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merkel: atene faccia uno sforzo

La Grecia fa slittare a fine giugno i pagamenti al Fmi e respinge la proposta dei creditori

La Grecia rifiuta le proposte dei creditori: lo comunica il ministero delle Finanze spiegando che il programma chiesto al premier Alexis Tsipras negli incontri a Bruxelles «non può risolvere» la crisi e «aumenterebbe la povertà e la disoccupazione».

«Il governo non accetterà proposte estreme. Il nostro popolo ha già sofferto abbastanza negli ultimi anni», ha scritto Tsipras in un tweet. Il governo greco continua ad opporsi soprattutto a due delle richieste dei creditori, considerate controproducenti: i tagli alle pensioni e l'aumento dell'Iva del 10% per elettricità e farmaci.

Atene ha anche presentato una richiesta al Fondo Monetario Internazionale (Fmi), per accorpare al 30 giugno tutte e quattro le rate di rimborso del prestito in scadenza in giugno. La prima, di 310 milioni, doveva essere pagata domani. Le altre il 12 giugno (338 milioni), il 16 giugno (564 milioni) e il 19 giugno (338 milioni), per un totale di 1,55 miliardi. Lo ha anticipato il quotidiano greco Kathimerini. La procedura di impacchettamento di diverse rate di prestiti in scadenza nello stesso mese è prevista dai regolamenti del Fondo, ma è stata usata solo una volta in passato.

La risposta del Fmi
«Le autorità greche oggi hanno informato il Fondo che intendono unire in un'unica soluzione i quattro pagamenti che la nazione deve al Fondo a giugno», ha spiegato in una nota il portavoce dell'istituto guidato da Christine Lagarde, Gerry Rice. Come si legge nella nota dell’istituto di Washington, «in base a una decisione adottata dal board esecutivo alla fine degli anni '70, i Paesi membri posso chiedere di accorpare insieme rimborsi vari dovuti in un certo mese (i pagamenti sugli interessi non possono essere inclusi nel bundle)».

Soltanto oggi pomeriggio il premier greco Alexis Tsipras aveva lanciato un messaggio rassicurante ai creditori e ai mercati circa i prossimi pagamenti all’istituzione di Washington. Tsipras aveva detto: non è il caso di «preoccuparsi dato che abbiamo già pagato 7 miliardi e mezzo e continueremo» a farlo.

Un doppio fulmine a ciel sereno, che rischia di innervosire i mercati, con Wall Street che ha ampliato i cali, dopo che nella giornata di ieri, anzi nella nottata, erano stati registrati dei progressi nel negoziato infinito dal quale dovrebbe arrivare il via libera alla concessione dell’ultima tranche di aiuti del secondo piano di salvataggio (7,2 miliardi di euro), in scadenza sempre a giugno. Ieri Tsipras aveva messo sul piatto la sua proposta a Bruxelles e aveva ricevuto le nuove condizioni dei creditori.

La controproposta di Atene ai creditori
Quarantasette pagine, la bozza di Atene, con tabelle (finalmente) su nuove aliquote Iva, piano di privatizzazioni, innalzamento graduale dell’età pensionabile (molto graduale: da una media di 56 anni a 62 nel 2023 fino ai 67 anni, ma nel 2040 ), riforma delle professioni (per esempio, i notai), un nuovo Catasto, lotta alla corruzione e nuove politiche fiscali (con una patrimoniale per i ricchi), liberalizzazione del mercato energetico e, dulcis in fundo, la ristrutturazione dei debiti verso il Fondo monetario (50%), con l’intervento del fondo salva-stati Esm.

Perfino un duro come il ministro olandese delle finanze, Jeroen Dijsselbloem, numero uno dell’Eurogruppo, sembrava avere registrato il segnale di cambiamento (molto importante quello sulle pensioni, dichiarate finora intoccabili e difese a oltranza dai radicali di Syriza), in vista di un nuovo incontro, domani, del terzetto Juncker-Dijsselbloem-Tsipras.

La proposta dei creditori della Grecia mostra una «considerevole flessibilità», tenendo conto della situazione politica e sociale, aveva commentato il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde. «Sposo totalmente» i tre punti esposti «da Draghi ieri, ossia che il processo di ripresa dell'economia di Atene deve portare alla crescita, alla sostenibilità economica e finanziaria e all'accettabilità sociale nella nazione», aveva aggiunto Lagarde durante la conferenza stampa odierna a commento dell'analisi annuale del Fondo dell'economia Usa.

Ieri si era anche arrivati al punto che se il governo greco accettasse la proposta di accordo elaborata dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale, il fondo salva Stati Efsf sbloccherebbe 10,9 miliardi di euro a favore di Atene. Una soluzione per dare ossigeno e sostenere le scadenze finanziarie di luglio e agosto, mesi nei quali il paese mediterraneo dovrà rimborsare alla Bce quasi 7 miliardi di euro.

Tsipras alle prese con i radicali di Syriza
Dopo le recenti tensioni (e le ipotesi di voto anticipato) con l’ala più radicale del suo partito, Tsipras dovrebbe informare domani pomeriggio alle sei il Parlamento sui progressi nel negoziato con i creditori dopo gli incontri di ieri a Bruxelles. Non dovrebbe chiedere la fiducia. E il ministro delle finanze Yanis Varoufakis, intanto, ha invitato Angela Merkel ad Atene per pronunciare un «discorso della speranza», come quello che, il 6 settembre del 1946, fece l'allora segretario di Stato americano James F. Byrnes a Stoccarda, annunciando l'impegno per la ricostruzione della Germania.

Parlando ad Atene, Salonicco o in qualsiasi altra città greca di sua scelta, ha scritto Varoufakis, la cancelliera tedesca «dovrebbe usare questa opportunità per indicare un nuovo approccio all'integrazione europea, che inizi nel Paese che ha sofferto di più, vittima di un'architettura fallimentare dell'eurozona e dei suoi stessi fallimenti. La speranza è stata una forza positiva nell'Europa del dopoguerra e può adesso essere una forza per la trasformazione».

Merkel: la politica del rigore non è causa della crisi
«Le tre istituzioni (Ue, Bce, Fmi, ndr), che prima si chiamavano Troika, devono trovare un'intesa comune. Loro trattano con la Grecia, e poi fanno una proposta all'Eurogruppo, se sono arrivate a un risultato. Questo significa che ora tocca a loro, e poi dopo si vedrà quel che ci propongono come una possibilità», ha detto proprio la Merkel alla tv RTL a proposito delle trattative in corso con la Grecia. «Ma il punto di partenza - ha aggiunto - è il programma vigente e a questo bisogna lavorare per una soluzione».

«La Grecia - ha poi dichiarato al Tg1 - ha ricevuto aiuti generosi, la situazione stava migliorando, poi con le elezioni politiche (e la vittoria di Tsipras, ndr) è tornata indietro: ora serve che torni verso la crescita». La cancelliera ha poi sottolineato di non credere «assolutamente» che la politica del rigore sia una delle ragioni della crisi.«La Germania desidera che la Grecia faccia parte dell'euro. Da parte nostra rispettiamo il principio di solidarietà ma ci vuole uno sforzo da parte di Atene», ha concluso Merkel. (Al.An.)

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