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oggi il vertice nato a Bruxelles

Siria, offensiva truppe di terra e jet russi su aree dei ribelli. Nato: Mosca non sostenga Assad

Le truppe di terra siriane, insieme alle milizie alleate, protette dai bombardamenti dei caccia russi, hanno lanciato un'offensiva contro le forze ribelli nella pianura di Ghab, in Siria occidentale. La pianura è strategicamente importante perché è la zona a est di Latakia, la roccaforte del regime di Damasco. Nei mesi scorsi le forze leali al regime di Damasco sono progressivamente arretrate dalla pianura di Ghab, dove invece sono avanzate le forze ribelli, che adesso costituiscono una minaccia per la zona costiera di Latakia, dove ci sono gli hub (tra cui il porto di Tartus) per i rifornimenti di armi che Russia e Iran inviano al presidente Bashar al-Assad.

Secondo Rami Abdulrahman, direttore dell'Osservatorio siriano per i Diritti umani, le truppe stanno “martellando” le aree controllate dalle forze ribelli con pesanti scariche di missili terra-terra, mentre i caccia russi bombardano dall'alto.

Continuano i bombardamenti dalle navi russe
Undici località controllate dai “terroristi” sono state colpite dai missili calibro 26 lanciati dalla flotta russa del Caspio sulla Siria. Lo scrive l'agenzia governativa Sana, aggiungendo che gli obiettivi colpiti si trovano nelle province di Raqqa, Aleppo e Idlib, mentre l'esercito di Damasco «colpisce duramente le postazioni terroristiche». Le truppe siriane, prosegue la Sana, «stanno distruggendo anche gli armamenti pesanti e gli equipaggiamenti (dei terroristi), mentre la Russia rafforza la sua campagna militare contro le postazioni dell'Isis nel Paese».

Nel frattempo il portavoce del ministero della Difesa russo, generale maggiore Igor Konashenkov ha reso noto che gli aerei da guerra russi hanno effettuato la notte scorsa 22 raid “contro 27 obiettivi dell'Isis” in Siria colpendo anche “11 aree dove sorgono campi di addestramento dei militanti dell'Isis nelle province di Hama e Raqqa”.

In realtà diverse fonti di attivisti, tra le quali l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), oltre agli Usa e ad altri Paesi occidentali, hanno sottolineato che gli attacchi russi prendono di mira anche formazioni armate anti-regime che sono anche nemiche dell'Isis.

Il governo di Damasco, del resto, definisce “terroristi” tutti i gruppi armati dell'opposizione. Il capo di Stato maggiore delle forze armate siriane, generale Ali Abdullah Ayub, ha annunciato oggi l'avvio di «una vasta offensiva» il cui obiettivo è «eliminare i centri terroristi» e «liberare le regioni e le città che soffrono per il terrorismo e i suoi crimini», come riferisce l'agenzia governativa Sana.

Il vertice Nato sulla Siria oggi a Bruxelles
A Bruxelles oggi si sono riuniti i ministri della Difesa della Nato. I rappresentanti dei 28 Paesi dell'Alleanza atlantica affronteranno il dossier della Siria, dopo l'intervento della Russia nel Paese e la violazione dello spazio aereo della Turchia da parte di aerei russi. La Siria ha bisogno di una soluzione politica al conflitto e di una transizione che possa formare un nuovo governo. Ma la Russia sta impedendo di arrivare a questa soluzione, perché sostiene il regime di Bashar al-Assad. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a margine della ministeriale Difesa dell'Alleanza atlantica, chiede alla Russia di «svolgere un ruolo costruttivo e cooperativo nella lotta contro lo Stato islamico e a non sostenere il regime di Assad. Perché sostenere il regime non è un contributo costruttivo a una soluzione politica pacifica e duratura in Siria». Per il Paese, dilaniato da quattro anni di guerra, «c'è un rinnovato bisogno di iniziative per trovare una soluzione politica alla crisi. Nel lungo termine non esiste una soluzione militare e per questo bisogna mettere fine agli scontri con una soluzione politica, una transizione. E la mia preoccupazione è che i russi non prendano principalmente di mira l'Is ma altri gruppi di opposizione, sostenendo in questo modo il regime».

La Nato è «in grado e pronta a difendere tutti gli alleati, compresa la Turchia, contro ogni minaccia», ha concluso il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. Stoltenberg ha spiegato che «stiamo costantemente valutando la situazione anche con il governo turco, ho incontrato il ministro degli Esteri turco solo un paio di giorni fa e continueremo a stare in stretto contatto, per valutare se c'è bisogno di qualcosa in più». Sulla questione lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato la Russia di non comprare più il suo gas e di non cooperare più nella costruzione della prima centrale nucleare di Ankara se Mosca dovesse continuare a violare lo spazio aereo turco. Secondo alcuni media locali, la Turchia ha chiesto agli alleati della Nato di mantenere le loro batterie di missili antiaerei Patriot collocate nei pressi del suo confine con la Siria e destinate a essere ritirate da Stati Uniti e Germania.

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