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dopo gli attacchi jihadisti

Blitz a Saint-Denis: 8 arresti, sparati 5mila colpi. «Uccisa la mente degli attentati di Parigi»

PARIGI - Scene di guerra questa mattina nel cuore di Saint-Denis, città di 110mila abitanti nella cintura Nord di Parigi, dove la polizia ha dato l'assalto a due appartamenti in cui si trovavano alcuni terroristi. Nel mirino c'era Abdelhamid Abaaoud, sospettato di essere la mente degli attacchi di venerdì scorso a Parigi: secondo fonti dell’intelligence sarebbero tre i morti, almeno due secondo il procuratore francese Francois Molins. Ma al momento, ha riferito il procuratore, non esiste «un bilancio preciso del numero definitivo e delle identità delle persone che sono decedute». Altre otto persone sono state arrestate. In totale sono 5mila i colpi sparati dalla polizia durante l'irruzione, ha detto Molins.

L'operazione, durata sette ore e seguita in diretta all'Eliseo dal presidente Hollande insieme a numerosi ministri, è scattata alle quattro e venti. I riflettori hanno illuminato a giorno la facciata di una casa all'angolo tra Rue de la République e Rue du Corbillon, a pochi passi dalla piazza Jean Jaurès, il centro della città. Subito dopo, l'irruzione dei corpi speciali della polizia, Bri e Raid, nei due appartamenti, in cui si trovavano sette persone.
Una donna, la stessa che le forze dell'ordine stavano seguendo da ormai 24 ore perché sospettata di ospitare Abaaoud, si è immediatamente fatta saltare per aria, innescando la cintura esplosiva che portava in vita. Un terrorista è stato ucciso da un tiratore scelto della polizia. Tre sono stati prelevati dai poliziotti mentre un sesto, nel secondo appartamento, ha resistito fino all'ultimo prima di essere neutralizzato. Altre due persone, tra cui una donna, sono state arrestate nei dintorni, uno è il proprietario dell’appartamento.

Per due ore c'è stata un'intensa sparatoria, mentre in cielo volteggiavano gli elicotteri che a loro volta illuminavano la casa. L'intero quartiere è stato blindato dall'esercito, i trasporti sono stati interrotti, alla gente è stato impedito di uscire. Al di là del blocco, centinaia di agenti pesantemente armati e decine di mezzi tra furgoni della polizia, camion dei vigili del fuoco, ambulanze. Poi un lungo silenzio, interrotto di tanto in tanto da qualche esplosione, fino alla conclusione dell'operazione, alle 11 e 30. Prima di questo annuncio i poliziotti hanno dovuto ispezionare l'intero immobile, appartamento per appartamento, camera per camera, per essere certi che non ci fossero altri terroristi nascosti.

Abaaoud, che da quando ha deciso di andare a combattere in Siria con lo Stato islamico si fa chiamare Abu Omar Sussi o Abu Omar al-Baljiki (il belga), è nato nel 1987 a Molenbeek, l'ormai tristemente famosa cittadina alla periferia di Bruxelles che emerge come il santuario del jihadismo in Europa. Dopo il consueto percorso da delinquente comune - che tre anni fa l'ha portato in galera insieme a Salah Abdeslam, il terrorista di Parigi ancora in fuga, per alcune rapine a mano armata - è poi stato reclutato dall'Isis e si è recato più volte in Siria, facendosi volentieri ritrarre dalle telecamere. A volte alla guida di mezzi che trascinavano dei cadaveri.

È noto anche per aver rapito e portato in Siria il fratellino di 13 anni Younes, definito l'anno scorso dai giornali belgi “il più giovane jiadhista al mondo” e ritratto mentre spara in testa a un ostaggio americano.

Un mostro, insomma. Che nel luglio scorso era stato condannato in contumacia a 20 anni in un processo sulle filiere di reclutamento siriane, era ritenuto uno dei componenti della cosiddetta “cellula di Verviers” (gruppo di terroristi colpito prima di riuscire a compiere degli attentati in preparazione) e l'ispiratore degli attentati, falliti, contro una chiesa a Villejuif e sul treno Thalys Amsterdam-Parigi, oltre a essere molto vicino al terrorista del Museo ebraico di Bruxelles. Si pensava che fosse in realtà all'estero, in Siria o in Grecia.

Quanto al luogo dell'operazione, Saint-Denis, si tratta della città francese con il più alto tasso di delinquenza (166 reati ogni mille abitanti), capoluogo del famoso dipartimento della Seine-Saint-Denis (il 93, un milione e mezzo di abitanti), quello con il più alto tasso di immigrazione in Francia (il 28% della popolazione, il 70% dei neonati ha almeno un genitore straniero) in larga parte provenienti da Algeria, Marocco e Tunisia.
Paradossalmente, a un centinaio di metri dalla piazza Jean Jaurès, c'è la basilica che ospita le tombe di 42 re francesi (e 32 regine), tra cui Luigi XVI e Maria Antonietta.

Il presidente francese Hollande si è congratulato con la polizia e con i cittadini di Saint-Denis al termine del blitz della polizia. «Non cediamo alla tentazione di chiuderci in noi stessi, non cediamo alla paura, agli eccessi. La vasta coesione sociale è la risposta migliore. Saremo implacabili contro qualsiasi manifestazione di odio», ha detto il presidente parlando ai sindaci a Parigi. Hollande ha detto che «lo stato di emergenza restringerà temporaneamente le nostre libertà, ma le misure d'emergenza serviranno per ristabilire le nostre libertà in futuro». Il presidente ha inoltre annunciato di aver deciso di «ristabilire i controlli alle frontiere nel rispetto dei trattati europei». «Erano pronti a colpire ancora», ha detto il ministro dell’Interno Bernanrd Cazeneuve all’Assemblea nazionale. Secondo la tv pubblica francese France 2, si preparavano a commettere attentati all'aeroporto di Roissy Charles de Gaulle e nel quartiere d'affari parigino della Defense.

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