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Hiroshima: 6 agosto, ore 8.15. Settant’anni dopo, il…

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l’anniversario

Hiroshima: 6 agosto, ore 8.15. Settant’anni dopo, il rischio atomica incombe ancora sul mondo

HIROSHIMA - «Finché sono in circolazione armi nucleari, ciascuno di noi può diventare un hibakusha (un sopravvissuto all’esplosione atomica, ndr) in qualsiasi momento». Kazumi Matsui, sindaco di Hiroshima, usa parole forti nella “Peace Declaration” di quest'anno, nel 70esimo anniversario della distruzione della città. Con oltre 15mila bombe atomiche pronte all'uso, a lui non pare certo di esagerare evidenziando il rischio che l'esperienza degli hibakusha (i sopravvissuti all'attacco nucleare, tra malattie e sofferenze prolungate) non resti confinata a chi abitava del 1945 a Hiroshima e Nagasaki e ora ha una eta' media di oltre 80 anni.

«Lavoriamo insieme con tutte le nostre forze per l'abolizione delle armi nucleari e per una pace duratura nel mondo», ha concluso Matsui nel suo appello, dopo aver ricordato il nuovo spauracchio del terrorismo (che cerca di impossessarsi di ordigni atomici) e e aver invitato esplicitamente il presidente americano Obama a visitare Hiroshima e Nagasaki. Matsui non ha però preso posizione sulle controversie in corso nel Paese per la politica del governo finalizzata a distaccarsi dall'ultrapacifismo che ha caratterizzato l'intero dopoguerra.

Silenzio alle 8.15. Alla cerimonia iniziata stamattina alle 8 (ora locale, in Italia era l’1 di notte), con un minuto di silenzio alle 8.15 tra i rintocchi della campana della pace (l'ora in cui la bomba esplose sopra la città), era presente il premier Shinzo Abe, che sta cercando di far passare alla Dieta una serie di leggi sulla sicurezza finalizzate ad ampliare le possibilita' di azione delle Forze di Autodifesa (autorizzandole a intervenire anche all'estero per “difesa collettiva” in soccorso di alleati, pur senza un attacco diretto al territorio nazionale). Subito dopo la preghiera silenziosa collettiva e la Peace Declaration letta dal sindaco, si sono levate in volo tante colombe. È poi intervenuto brevemente lo stesso Abe, con una dichiarazione già fatta altre volte secondo cui il Giappone, come Paese vittima dell'atomica, ha l' “importante missione” di promuovere il disarmo nucleare.

Il premier ha anche annunciato una nuova iniziativa in sede Onu in autunno per una risoluzione dell'assemblea sul disarmo. Difficile che porti a qualcosa di concreto, tanto più che - come ha evidenziato con rammarico il presidente del consiglio comunale della città, Masanori Nagata, la Conferenza NPT (sulla non proliferazione) si è chiusa nella primavera scorsa senza nemmeno un documento finale, per lo più a causa di dissensi sulla denuclearizzazione in Medio Oriente. Abe ha anche ricordato di aver scelto Hiroshima per il vertice G7 dei ministri degli esteri dell'anno prossimo, per dare a vari leader politici l'opportunità di riflettere sulle tremende potenzialità di distruzione delle armi nucleari.

Il “dome” compie cento anni. In chiusura, un grande coro di giovani ha cantato la canzone della pace di Hiroshima. Sullo sfondo del Parco della Pace, spiccava come sempre l'unico edificio “sopravvissuto” del centro cittadino: quest'anno compie cento anni, in quanto costruito nel 1915 come centro fieristico sui disegni dell'architetto ceco Jan Leztel, che mai ne avrebbe immaginato il destino di simbolo della morte di 140mila persone ma anche di Patrimonio dell'Umanità Unesco (dal 1996). In esposizione c'era l'ultimo lavoro artistico di Yoko Ono, commissionatole dalla rete tv di Hiroshima: un grande orologio squadrato che segna l'ora fatale di un giorno che l'umanità non potrà mai dimenticare. Nel pomeriggio, il convegno internazionale “Mai più la guerra” promosso dalla Comunità di Sant'Egidio, al quale è pervenuto un messaggio del premier Matteo Renzi di recente venuto in visita ufficiale nel Sol Levante.

Presente Caroline Kennedy. Tra il pubblico c'erano rappresentanti di oltre cento Paesi, tra cui il nostro ambasciatore Domenico Giorgi e l'ambasciatrice degli Stati Uniti Caroline Kennedy (figlia del presidente assassinato a Dallas), accompagnata da Rose Gotemoller, undersecretary del Dipartimento di Stato per il controllo degli armamenti e la sicurezza nazionale. La Kennedy era già venuta l'anno scorso e tre mesi fa ha anche partecipato alla commemorazione delle vittime dei bombardamenti terroristici a tappeto di Tokyo con le bombe incendiarie. Gli americani, in genere, continuano comunque a ritenere che il ricorso a mezzi estremi sia stato necessario per indurre il Giappone a desistere da una fanatica resistenza a oltranza, salvando quindi, in definitiva, molte vite.

Usa e Giappone. Oggi sono gli stessi Stati Uniti ad assecondare e anzi sollecitare la nuova politica di Abe, in quanto ritengono che, alla luce dell'evoluzione del contesto geopolitico in Asia (crescita esponenziale della Cina, Corea del Nord nuclearizzata) l'alleata e protetta Tokyo debba assumere un ruolo internazionale più incisivo nel settore della sicurezza e non limitarsi a dormire sotto l'ombrello nucleare americano con la scusa di una Costituzione ultrapacifista (dettata nel primo dopoguerra proprio dagli occupanti Usa). Cosi' Washington approva in pieno la nuova “interpretazione” ufficiale delle limitazioni costituzionali alla Difesa, tesa a renderle molto meno rigide (anche nel risvolto dei limiti all'export di armamenti, oggi in erosione). Gli Usa sono persino irritati con Abe perché anche sotto di lui continuano i problemi per il riassetto delle truppe statunitensi a Okinawa ( i lavori preliminari per costruire una nuova base di aviazione per i Marines, gia' in ritardo di parecchi anni, sono stati sospesi l'altro ieri per un mese a causa dell'opposizione del governatore e di buona parte della popolazione locale). Per contro, Abe ha telefonato a inizio settimana al vicepresidente Usa Joe Biden per chiedergli “spiegazioni” sulle attività di spionaggio politico, industriale e commerciale in Giappone rese note da Wikileaks.

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