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Tsipras: accordo difficile ma può farci uscire dalla crisi. Non…

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alla vigilia del voto in parlamento

Tsipras: accordo difficile ma può farci uscire dalla crisi. Non tagliamo stipendi e pensioni

«Il modo in cui è stato visto il referendum in Grecia non onora l'Europa». Comincia così l’intervista che il premier greco Alexis Tsipras ha rilasciato martedì sera alla televisione pubblica Ert. Una lunga intevista alla vigilia di un voto determinante, che vedrà il parlamento ellenico esprimersi sull’intesa raggiunta a Bruxelles con l’Eurozona.

Dopo una prima stoccata, Tsipras ha però subito aggiunto «l’accordo con l’Eurozona è difficile ma può farci uscire dalla crisi». E ha spiegato: «Non tagliamo stipendi e pensioni, l'aumento dell'Iva è preferibile piuttosto che tagliare stipendi e pensioni». Tsipras ha anche confermato che l'età pensionabile sarà elevata a 67 anni. «Non è normale - ha detto - andare in pensione a 45 anni. La verità è che avremmo dovuto affrontare il tema delle pensioni, troika o no, in un modo o in un altro».

«Se riusciamo a seguirlo, questo memorandum può portare veramente a far dimenticare la parola Grexit e offrire una prospettiva al Paese», ha detto il premier. È un accordo molto difficile, ma con una prospettiva per uscire dalla crisi». Tsipras ha quindi voluto rimarcare i «lati positivi» del piano di salvataggio con «82 miliardi di euro di copertura di tutti i bisogni economici del Paese per i prossimi tre anni» e, al termine dei tre anni, una «ristrutturazione del debito». Ci sono poi «32 miliardi di euro per nuovi investimenti» e «la ricapitolazzazione delle banche per 25 miliardi».

A proposito delle voci circolate nel pomeriggio circa eventuali sue dimissioni ha detto: «Quando un premier perde un referendum non può rimanere, io mi assumo pienamente le mie responsabilità, non ho intenzione di scappare, è mia intenzione far capire al popolo che non ho intenzione lasciare il paese nella catastrofe. Quando ho fatto il referendum ero convinto che gli europei ci avrebbero dato un po' di tempo. Non sono stati molto buoni, sono stati un po' vendicativi». Sul negoziato ha anche detto che l’ex ministro delle Finanze «Yanis Varoufakis ha commesso evidenti errori durante il negoziato benché al principio è stato capace d'imprimere un buon ritmo: mi assumo la responsabilità».

Poi è tornato nel merito dell’intesa spiegando: «Per me questo accordo è migliore rispetto a quello del 25 giugno: prima si parlava di 18 miliardi per 5 mesi e poi un nuovo piano di austerità; ora, dopo il referendum, ci siamo assicurati entrate maggiori e stiamo parlando di crescita». Ricordando l’Eurosummit ha dichiarato di avere avuto l’appoggio di Francia, Italia e Cipro e ha precisato che l’intesa sottoscritta era l'unica opzione disponibile per il Paese. «Sono andato in Russia, Cina e Stati Uniti e non c'erano altre opzioni. Mi assumo la responsabilità di tutti gli errori che ho commesso, mi assumo la responsabilità di un testo in cui non credo, che ho firmato per evitare un disastro al Paese, il collasso delle banche».

Con un occhio alla politica interna ha dichiarato infine che farà tutto il possibile per tenere unita Syriza: «Non pretendo che l'accordo sia da considerarsi un successo, ma metterò in chiaro che le opzioni erano limitate».

Depositato il provvedimento, mercoledì la discussione in Parlamento
In serata è stato depositato il provvedimento sull’accordo con l’Eurozona che il Parlamento greco dovrà votare mercoledì. Il testo è intitolato “Misure urgenti per la negoziazione e la conclusione di un accordo con l'Esm”. È una manovra - scrive il quotidiano Kathimerini nella versione online - da complessivi 3,175 miliardi di euro tra nuove tasse e risparmi di spesa.

