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venerdì putin vede Hollande e Merkel

Raid russi in Siria, accuse dagli Usa: colpiti ribelli addestrati dalla Cia. Cremlino: non solo Isis tra gli obiettivi

  • –di Si.Spe.

Cresce la tensione tra Washington e il Cremlino nel secondo giorno di raid russi in Siria. I caccia con la stella rossa «hanno colpito i ribelli dell'Esercito libero siriano, armati e addestrati dalla Cia», ha denunciato il presidente della commissione Difesa al Senato americano, il repubblicano John McCain: e questo, secondo il repubblicano, mostra la vera priorità dell'intervento militare di Mosca, ossia «rimettere in piedi Assad».

La replica è arrivata da Serghei Lavrov. Il ministro degli Esteri russo, nel suo intervento all'Assemblea generale dell'Onu a New York, ha affermato che gli obiettivi russi «sono gli stessi di quelli americani, ossia l'Isis, i qaedisti del Fronte al-Nusra e altri gruppi estremisti». Lavrov ha anche precisato che Mosca non considera i ribelli moderati filo-americani dell'Esercito libero siriano un gruppo terroristico e che anzi, «dovrebbe essere parte della soluzione politica in Siria».

La Russia, insomma, nega di aver sguinzagliato i suoi jet contro obiettivi diversi da quelli dichiarati: si tratta di «voci infondate», sostiene Lavrov.

Casa Bianca: le «vere intenzioni» di Mosca «non sono chiare»
Usa e Francia accusano però il Cremlino di usare la lotta al terrorismo come pretesto per colpire i ribelli spalleggiati dall'Occidente che combattono contro le truppe di Assad. E la Casa Bianca ha sottolineato che gli attacchi russi non sembrano concentrati sull'Isis e quindi le «vere intenzioni» della Russia in Siria «non sono chiare». Dichiarazioni che rafforzano le pesanti denunce dell'opposizione siriana, secondo cui ieri i russi avrebbero ucciso almeno 36 civili.

Ma per il presidente russo Putin si tratta di «attacchi mediatici»: «La prima notizia di vittime tra la popolazione civile - ha replicato il leader del Cremlino - è apparsa ancor prima che decollassero i caccia».

Primo contatto tra militari russi e americani
La tensione è palpabile, e ieri, dopo aver incontrato il capo della diplomazia russa per la terza volta in tre giorni, il segretario di Stato americano, John Kerry, ha dichiarato che «è imperativo trovare una soluzione per evitare un'escalation fuori controllo». «Faremo di tutto per scongiurare incidenti non voluti», gli ha risposto Lavrov, anticipando che «il primo contatto militare della Russia con gli Usa sugli attacchi aerei in Siria avrà luogo molto, molto presto».

Un contatto è avvenuto già in serata, quando, secondo l'agenzia Interfax, si è svolta una videoconferenza di un'ora tra gli ufficiali del Pentagono e quelli russi per evitare sovrapposizioni e incidenti tra l'aeronautica di Mosca e quelle della coalizione anti-Isis guidata da Washington. Il colloquio è stato secondo fonti russe, «professionale e costruttivo».
Anche un portavoce del Pentagono, Peter Cook, ha definito «cordiale e professionale» lo scambio, il cui obiettivo è «evitare una escalation di tensione».

Washington: possibili conseguenze diplomatiche dopo i raid russi
La Casa Bianca, infatti, non esclude «conseguenze diplomatiche formali» con Mosca dopo l'intervento militare russo nel conflitto siriano. Un portavoce ha riferito che Mosca «dovrà pagare le conseguenze dei suoi raid aerei». Se la Russia è veramente concentrata sulla lotta all'Isis, allora contribuisca alla coalizione internazionale a guida Usa, ha aggiunto. Mosca sta colpendo obiettivi che si trovano nella Siria occidentale e nord-occidentale: nella zona di Idlib e nelle province di Homs, Hama, dove i governativi fronteggiano l'avanzata dei ribelli e dove i jihadisti dell'Isis sono praticamente assenti. Segno - secondo alcuni esperti - che Mosca vuole aiutare le truppe di Assad ad aprirsi un corridoio sicuro che colleghi Damasco alla zona costiera di Latakia, dove si trovano i soldati russi.

Il Cremlino ammette: tra gli obiettivi non solo Isis
Il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, ha spiegato che nel mirino ci sono «ben note organizzazioni», anche se non ne ha fatto i nomi. Gli obiettivi -ha aggiunto- vengono scelti «in coordinamento con le forze armate siriane». Secondo una tv libanese vicina a Damasco, la al-Mayadeen, tra gli obiettivi c'è «l'Esercito della Conquista», una coalizione sunnita islamista ostile all'Isis, ma che combatte soprattutto Assad. Ai raid partecipano più di 50 tra aerei ed elicotteri russi, mentre un battaglione di fanti di Marina protegge la base aerea di Jmeimim, nella zona di Latakia e del porto di Tartus, dove sono schierati i caccia arrivati da Mosca.

E l'aviazione di Mosca potrebbe anche appoggiare un'imminente offensiva governativa nelle regioni nord-occidentali a cui - stando a fonti libanesi - parteciperanno «centinaia di militari iraniani arrivati in Siria per unirsi agli Hezbollah».

Iraq: premier, raid aerei russi sarebbero benvenuti
Intanto, a confermare i rischi di una possibile escalation, il primo ministro iracheno Haider Al Abadi ha detto che darebbe il “benvenuto” ai raid aerei russi in Iraq contro l'Isis qualora Mosca avanzasse l'offerta. «Se la faranno - ha dichiarato a France 24 - noi la prenderemo in considerazione. In realtà, sarebbe benvenuta». Al Abadi ha poi confermato di aver avuto contatti col presidente russo Vladimir Putin.

Gentiloni: rischi evidenti con sviluppi delle ultime ore
In Siria «con gli sviluppi delle ultime ore sono emersi rischi evidenti»: lo ha denunciato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, durante una conferenza stampa a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. «Se si riaffaccia l'ipotesi, che io considero irrealistica, di una soluzione militare», ha avvertito il titolare della Farnesina alludendo ai raid aerei russi e alla ventilata offesniva terrestre dell'esercito siriano nel nord del Paese, «gli spiragli di soluzione rischiano di chiuderesi pericolosamente».
Secondo il ministro, lo «spiraglio» riguarda «la possibile convergenza sull'avvio di un processo di transizione in Siria, con un governo piu' inclusivo che coinvolga le forze di opposizione oltre alle componenti del regime e che porti, gradualmente, all'uscita di Bashar Assad».

Venerdì a Parigi Putin incontra Hollande e poi Merkel
Intanto, incontri bilaterali fra Vladimir Putin e Francois Hollande e poi Angela Merkel sono in programma a Parigi domani, venerdì, prima dell'inizio del vertice del gruppo di Minsk dedicato all'Ucraina a cui prende parte anche il presidente ucraino Petro Poroshenko, anticipano fonti diplomatiche. Oltre a discutere dell'Ucraina, nei loro incontri bilaterali i leader affronteranno anche la crisi siriana, dove sia la Francia che la Russia hanno iniziato operazioni militari.

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