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Il destino opposto dei 4 ostaggi italiani in Libia: le domande senza…

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I TECNICI SEQUESTRATI

Il destino opposto dei 4 ostaggi italiani in Libia: le domande senza risposta

Due ostaggi italiani uccisi il giorno prima, gli altri due liberati il giorno dopo. È per ora l’unica certezza di quanto accaduto in Libia a Salvatore Failla e Fausto Piano, i due dipendenti della Bonatti rimasti uccisi, e a Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, gli altri due colleghi liberati e in serata di ritorno in Italia.

I quattro italiani erano ostaggi degli stessi rapitori?
Sembra di sì, alcune fonti dicono che i quattro italiani erano insieme al momento dell’attacco, mortale per due di loro: viaggiavano insieme, stavano per essere liberati perché i rapitori erano sotto pressione ma qualcosa è andato storto. Si trovavano però su due convogli diversi, uno è stato colpito durante uno scontro a fuoco tre giorni fa, in quell’occasione Failla e Piano sono rimasti uccisi. Non tutte le versioni però coincidono con questa ricostruzione. Secondo altri racconti, è impossibile che i quattro fossero nella stessa zona, si ipotizzano due diversi posti in cui erano detenuti.

Chi ha ucciso Failla e Piano?
Il capo del Consiglio militare di Sabrata, Altaher Algrabli, ha ripetuto che non può fare alcuna ipotesi su chi abbia ucciso Salvatore Failla e Fausto Piano: «Non sono in grado di dire se sono stati uccisi nello scontro a fuoco o da Daesh (Isis ndr). Le inchieste in corso lo chiariranno» ha detto all’Ansa e rifiutandosi di commentare l'ipotesi che i due tecnici della Bonatti siano stati uccisi da jihadisti dell'Isis che pure sono da alcuni indicati come i responsabili del sequestro. Non è certo neanche il coinvolgimento dell’Isis però: dopo la sparizione dei quattro lo scorso luglio, l'intelligence italiana avvia una trattativa con un gruppo tribale islamista, criminali ma non affiliati all'Isis. Passano i mesi ma anche se c’è un contatto non si registra alcun progresso. Tutto cambia in peggio col il blitz americano del 19 febbraio a Sabrata che uccide un gruppo di jihadisti tunisini e due ostaggi serbi: la zona piomba nel caos, non si sa più nulla degli italiani né dell’identità dei loro rapitori.

Come sono stati liberati gli altri due il giorno dopo?
Non c’è una sola versione. Alcune fonti sostengono che i due sopravvissuti, Calcagno e Pollicardo, sono stati abbandonati in una casa e si sono liberati da soli. Il generale Hussein al Zawadi, leader della municipalità di Sabrata, sostiene invece che i due italiani sono stati liberati con un blitz avvenuto «con la collaborazione della popolazione locale» nell'abitazione di una famiglia di origine marocchina, circa tre giorni dopo la scoperta di un nascondiglio dello Stato islamico dove forse erano detenuti tutti e quattro gli ostaggi. Una donna avrebbe azionato la sua cintura esplosiva uccidendo anche due suoi figli. Il capo del Consiglio militare di Sabrata Algrabli precisa che si è trattato di un episodio distinto rispetto a quello in cui sono rimasti uccisi Failla e Piano. Di certo alla fine c’è solo il foglietto in cui i due ostaggi appena liberi chiedono «urgentemenete di tornare in Italia».

Qual è stata la dinamica per i quattro?
Si è detto che l'altro ieri le milizie cittadine di Sabratha hanno ucciso la mente del gruppo dei sequestratori ed i suoi più stretti collaboratori. Non è chiaro se Failla e Piano sono caduti sotto il fuoco amico dei miliziani che li avevano scambiati per uomini dell'Isis oppure siano stati giustiziati da altri. Pollicardo e Calcagno, invece, pare fossero nelle mani dei gregari che forse sono stati presi dal panico, si volevano liberare degli ostaggi e quindi li hanno abbandonati.

Perché i due sopravvissuti non sono ancora in Italia?
Il team italiano con uomini del Ros e dell'Aise ha raggiunto Gino Pollicardo e Filippo Calcagno. Ma il ritorno a casa non è stato immediato. Le autorità locali intendono interrogare gli italiani e avere una sorta di riconoscimento come interlocutori istituzionali. Il sottosegretario Marco Minniti, ieri in audizione al Copasir, ha detto che l'area di Sabrata, teatro di scontri sanguinosi tra gruppi jihadisti, milizie e Isis, è nel caos.Si pensa che solo Pollicardo e Calcagno possano spiegare come sono andate veramente le cose. I due tecnici italiani «stanno rientrando in Italia in queste ore» scrive sulla e-news agli iscritti del Pd il premier Matteo Renzi.

Si saprà qualcosa al rientro dei due a Roma?
Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, due dei quattro tecnici della Bonatti rapiti in Libia lo scorso luglio e tornati liberi ieri, una volta giunti a Roma saranno accompagnati, con molta probabilità, in una caserma del Ros per essere sentiti dal pm Sergio Colaiocco, che sul loro sequestro ha aperto un'inchiesta. Un atto istruttorio che, presumibilmente, durerà diverse ore e che sarà secretato, come è prassi in indagini delicate di questo tipo. Poi i due potranno fare rientro a casa.

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