Mercoledì il Parlamento dovrà dare un segnale forte e chiaro a Bruxelles. La sessione sarà decisiva anche per le sorti del premier Alexis Tsipras, che secondo fonti a lui vicine probabilmente realizzerà un rimpasto di Governo. Il rimpasto avverrà dopo il voto, previsto per domani (mercoledì) in Parlamento, delle riforme chieste dall’Eurosummit nel week-end senza le quali la Grecia non potrà ottenere né l’aumento dei fondi di emergenza della Bce - fondamentali per riaprire le banche chiuse da oltre due settimane - né tanto meno i nuovi aiuti per 82-86 miliardi necessari per rimborsare i debiti pregressi.

Il rimpasto, secondo fonti del governo greco, sarà ampio e andrà ben oltre i due ministri che non avevano appoggiato la scorsa settimana il piano Tsipras. La stessa fonte ha smentito le voci di possibili dimissioni del premier: «Tsipras non considera etico né responsabile lasciare adesso», dopo che il suo governo ha firmato l’intesa. Esclusa anche la possibilità di un governo tecnocratico a interim. Nel frattempo, il provvedimento che contiene le misure richieste dall'Eurogruppo per il salvataggio della Grecia è stato presentato in Parlamento. Lo annuncia il ministero delle Finanze retto da Euclides Tsakalotos.

Non pagati, come previsto, 456 milioni all’Fmi
Proprio oggi, come ampiamente previsto, il governo greco non ha pagato altri 456 milioni di euro che avrebbe dovuto versare entro oggi al Fmi. I suoi arretrati col Fondo ammontano, così, in totale a circa 2 miliardi di euro. Lo ha reso noto il portavoce del Fmi, Gerry Rice, che ha inoltre ribadito come la richiesta di Atene di una estensione dei termini di pagamento dei suoi obblighi nei confronti del Fondo sarà valutata nelle prossime settimane dal board dell'istituzione di Washington.

La portavoce di Anel, il partito nazionalista greco alleato di Syriza, ha escluso un'uscita dalla maggioranza ma ha avvertito che «ci sono dei limiti» al sostegno al premier Alexis Tsipras posti dal rispetto del mandato del popolo greco, «espresso con le elezioni di gennaio e con il referendum» che ha bocciato il piano di riforme proposto dall'Eurogruppo. Insomma, i deputati del gruppo dei Greci Indipendenti voteranno «secondo coscienza». Era stato, in un primo tempo, lo stesso leader di Anel, il ministro della Difesa, Panos Kammenos, ad annunciare che il suo partito non avrebbe votato l'intesa per non tradire il mandato degli elettori: «Non possiamo accettarla», aveva affermato, «in una democrazia parlamentare ci sono delle regole e noi le rispettiamo». La portavoce ha escluso l'ipotesi di formare un nuovo esecutivo con il centrodestra di Nuova democrazia o gli europeisti di To Potami. Anche restando nella maggioranza, un eventuale voto contrario in Parlamento dei deputati di Anel insieme all'ala sinistra di Syriza costringerebbe Tsipras a ricorrere ai voti dell'opposizione europeista per far approvare l'accordo.

E, mentre il ministro delle Finanze britannico, George Osborne, chiarisce che la Gran Bretagna, non essendo un paese dell’area euro, non metterà alcun fondo a disposizione del prestito ponte alla Grecia, da Atene confermano che le banche elleniche resteranno chiuse almeno fino a domani, non essendo stato ancora aumentato dalla Bce il tetto alla liquidità di emergenza Ela. Anche l’Italia, per bocca del portavoce del ministro Padoan, precisa che non dovrà erogare nuovi stanziamenti per un terzo pacchetto di aiuti alla Grecia: «L'eventuale finanziamento alla Grecia da parte del fondo Esm - ha spiegato - non comporta alcun esborso da parte dei singoli Stati membri».

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