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Grecia, trattative verso una fase «più intensa»

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la crisi dell’eurozona

Grecia, trattative verso una fase «più intensa»

BRUXELLES – Con nuovi incontri ieri qui a Bruxelles, a margine di un summit tra l'America latina e l'Unione europea, l'establishment comunitario ha cercato di sbloccare la crisi greca. Nonostante le molte incomprensioni, le trattative tra Atene e i suoi creditori internazionali proseguono, tanto il contesto finanziario induce a una intesa. Francia, Germania e Grecia, alla fine di un colloquio notturno tra i leader dei tre paesi, si sono trovati d'accordo per intensificare i colloqui.

Dopo il nervosismo dei giorni scorsi, ieri è stata la giornata degli incontri al vertice. Nel pomeriggio il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha discusso con il premier greco Alexis Tsipras. Il portavoce Margaritis Schinas ha definito l'incontro “amichevole”: hanno deciso di «continuare a lavorare insieme» con l'obiettivo di raggiungere «un accordo condiviso con i 19 paesi della zona euro». Schinas ha aggiunto che i due uomini politici si incontreranno nuovamente oggi.

Il tono è sembrato leggermente più sereno di soli qualche giorno fa (si veda Il Sole/24 Ore di ieri). Successivamente, a tarda sera, Tsipras ha incontrato anche la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese François Hollande. “Il messaggio ai greci sarà: dovete continuare i negoziati con le tre istituzioni”, aveva detto la signora Merkel prima dei colloqui, riferendosi al ruolo della Commissione, del Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea.

Alla fine dell'incontro, ben oltre la mezzanotte, un portavoce tedesco ha spiegato: «È stato deciso all'unanimità che le discussioni tra il governo greco e le tre istituzioni debbano continuare con maggiore intensità». Ha aggiunto Tsipras: «È stata una discussione molto costruttiva (…) la leadership politica europea capisce che dobbiamo trovare una soluzione attuabile» con un'attenzione alla «coesione sociale e alla prospettiva di crescita» per la Grecia. Insomma: si continua a trattare.

In precedenza, voci rilanciate dall'agenzia di stampa Bloomberg avevano spiegato che la Germania sarebbe pronta ad accettare che la Grecia metta in campo almeno una grande riforma per concedere nuovi aiuti finanziari. Un portavoce tedesco ha definito la voce “pura invenzione”. Peraltro, non era chiaro neppure di quale riforma economica il governo tedesco semmai si accontenterebbe. In ballo ci sono nuovi aiuti per 7,2 miliardi di euro, provenienti dal memorandum in scadenza alla fine di giugno.

Finora, Berlino ha sempre chiesto alla Grecia l'adozione piena e completa delle nuove misure oggetto delle trattative, prima di poter sbloccare i fondi con un voto parlamentare che nessuno prevede facile. Al tempo stesso, la situazione per la signora Merkel è delicata. Da un lato non può ignorare le critiche alla Grecia di molti nel suo paese. Dall'altro, sa che nel caso di un fallimento di Atene la Germania subirebbe conseguenze finanziarie e sarebbe oggetto di critiche politiche.

Nel contempo, in una intervista a La Croix, Benoît Cœuré, membro del comitato esecutivo della Bce, ha aperto la porta a una nuova ristrutturazione del debito greco, dopo quelle decise all'inizio del decennio: «Dobbiamo fare di più? La risposta – ha detto Cœuré – dipende dai termini di un accordo tra i creditori e le autorità nazionali». Che un eventuale accordo con la Grecia riesca a conciliare alla fin fine riforme economiche e riduzione del debito? Ancora difficile da dire.

L’incontro al vertice di ieri sera è giunto dopo una ennesima giornata concitata. Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, nelle sue ultime proposte la Grecia ha incluso obiettivi di bilancio inferiori a quelli proposti dalle tre istituzioni che stanno negoziando in nome dei creditori internazionali: la Commissione europea, la Bce e il Fondo monetario internazionale. Inoltre il governo Tsipras era fino a ieri contrario a tagli alle pensioni o a cambiamenti radicali del diritto del lavoro.

Sul fronte monetario, da Francoforte la stessa Bce ha deciso di aumentare di 2,3 miliardi di euro a 83 miliardi di euro i prestiti di emergenza al sistema bancario greco. Si tratta del maggiore aumento settimanale dal 18 febbraio scorso. L'istituto monetario è alla ricerca di un delicato equilibrio. Sa di dover evitare il tracollo del settore finanziario in Grecia, ma non vuole né oberare la banca centrale nazionale da troppi debiti né dare l'impressione di assecondare Atene nei suoi negoziati con i creditori.

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