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Ilva, Di Maio: non è chiusa la questione dell’annullamento…

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«tavolo sindacale avanti, ci sarò»

Ilva, Di Maio: non è chiusa la questione dell’annullamento della gara

Sull'aggiudicazione dell'Ilva «la questione dell'annullamento della gara non è finita. Per annullarla non basta che ci sia l'illegittimità, ci vuole anche un altro semaforo che si deve accendere, quello dell'interesse pubblico, e lo stiamo ancora verificando». Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico, torna alla carica ma soprattutto rinvia ancora le decisioni su un gruppo industriale con circa 14mila addetti, di cui quasi 11mila a Taranto, che ha urgente bisogno di certezze e di stabilitá. La multinazionale Arcelor Mittal, con un offerta complessiva di quasi 4 miliardi, a giugno 2017 si è aggiudicata l'Ilva al termine della gara battendo la concorrenza di Acciaitalia dove c'erano Jindal, Cassa Depositi e Prestiti, Del Vecchio e Arvedi (cordata, questa, che, fallita l'acquisizione, si è poi sciolta).

Mittal ha firmato il contratto di fitto-acquisto oltre un anno fa, ha avuto il via libera dall'Antitrust europeo a maggio scorso, sarebbe dovuto entrare in fabbrica ai primi di luglio, ma sta ancora fuori. Adesso la data ultima è il 15 settembre, quando scadrà la proroga che a fine giugno Di Maio ha concesso ai tre commissari Ilva per studiare il caso. Ancora oggi Di Maio ha insistito sulla sua linea: la multinazionale non ha colpe, se la gara è illegittima, se ci sono state criticità nella procedura come riscontrato dall'Autorità Anticorruzione prima e dall'Avvocatura dello Stato dopo - a cui Di Maio ha chiesto un parere -, la responsabilità è del Governo precedente. Per il ministro, gli indiani di Arcelor Mittal «hanno fatto bene e in buona fede, è il pubblico che ha fatto un macello». E conferma che il parere dell'Avvocatura dello Stato verrà pubblicato al termine della procedura, che dopo aver riguardato Mise e Avvocatura adesso coinvolge il ministero dell'Ambiente cui Di Maio chiede di verificare la legittimità o meno dello slittamento temporale delle tappe intermedie del piano di risanamento ambientale, ritenuto uno dei motivi di possibile annullamento della gara. «Tra 15 giorni il parere dell'Avvocatura lo potranno leggere tutti. Lo vedranno dal 7 settembre in poi - afferma Di Maio -. L'Avvocatura mi ha scritto una clausola dicendo che il parere non è ostensibile, significa che durante la procedura di accertamento della legalità non lo posso pubblicare. Se lo pubblico, vizio tutta la procedura e, quindi, invece di accertare la legalità magari compiamo un'altra illegalità».

Poi, rivolgendosi ai sindacati, Di Maio dichiara che «il tavolo sindacale in mia presenza deve andare avanti. Se i sindacati non ci vanno, è una responsabilità che si assumono i sindacati». Di Maio vuole che la trattativa sull'occupazione, dove permangono ancora distanze tra le parti (su quanto personale assumere), vada avanti, anche perchè i posti di lavoro, insieme al risanamento ambientale, è uno dei motivi che sostanzia il pubblico interesse. Ma i sindacati, sia pure con posizioni articolate, chiedono che il Governo chiarisca prima che vuole fare dell'Ilva, a partire dal nodo della legittimitá.

Lo stallo sull'Ilva continua intanto a suscitare sconcerto a Taranto. «Siamo ad un punto limite, bisogna uscirne, penso che al più presto Taranto, dalle istituzioni al mondo produttivo ai lavoratori, debba far sentire la sua voce anche con iniziative clamorose di protesta e di mobilitazione» annuncia il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo. «Qui c'è un'intera economia che rischia di saltare per le mancate decisioni del Governo, per questa prolungata, intollerabile stasi.

Inizialmente mi aveva colpito il pragmatismo di Di Maio, quando nelle settimane addietro ci ha incontrato, mi chiedo adesso dove sia finito» aggiunge Cesareo. «Ministro, sia chiaro una volta per tutte, sì, sì, no, no - chiede il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci -. Mi rendo conto che i Cinque Stelle in campagna elettorale hanno promesso la chiusura dell'Ilva, che noi contestiamo, e che adesso per loro è difficile disimpegnarsi verso la loro base e l'elettorato, ma Di Maio esca dagli equivoci e dica che vuol fare: chiudere e dismettere l'acciaio a Taranto, oppure risanare e rilanciare? Scelga e sia chiaro, una volta per tutte».

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