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l’eurosummit di bruxelles

Grecia, c’è l’intesa: aiuti per 82-86 miliardi in cambio di riforme in 3 giorni

  • –dal nostro corrispondente

BRUXELLES – Dopo 17 ore di drammatico negoziato, dalle 16 di domenica pomeriggio alle 9 di questa mattina, i capi di stato e di governo della zona euro hanno trovato un accordo dell'ultimo secondo per evitare il tracollo della Grecia e una uscita catastrofica del paese dall'unione monetaria. L'intesa è tutta da confermare. Non solo dipende dall'approvazione di molte misure impopolari in Grecia, ma richiede anche il benestare di alcuni parlamenti nazionali, tuttora incerto.

I leader hanno discusso tutta la notte una dichiarazione messa a punto tra sabato pomeriggio e domenica mattina dai ministri delle Finanze, che non aveva ricevuto l'appoggio di tutti i governi. Le trattative sono state tesissime perché le parti hanno cercato disperatamente di salvare la faccia: da un lato i creditori che devono fare i conti con pubbliche opinioni critiche di Atene; dall'altro il governo Tsipras che ha fatto campagna in patria contro misure troppo restrittive di politica economica.

Il pacchetto, che potrebbe avere un valore di 82-86 miliardi di euro su tre anni, giunge dopo che in grave crisi finanziaria il paese ha chiesto un nuovo memorandum triennale al Meccanismo europeo di Stabilità (noto con l'acronimo Esm). I creditori - che hanno già prestato alla Grecia circa 240 miliardi di euro - hanno deciso di imporre stringenti condizioni per garantire l'aiuto. In particolare, il governo Tsipras dovrà approvare entro mercoledì 15 luglio una prima serie di riforme economiche.

Tra le riforme richieste: misure sull'Iva; nuove misure anticipate per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico; la piena indipendenza dell'Elstat, vale a dire l'Ufficio greco di Statistica; il pieno rispetto del Fiscal Compact e la nascita di un consiglio di bilancio indipendente. Entro mercoledì 22 luglio, i creditori si aspettano inoltre l'adozione di un codice di procedura civile e l'adozione delle nuove regole europee sulla gestione delle crisi bancarie.

Dopo l'approvazione del primo pacchetto, i governi daranno mandato alle tre istituzioni - la Banca centrale europea, il Fondo monetario internazionale e la Commissione europea - di negoziare il vero e proprio memorandum. Il programma triennale dovrà essere poi approvato dai governi. Nel frattempo, l'Eurogruppo dovrà discutere di un prestito-ponte, tanto più urgente che le necessità finanziarie greche sono stimate a 7,0 miliardi entro il 20 luglio e altri 5,0 miliardi entro metà agosto.

Nel desiderio di ricostruire la fiducia minata da trattative inconcludenti e scelte discutibili su entrambi i fronti, i creditori hanno imposto alla Grecia la nascita di un fondo in cui verranno versati attivi per 50 miliardi di euro. Il denaro, ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, verrà utilizzato per nuovi investimenti, ridurre il debito pubblico, rimborsare la ricapitalizzazione delle banche, in grave crisi di liquidità. Agli istituti di credito andranno 25 miliardi di euro provenienti dal prestito Esm.

Sul fronte del debito, attualmente al 180% del prodotto interno lordo, la cancelliera Angela Merkel ha spiegato in una conferenza stampa qui a Bruxelles che i creditori saranno pronti a discutere di un suo alleggerimento, con un aumento delle scadenze obbligazionarie e un taglio dei tassi d'interesse, dopo la prima valutazione positiva del programma che verrà effettuata dalle tre istituzioni creditizie. La ristrutturazione del debito, con un taglio del suo valore nominale, è invece fuori discussione.

L'accordo riduce il rischio di una Grexit, di una uscita del paese dalla zona euro. Tuttavia, come ha detto la signora Merkel, «il cammino sarà lungo e difficile». Le varie approvazioni politiche, ad Atene e nelle altre capitali europee, potrebbero nascondere sorprese. Il premier Alexis Tsipras aveva fatto campagna contro un nuovo memorandum, contro condizioni troppo stringenti, contro il ruolo delle istituzioni creditizie nella crisi greca. Tutti aspetti che Tsipras dovuto oggi rimangiarsi.

C'è di conseguenza il rischio di una spaccatura del suo partito Syriza e della sua maggioranza, che raggruppa sinistra radicale e nazionalisti greci. Ciononostante, in una dichiarazione alla stampa prima di lasciare la capitale belga, Tsipras ha difeso l'esito del negoziato: «Abbiamo vinto sull'alleggerimento del debito e sul finanziamento a medio termine». Ha ammesso che il paese ha bisogno di riforme profonde per cancellare «la vecchia oligarchia».

Una volta approvate le prime misure di politica economica ad Atene, la signora Merkel ha confermato che chiederà «con pieno convincimento» al suo Parlamento a Berlino di dare il benestare al negoziato in vista di un memorandum, il terzo in cinque anni. A molti osservatori l'intesa rischia di essere vista come una imposizione dei creditori. Su Twitter nella notte tra ieri e oggi, aveva grande successo la parola chiave Thisisacoup, questo è un colpo di stato.

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