La risposta del Commissario europeo Corina Cretu al ministro per il Mezzogiorno Barbara Lezzi riporta serenità nel cantiere
della Linea 6 della Metropolitana di Napoli, anche se non accetta la soluzione richiesta.
L’opera doveva essere completata entro il 31 marzo di quest’anno, ma per diversi motivi, secondo i tecnici, ci sarà bisogno
di almeno un altro anno di lavoro. Tanto che, per non incorrere nella revoca dei fondi non spesi, il ministro Lezzi un mese
fa circa ha inviato una lettera a Bruxelles con la quale ha chiesto il “fasaggio” della Linea 6.
Nient’altro che il trasferimento dell’intervento dalla programmazione 2007-2013 (nell'ambito della quale era stata già concessa
una proroga di due anni) alla programmazione 2014-2020. Dopo una febbrile sebbene non lunga attesa, la risposta della Cretu
è stata inviata. La commissaria europea per le Politiche regionali, a quanto sembra, ha detto “No” al fasaggio, ma allo stesso
tempo ha precisato che eventuali correzioni finanziarie saranno applicate solo alla chiusura formale del programma 2007-2013,
lasciando quindi la possibilità di andare avanti con i lavori.
«Una precisazione delle regole europee – spiega Sergio Negro che guida l’Autorità di gestione del Fesr per la Regione Campania
– che incoraggia a continuare i lavori senza abbassare la guardia, senza rallentare».
«Non è stato concesso il “fasaggio” – chiarisce da parte sua Martin Bugelli, responsabile dell’Unità Italia che si occupa
della Campania per il programma 2007-2013 – nessun fasaggio tardivo è stato concesso se non alla Sicilia, ma si ritiene che
sia un caso eccezionale e che non crei precedente».
In ogni caso, la soluzione prospettata dalla commissaria rumena Cretu calza abbastanza bene al “caso Napoli”: la linea 6
della Metropolitana gode infatti di un finanziamento complessivo di 173 milioni di cui 98 certificati sul Por Fesr 2007-2013,
24 milioni del Poc Campania e 50,8 a valere sul Fondo sviluppo e coesione. La quota delle risorse che rischia la revoca è
quella del Fesr, per buona parte peraltro spesa. Al momento delle verifiche finali, stando alle previsioni, si finirà per
tener conto dei lavori eseguiti (sebbene fuori termine) e dei fondi realmente utilizzati. La Campania peraltro si sente al
sicuro anche per il fatto di aver realizzato un surplus di spesa certificata che consentirà di fare operazioni contabili tali
da recuperare, anche laddove i lavori sono stati realizzati fuori tempo massimo.
Risolta la vertenza con il Mibac
Le cause del ritardo maturato dal cantiere della Linea 6 sono diverse. Tra queste il braccio di ferro dei mesi scorsi tra Comune di Napoli e ministero dei Beni culturali sulla localizzazione delle griglie di ventilazione della stazione in piazza Plebiscito. Si ricorderà che il Mibac aveva bloccato la costruzione delle griglie ritenendole non conformi alla legislazione di tutela di piazza Plebiscito, con due provvedimenti per due volte bocciati dal Tar Campania a seguito del ricorso del Comune. La vicenda si è chiusa con un accordo tra ministero e comune di Napoli in base al quale la griglia è stata spostata: sarà localizzata, senza alcun aggravio per il cantiere, all’interno del perimetro della piazza, più lontano dalla Basilica di San Francesco di Paola e più vicino a Palazzo Reale.
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