ict, meccanica, chimica e farmaceutica. È il poker industriale calato dal sistema produttivo lombardo, le carte vincenti. Sono queste, infatti, le filiere produttive che, nell’ordine, presentano l’indice di competitività composito più elevato e, soprattutto, hanno migliorato la performance rispetto al periodo pre-crisi.

A dirlo è l’ultima ricerca della Liuc Business School “Filiere e territori: competitività e performance dei sistemi produttivi lombardi”. Anche il settore dei trasporti mettono a segno una buona performance e anche metallurgia e gomma-plastica sono su buoni livelli di perfomance e praticamente hanno recuperato sul 2008.

Gli analisti della Liuc Business School, che hanno realizzato lo studio con il supporto di Ubi Banca, evidenziano anche come la mappa della competitività lombarda si concentri principalmente lungo la fascia pedemontana che va da Varese a Brescia proseguendo fino all’area di Mantova.

Per il settore dell’Ict l’incremento rispetto all’anno della grande crisi è del 7,5%, la chimica ha messo a segno, invece, una crescita del 2,4% sui dati del 2008, la meccanica del 2,4% e la farmaceutica dell’1,9 per cento. Insomma, secondo quanto riporta la ricerca, «il sistema produttivo ha dimostrato un'ottima capacità di adattamento e riconversione a seguito dello shock portato dalla crisi economica». I fattori che hanno permesso alle imprese di questi comparti in grado di eccellere sono stati in particolare «gli investimenti che hanno generato produttività, fattore chiave per resistere alla concorrenza sui mercati globali».

La ricerca sulle filiere produttive lombarde mette in fila una serie di indicatori che danno vita poi alla classifica generale di cui s’è detto. Il rapporto tra valore aggiunto e fatturato vede svettare Ict, trasporti, meccanica e metallurgia. «In termini di crescita rispetto al dato 2008 – si legge nello studio – le top performer sono le filiere dell'auto (+14.7%), del farmaceutico (+8.3%) e della gomma/plastica (+3.5%). Maglia nera per il sistema casa, che subisce l'effetto della crisi e vede contrarsi di quasi un quinto (-19.9%) la propria capacità di creare valore».

Scorrendo i dati, l’Information communication technology «nel periodo di crisi ha rafforzato la sua leadership, mostrando un aumento della produttività (+10,6%) che ne spiega il gap in competitività mostrato rispetto agli altri settori». In crescita tutti gli altri ecosistemi produttivi avanzati (chimica +7,3%, gomma plastica +7,4%, farmaceutico +3,6% e meccanica +3%), mentre faticano tessile (-6%), metallurgia (-5,9%) e trasporti (-4%).

Altro fattore che può contribuire a spiegare l’evidenza portata alla luce dalla misurazione della capacità di creare valore è la propensione all’investimento, che gli analisti della Liuc Business School individuano nella proporzione tra investimenti e fatturato: «Tutti i settori mostrano una marcata crescita rispetto al 2008, segno che il clima di fiducia è migliorato e i segnali di ripresa, seppur flebili ed incerti, spingono le imprese a nuovi investimenti. In cima alla classifica troviamo il settore dei trasporti, seguito da Ict, chimica e meccanica».

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