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Sardegna, energia: 4 progetti milionari per diventare hub del gas

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la sfida sul gnl

Sardegna, energia: 4 progetti milionari per diventare hub del gas

La Sardegna gioca la carta dell’energia con il Gnl. E l’obiettivo è diventare hub del Gas naturale liquefatto nel Mediterrano. Sia per il trasporto marittimo sia per quello manifatturiero. Punto di forza, o meglio di partenza, quello legato al settore marittimo per cui sono già previsti progetti e investimenti.

Quattro i progetti (previsti del programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020) che vedono la Regione intervenire come partner o capofila. È il caso del progetto Signal (previsto un investimento che sfiora i due milioni di euro) che si prefigge di definire un «sistema integrato di distribuzione del Gnl per le navi ed eventualmente per altri sistemi di trasporto o altre attività».

Obiettivo generale, come chiariscono dalla Regione «è quello di rispondere a queste mancanze con lo sviluppo di piani e strategie a supporto dell’attuazione della direttiva UE 2012/33 e, inoltre, assistere i territori caratterizzati da reti di metanizzazione limitate o assenti a trasformare l’opportunità offerta dal Gnl in valore aggiunto per ridurre le emissioni inquinanti prodotte dal settore industriale e dei trasporti nell’ambito dei territori interessati dall’intervento».

Il progetto Promo-Gnl, di cui la Regione è partner, nasce per la «realizzazione di un quadro coordinato di studi di fattibilità per la promozione degli usi ottimali del Gnl nei porti commerciali e nelle attività marittime e per mettere in atto azioni di informazione, comunicazione e diffusione tra gli operatori del settore sulle opportunità di utilizzare il Gnl come combustibile meno inquinante».

C’è poi il progetto Tdi che si propone di «identificare le norme e le procedure che mettano assieme le dimensioni tecnica ed economica per l’approvvigionamento, lo stoccaggio e la fornitura del Gnl», e il progetto Gnl Facile che «realizzerà un’azione pilota con stazioni mobili di stoccaggio e approvvigionamento che possono essere o bettoline (sull’acqua) o container (su terraferma)».

Un’opportunità per l’isola che potrà sfruttare la sua posizione: «Il Gnl sta giocando un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei trasporti marittimi. E la Sardegna, in virtù della sua posizione strategica, aspira a diventare uno snodo di primaria importanza nel Mediterraneo – dice Maria Grazia Piras, assessora regionale dell’Industria -. La crescita economica della nostra isola passa attraverso una maggiore integrazione della Sardegna col resto del mondo e le azioni avviate su Gnl e trasporti marittimi sono state concepite proprio nell’ambito di un partenariato che coinvolge sei diverse regioni di Italia e Francia».

Senza dimenticare poi l’aspetto legato alla scelta del metano come vettore energetico. «Il Gnl per il trasporto marittimo è una parte importante di quel progetto. Non solo per i benefici di natura economica ma soprattutto per ciò che rappresenta in chiave ambientale – prosegue l’assessora regionale -. La Strategia Energetica Nazionale ha individuato la Sardegna quale possibile area pilota di controllo delle emissioni di Zolfo (Seca) nel Mediterraneo. Questo significa che i vincoli ambientali imposti al traffico marittimo saranno ancora più stringenti per la nostra regione».

C’è poi il versante dei depositi costieri che prevede investimenti per oltre 200 milioni di euro. A fine novembre, inoltre, a Santa Giusta nell’oristanese c’è stata la posa della prima pietra per la realizzazione del deposito costiero di Gnl portato avanti da Higas. Sempre a Santa Giusta si attende l’apertura del cantiere di Edison. Procede anche il progetto nell’area industriale di Cagliari, presentato da Isgas, che oltre al deposito prevede anche la realizzazione di un mini rigassificatore. Un altro progetto riguarda Porto Torres, l’ha presentato il Consorzio industriale. Tasselli importanti che si inseriscono in un quadro più grande e riguarda il progetto di metanizzazione dell’isola con cui si prevede la realizzazione di una dorsale da nord a sud (investimenti per 450 milioni di euro) e ramificazioni per una rete di 404 chilometri di tubi e 38 bacini di distribuzione.

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