Mondo

Panama papers, nelle liste entourage del Partito comunista cinese.…

  • Abbonati
  • Accedi
perquisita sede Uefa a Nyon

Panama papers, nelle liste entourage del Partito comunista cinese. Perquisita sede Uefa a Nyon

Ci sono anche i familiari di otto fra i più importanti dirigenti del Partito comunista cinese nelle liste dei Panama Papers. È quanto rivela il Guardian, secondo cui fra coloro che per sfuggire al fisco hanno utilizzato compagnie offshore compaiono il cognato del presidente, Xi Jinping, il genero di Zhang Gaoli, membro del politburo cinese, e la figlia di Li Peng, che guidò la repressione contro i manifestanti di piazza Tiananmen.

Delle nuove rivelazioni scrive anche il New York Times secondo cui rischiano di creare ulteriore grande imbarazzo per le autorità di Pechino, con i vertici del partito Comunista che nell'era Xi hanno fatto della lotta alla corruzione la priorità delle priorità. Tra i nomi fatti dall'International Consortium of Investigative Journalists c' è anche quello della nuora di Liu Yunshan, il capo della propaganda, che sarebbe stata azionista e direttrice di una società registrata nelle Isole Vergini.

Intanto la polizia svizzera ha perquisito il quartier generale dell’Uefa a Nyon per cercare elementi utili per l'indagine sui cosiddetti “Panama Papers”, le società offshore create in paradisi fiscali. Secondo il Guardian tra le personalità coinvolte risulterebbe anche l'attuale presidente della Fifa, Gianni Infantino, in precedenza segretario generale della Uefa. Infantino ha smentito qualsiasi accusa. Secondo il quotidiano britannico la sua presenza nella lista dei sospetti evasori pubblicata domenica risale a quando era direttore degli affari legali dell’Uefa, priam di diventarne segretario generale nel 2009. Nei “Panama Papers” risulterebbero contratti co-firmati da Infantino tra il 2003 ed il 2006 con Hugo Jinkins, che secondo gli inquirenti Usa sarebbe una delle persone coinvolte nello scandalo Fifa.

L'italo-svizzero Infantino aveva co-firmato i contratti per la cessione al mercato sudamericano della Champions League, la Uefa e la Supercup (2003-2006 e 2006-2009), a una società argentina chiamata “Cross Trading” per la somma di 111.000 dollari che a sua volta rivendette i diritti tv alla rete ecuadoregna Teleamazonas a 311.170 dollari, circa 3 volte la somma pagata alla Uefa. Cross Trading è una sussidiaria della società di proprietà di Jinkins, che lo scorso anno è stato accusato dalle autorità statunitensi di aver versato mazzette ai vertici Fifa per ottenere i diritti media e che da allora, con il figlio Mariano, è agli arresti domiciliari in Argentina.

La replica di Infantino
L'Uefa, in una dichiarazione all'agenzia Ansa, ha confermato la visita degli investigatori svizzeri, facendo sapere di essere «totalmente a disposizione per ulteriori chiarimenti». Infantino ha aggiunto: «Se già prima la mia determinazione di ridare al calcio la sua reputazione era forte, adesso lo è ancora di più. Quindi dico ben venga a ogni indagine in questo senso. Sono per la trasparenza, e a disposizione per ogni chiarimento». In una una nota ufficiale, il presidente della Fifa Gianni Infantino ha aggiunto «È interesse mio e del calcio che tutto venga alla luce».

Procura di Roma valuta l’apertura di un’inchiesta
Anche la Procura di Roma, dopo quelle di Torino e Milano, intende muoversi sulla vicenda Panama Papers. I pm di piazzale Clodio stanno seguendo l'evolversi del caso che coinvolgerebbe anche cittadini italiani e in queste ore si sta valutando la possibilità di aprire un fascicolo di indagine. A breve potrebbero essere avviati accertamenti con l'affidamento di una delega alla Guardia di Finanza.

La Francia: l’Ocse rimetta Panama nella lista nera dei paradisi fiscali
La Francia ha deciso di chiedere all’Ocse (l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico) di classificare Panama come un paradiso fiscale, alla luce dello scandalo dei Panama Papers. Lo ha reso noto il ministro delle Finanze, Michel Sapin.
A una domanda di un giornalista della radio francese Europe 1, Sapin ha detto di augurarsi «che l’Ocse si riunisca perché la stessa decisione (già presa dalla Francia) sia adottata dall’insieme dei Paesi interessati». Ieri lo stesso Sapin aveva informato il Parlamento che la Francia inserirà Panama sulla sua lista dei «Paesi non collaborativi».

Secondo il quotidiano francese Le Monde anche l’ex ministro dell’Economia ed ex direttore del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, sarebbe coinvolto nei traffici di denaro a società offshore rivelati nei Panama Papers. Il fondo d’investimento lussemburghese Leyne, Strauss-Kahn & Parners (LSK), creato dal socio di DSK Thierry Leyne, avrebbe aiutato dei clienti ad aprire società offshore nei paradisi fiscali. In particolare avrebbe aperto e domiciliato 31 società offshore attraverso una filiale denominata Assya Asset Management Luxembourg (AAML). Le società servivano ad aprire conti in banche domiciliate in Svizzera, in Lussemburgo e ad Hong Kong. Secondo quanto scrive Le Monde ne traevano vantaggio «ricchi privati francesi, produttori audiovisivi asiatici e un importante gruppo di ristrutturazioni parigino che si sviluppa in Asia».

© Riproduzione riservata