Lo sciopero resta nell’aria. Ma dopo l’annuncio del blocco in tutti gli stabilimenti Ilva il prossimo 11 settembre, è arrivata l’attesa convocazione da parte del vicepremier Di Maio. I sindacati sono stati convocati il prossimo 5 settembre.
Insomma, la mossa dei sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil e Usb per cercare di smuovere la situazione di impasse che si è creata sul futuro dell’azienda in amministrazione straordinaria sembra aver avuto successo, almeno sul primo passo. Lo sciopero, ribadivano infatti in un comunicato le organizzazioni sindacali di categoria, «è un atto di protesta contro la mancata convocazione da parte del Governo».
Quella del 5 settembre non sarà una riunione oceanica con 61 associazioni come la precedente, ma coinvolgerà comunque, oltre ai rappresentanti delle associazioni dei metalmeccanici e il ministero dello Sviluppo economico, anche la società Am Investco, i commissari straordinari prossimi alla scadenza, i rappresentanti dei lavoratori chimici e del trasporto interessati alla vicenda per la parte relativa all’indotto. Prevista anche la presenza di Federmanager.
Fim-Cisl, Fiom-Cgil Uil e Usb, nella loro nota fanno notare come «le risorse finanziarie sono ormai quasi esaurite e il 15 scade l’amministrazione straordinaria».
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Lo stallo si è venuto a creare dopo che, con l’insediamento del nuovo governo Lega-M5S l’esecutivo – nella fattispecie il vice presidente del consiglio Luigi Di Maio – ha manifestato dubbi sulla correttezza della gara che ha assegnato Ilva alla Cordata Am Investco Italy, guidata dal leader mondiale dell’acciaio Arcelor Mittal, chiedendo prima un parere all’Anac, l’Autorità anti corruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone, e poi un nuovo pronunciamento all’Avvocatura di Stato, il cui responso è stato secretato. Nonostante questi passaggi la situazione non si è sbloccata e Di Maio ha a più riprese confermato perplessità sull’assegnazione e ipotizzato un annullamento della gara.
La situazione dell’Ilva – che occupa complessivamente ancora circa 14mila addetti, di cui circa 4mila in cassa integrazione straordinaria, e che con l’indotto arriva a coinvolgere circa 20mila lavoratori – è resa più complicata da due fattori: la scadenza dell’amministrazione straordinaria (già prorogata) il prossimo 15 settembre e l’esaurimento della cassa.
«Dal 6 agosto attendiamo notizie per la ripresa del negoziato e la valutazione di legittimità da parte del ministero della gara per l’aggiudicazione del gruppo Ilva», si legge nella lettera inviata dai sindacati al premier Giuseppe Conte e al ministro dello Sviluppo economico e del lavoro Luigi Di Maio.
È intanto atteso a brevissima scadenza il parere dei tecnici del ministero dell'Ambiente sul piano di risanamento ambientale
dell’Ilva. Questo è infatti l’impegno che ha preso il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, col responsabile del Mise, Luigi Di Maio. La tutela ambientale e la salvaguardia dei posti di lavoro sono i due motivi che
rientrano nell’interesse pubblico concreto cui ha più volte fatto riferimento Di Maio in questi giorni. Il ministro, sulla
base del parere fornitogli dall’Avvocatura dello Stato, ha infatti detto che «è illegittimo l’atto che ha portato Arcelor
Mittal ad aggiudicarsi l’Ilva a giugno 2017». Tuttavia la sola illegittimità, ha precisato il ministro, «non basta a determinare
l’annullamento dell’atto. Perché si giunga a tanto (e Di Maio ha chiarito che su questo punto specifico la partita non è chiusa),
bisogna che ci sia un interesse pubblico. Ecco, allora, la doppia verifica su ambiente e posti di lavoro. Se sarà positiva,
e lo si saprà dall’istruttoria dei tecnici del ministro Costa per l’ambiente e dalla trattativa sindacati-azienda per l’occupazione,
l’interesse pubblico farà
venire meno le ragioni dell’annullamento, altrimenti quest'opzione riprenderà quota con tutte le incognite sul futuro a breve.
Inoltre, nel momento in cui Di Maio ha dichiarato che l’illegittimità della gara è frutto del “pasticcio” del Governo precedente
e non dell’acquirente Mittal, a cui il ministro ha riconosciuto buona fede, la multinazionale diviene piu' forte a fronte
di un eventuale contenzioso con relativa richiesta di risarcimento. Contenzioso che Mittal potrebbe aprire nei confronti dello
Stato italiano
se l’Ilva, a seguito dell'annullamento della gara, gli dovesse essere sfilata.
Va tuttavia chiarito che agli inizi del 2017 il piano ambientale dei due contendenti per l’Ilva - Am Investco con Arcelor
Mittal e Acciaitalia con Jindal e Cassa Depositi e Prestiti - fu già messo sotto la lente dai tre esperti nominati dall’allora
ministro Gian Luca Galletti, i quali apportarono anche una serie di integrazioni accettate in toto dai due gruppi (se non l’avessero fatto, in base alla
procedura sarebbero stati esclusi dalla prosecuzione della gara). Inoltre, nelle settimane scorse Mittal ha presentato proprio
sull’ambiente un “addendum” al contratto di acquisto nel quale si pone ulteriori obiettivi per l’abbattimento delle emissioni
e abbrevia i tempi di realizzazione di una serie di interventi.
Piu' problematico, invece, l'aspetto dell'occupazione. Di Maio attende che la trattativa tra metalmeccanici e Mittal
riparta presto in modo da alzare l'asticella dei lavoratori da assumere - oggi ferma a 10 mila unita' - e soddisfare cosi'
un altro pezzo del pubblico interesse.
«Aspettavamo chiarezza e stiamo ricevendo confusione – diceMarco Bentivogli, segretario Fim Cisl –, aspettavamo decisioni e responsabilità e stiamo vedendo un scaricabarile indegno con Di Maio che
spera che siano altri a toglierli la patata bollente dalle mani, prima l’Anticorruzione, poi l’Avvocatura dello Stato, adesso il ministero dell’Ambiente».
Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella scrive su Twitter: «Ci aspettiamo che la trattativa riparta sgombra dai dubbi circa la legittimità della gara e con l’obiettivo, una volta per tutti, di portare a un accordo sindacale a #zeroesuberi».
Per Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, «sicuramente lo sciopero resta, anche se è utile e importante che il governo abbia finalmente
deciso di convocare l'incontro». Camusso è intervenuta sull’Ilva nel corso di una intervista a Rai News 24.
«Ilva – ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, in visita a Genova – è un’importantissima impresa del nostro Paese, siamo competitori internazionali sulla produzione di
acciaio di qualità. Non possiamo andare avanti con questa situazione. Guai a noi se smettessimo di essere tra i
primi soggetti competitori sul un mercato di qualità come quello dell'acciaio».
Furlan ha incontrato a Genova il governatore della Liguria Giovanni Toti per fare il punto sull’emergenza dopo il crollo del ponte Morandi. «Preservando l'ambiente e la salute dei lavoratori e dei
cittadini - ha spiegato - dobbiamo
immaginare un futuro per l’Ilva. L’azienda c’è, deve andare avanti, bisogna dare risposte positive non solo all’occupazione
ma anche all’economia del Paese».
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