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Draghi: il destino di Atene è nelle mani del suo governo. Puntare…

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Draghi: il destino di Atene è nelle mani del suo governo. Puntare contro l’euro? È senza senso

WASHINGTON - «Puntare contro l’euro è senza senso.Volete farlo? Fatelo». Il presidente della Banca centrale europea appare molto sicuro sul futuro della moneta comune. Sono passati i tempi degli spread elevati e anche quelli del «whatever it takes», quando tutto era ancora da fare. Oggi la Bce è riuscita a utilizzare molti strumenti non standard di politica monetaria a sua disposizione, e in modo aggressivo. A cominciare dal quantitative easing da 1.100 miliardi. La vicenda greca appare allora un problema non certo minore, ma sicuramente sostenibile.

Il destino di Atene è nelle mani del suo governo
Il contagio non spaventa. Non troppo, almeno. Anche nel caso di un’uscita - esclusa - della Grecia dall’euro. A una domanda su un rischio a breve termine, ha risposto che «è difficile rispondere a questo punto». Ha ammesso in ogni caso che «entreremmo in acque inesplorate nel caso in cui la crisi dovesse precipitare», ma - ha aggiunto - «siamo meglio equipaggiati che nel 2012 e nel 2010». L’idea di Draghi sembra in ogni caso quella di evitare qualsiasi azzardo da parte di Atene: «Vogliamo tutti che la Grecia abbia successo», ha detto. «Sarebbe meglio avere una Grecia in buona salute», ha ripetuto, ma questo non significa che le istituzioni internazionali e la Bce stessa possa fare sconti al Paese: «La risposta è nelle mani del governo greco», ha concluso, aggiungendo che occorrono politiche che producano «crescita, equità, sostenibilità fiscale e stabilità finanziaria». «C’è molto lavoro da fare, è subito», è stato il suo commento.

Stabilità finanziaria deteriorata
Alla forte recessione, che sta creando non pochi problemi nel paese, e alla difficile sostenibilità del debito pubblico, si sta aggiungendo oggi un rapido deteriorarsi della stabilità finanziaria. Draghi, come già nei giorni scorsi, ha ricordato che non ci sono motivi per sospendere, interrompere, mettere un tetto alla concessione di liquidità d’emergenza (Ela): le banche greche continuano ad essere solventi e hanno adeguati titoli da consegnare come collaterali. Il governatore della banca centrale della Lituania, Vitas Vasiliauskas, avrebbe però avvertito che la concessione di liquidità di emergenza a favore della Grecia dovrebbe cessare in estate.

La politica monetaria non è tutto
Agire, e presto, non è solo il compito della Grecia. Draghi ha ricordato che la politica monetaria può favorire la ripresa ciclica, ma non una crescita strutturale, che solo le riforme possono garantire. Coerentemente con questo monito, ha ricordato che i rischi per l’economia sono calati, ma restano al ribasso, e che «senza progressi sulla sostenibilità di bilancio e sulle riforme strutturali i rischi potrebbero tornare ad aumentare».

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