La cancelliera tedesca Angela Merkel, in Austria per il vertice sui Balcani, ha detto che la tragedia avvenuta in Austria - dove una cinquantina di profughi sono morti soffocati in un camion - deve servire da monito per la crisi dei rifugiati che sta investendo l'Europa. «Siamo tutti sconvolti da questa orribile notizia della morte di almeno 50 persone... persone che erano venute (in Europa) a cercare la salvezza», ha detto Merkel. «Questo evento ci serva da monito a lavorare per risolvere il problema e dimostrare solidarietà». «Troveremo il modo di distribuire il carico e le sfide in modo equo», ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, in conferenza stampa al termine del vertice dei Balcani occidentali a Vienna.
Gentiloni: ora maggiore consapevolezza nella Ue
Dal vertice di Vienna «è emersa finalmente una maggiore consapevolezza comune nell'Ue e la necessità che ognuno si assuma la sua responsabilità sull'immigrazione», ha dichiarato il ministro degli Esteri Gentiloni. «Fino a tre mesi fa l'Italia e la Grecia sembravano da sole, purtroppo la durissima realtà, come la tragedia di oggi, ha fatto sì che adesso ci sia un diverso linguaggio». Il peso dell'immigrazione «deve essere distribuito in modo equo se vogliamo l'asilo europeo», ha detto il ministro degli Esteri. «Oggi è emersa la volontà dei Paesi europei e balcanici - ha detto ancora il ministro - di condividere gli sforzi, non lasciare soli i Paesi di frontiera e rivedere progressivamente le regole di Dublino. Su questo l'Italia insieme con altri Paesi come la Germania darà un importante contributo nei prossimi mesi».
Appello della Ue: urgente unità
«C'è la necessità urgente che tutti gli Stati membri sostengano le proposte avanzate dalla Commissione, anche chi sinora è stato riluttante», è l’appello della Commissione Ue. «Non è una crisi austriaca, italiana, francese, tedesca o greca o ungherese. Ma europea e richiede una risposta europea - si legge in una nota congiunta del primo vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans e il Commissario agli Affari Interni Dimitris Avramopoulos -. La Commissione ha già messo sul tavolo un piano». E hanno annunciato che visiteranno i Paesi più colpiti, cominciando con Calais lunedì e l'Austria il 7 settembre, per discutere ulteriori aiuti e azioni comuni. « Ora - ammoniscono Timmermans e Avramopoulos - è tempo che tutti gli Stati membri appoggino le ulteriori proposte, anche chi sinora è stato riluttante a farlo».
Austria, decine di cadaveri in un camion
La polizia austriaca ha trovato decine di cadaveri di profughi nascosti in un camion parcheggiato nell'autostrada A4 nell'est del Paese. Era fermo in una piazzola di emergenza, sicuramente almeno da ieri e già dal retro provenivano esalazioni di corpi in putrefazione. Nessuna traccia dell'autista del camion. Sarebbero morti asfissiati mentre viaggiavano clandestinamente attraverso l'Austria. Il bilancio è ancora incerto: secondo la polizia il numero dei morti potrebbe essere tra 20 e 50. Sarebbero deceduti all'interno del mezzo, probabilmente soffocati dalla mancanza di aria. «Si tratta di almeno 20 persone, ma potrebbero essere addirittura 50», ha detto Hans-Peter Doskozil, capo della polizia locale, in una breve conferenza stampa. «La morte è sopravvenuta già diversi giorni fa. Non siamo ancora in grado di fornire altri dettagli sulle cause. Possiamo affermare che si tratta di migranti», la cui provenienza non è stata precisata.
La ministra austriaca Johanna Mikl-Leitner: subito centri di accoglienza sui confini dell'Ue
La ministra dell'Interno dell'Austria, Johanna Mikl-Leitner, ha chiesto all'Ue di istituire subito dei centri di accoglienza sui confini dell'Unione europea «per permettere il trasferimento in sicurezza di profughi nei 28 stati membri». «Questo è adesso il passo più importante», ha detto in una conferenza stampa sulla strage dei rifugiati trovati morti nel tir. Mikl Leitner ha chiesto che un «segnale a livello europeo arrivi il più velocemente possibile». La ministra ha anche annunciato controlli rafforzati nelle vicinanze dei confini e cambiamenti nella legge sui responsabili della tratta dei profughi, «spero già entro il 1 ottobre». «Sono criminali», ha aggiunto. «Questa tragedia - ha detto - ci colpisce tutti». «Troveremo il modo di distribuire il carico e le sfide in modo equo», ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, in conferenza stampa al termine del Vertice dei Balcani occidentali a Vienna.
Ieri altri arresti in Austria di trafficanti di esseri umani
La versione online del Kronen Zeitung ha reso noto che ieri sono stati arrestati tre trafficanti di esseri umani vicino a Bruck an der Leitha, poco più a est. Uno è accusato di aver trasportato 34 persone attraverso il confine austriaco, facendo scendere in autostrada i migranti, fra cui dieci bambini. I profughi erano chiusi nel furgone, dove era «appena possibile» respirare. Il conducente non si è mai fermato, nonostante le pressanti richieste dei profughi e ha guidato ininterrottamente dal confine serbo, attraversando l'Austria.
Ieri telefonata Obama-Merkel su immigrati e Ucraina
Il presidente americano Barack Obama ieri nel corso di una telefonata alla cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso preoccupazione per le nuove violenze nell'est dell'Ucraina e apprezzamento per la leadership di Berlino sul fronte dell'emergenza immigrazione in Europa, soprattutto per quel riguarda l'accoglienza dei profughi siriani.
Il premier serbo Vucic: non innalzeremo mai barriere o muri
Il premier serbo Aleksandar Vucic ha detto che la Serbia non intende chiudere i propri confini, ma ha aggiunto che il Paese non è in grado di far fronte da solo all'enorme flusso di migranti, e che si aspetta un rafforzato aiuto da parte dell'Unione Europea. «Noi non innalzeremo mai barriere o muri», ha detto Vucic a Vienna a margine della conferenza sui Balcani occidentali. La Serbia ha più volte criticato la decisione dell'Ungheria di innalzare un muro lungo i confini.
Polonia: non possiamo accogliere siriani
La Polonia non può accogliere i siriani perché deve prepararsi ad accogliere «centinaia di migliaia» di ucraini. Lo ha sottolineato il presidente polacco Andrzej Duda, intervistato dal quotidiano tedesco Bild. «In quanto membro dell'Unione europea, la Polonia vuole mostrarsi solidale, ma per quel che riguarda i rifugiati noi abbiamo un problema particolare dovuto al conflitto in Ucraina», ha spiegato Duda che domani sarà in visita ufficiale in Germania.
Tremila nuovi arrivi in Ungheria, nuova stretta
In Ungheria la barriera di filo spinato di 175 chilometri, alta 4 metri, quasi completata, non frena gli arrivi. Nelle ultime 24 ore 3.241 migranti e profughi hanno attraversato la frontiera, nei pressi del villaggio di Roszke. La polizia ungherese ha precisato che c’erano fra loro 700 bambini. Si tratta del numero maggiore di arrivi in un solo giorno in Ungheria, dove dall'inizio dell'anno sono entrati 140 mila migranti della rotta balcanica, più del doppio rispetto all'intero 2014. La risposta del governo del premier Viktor Orban è una nuova stretta, con l'istituzione di un corpo speciale, con cani ed armi, per pattugliare il confine con la Serbia e impedire i passaggi. Il governo ha anche stanziato nuovi fondi per la gestione del problema immigrazione. Gli estremisti di Jobbik hanno lanciato dal loro sito Internet un appello per reclutare volontari per ronde armate contro i migranti, mentre liberali, socialisti e verdi, reclamano più cooperazione del governo con l'Unione europea. I migranti, per evitare la barriera, stanno intanto marciando sui binari della linea ferroviaria Subotica-Szeged, o semplicemente alzano con mezzi di fortuna il filo spinato per passare. Gli arrivi la settimana scorsa hanno raggiunto la quota di 1.500 al giorno, con un record di oltre 2 mila lunedì. In totale, oltre 140.000 rifugiati, in prevalenza dalla Siria, Afghanistan, Iraq e Pakistan, passando sulla 'rotta dei Balcani', sono arrivati quest'anno in Ungheria, porta verso paesi più ricchi dell’Ue. Non sono mancati tafferugli nei pressi e dentro il centro di accoglienza a Roeszke (Ungheria del sud), dove la polizia ha usato anche lacrimogeni per ristabilire l'ordine contro un gruppo di 200 rifugiati che volevano parlare con i giornalisti della Tv pubblica. I migranti protestavano perché i funzionari dell'Ufficio immigrazione registrano i richiedenti asilo prendendo loro le impronte digitali.
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