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Panama paper, Cameron ammette: avevo quota di società di mio padre

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Panama paper, Cameron ammette: avevo quota di società di mio padre

David Cameron ammette di aver avuto una quota della società offshore creata dal padre Ian (scomparso nel 2010), precisando tuttavia di averla venduta per “30mila sterline” poco prima di diventare primo ministro. Lo ha dichiarato il premier in un'intervista esclusiva a Itv news. Il capo del governo britannico insiste comunque di non avere “nulla da nascondere” e di aver rispettato la legge, e precisa d'aver pagato a suo tempo “normalmente” le tasse sui dividendi di quella quota. Cameron ha parlato dopo circa una settimana di dinieghi, nella quale ha rifiutato di commentare la diffusione delle notizie. Secondo quanto ha dichiarato, il premier ha avuto con la moglie Samantha 5mila quote nel Blairmore Investment Trust dal 1997 al gennaio 2010.

I Panama Papers, usciti dallo studio panamense di Mossack Fonseca, hanno rivelato come Ian Cameron abbia gestito un fondo offshore. La compagnia, fondata negli anni '80, era stata poi spostata in irlanda nel 2012, due anni dopo che David Cameron era diventato primo ministro. Nei suoi 30 anni di storia, secondo fonti di stampa, la Blairmore «non ha mai pagato un penny di tasse» in Gran Bretagna.

Proprio oggi il quotidiano Guardian (vicino ai labour e quindi in opposizione al conservatore Cameron) ha rivolto dieci domande al premier britannico, chiedendo di fare chiarezza sullo scandalo dei Panama Papers dopo le rivelazioni riguardanti l'attività offshore del suo defunto padre, Ian Cameron. Il giornale parte dalla richiesta di pubblicare la dichiarazione dei redditi del primo ministro, come lui stesso aveva promesso in passato, e invoca la massima trasparenza sul fondo di investimento creato dal padre a Panama, Blairmore Holdings Inc, a partire dagli eventuali interessi che i familiari di Cameron continuerebbero ad avere. Altre domande riguardano l'accusa al premier di essere intervenuto personalmente in sede Ue in materia fiscale, favorendo ''scappatoie'' pro-elusione e il fatto che deve essere indicato il giorno in cui si terrà il vertice anti-corruzione di Londra: il Guardian chiede in proposito che siano obbligati a partecipare i rappresentanti delle British Virgin Islands e degli altri territori d'oltremare britannici definiti come paradisi offshore e che hanno avuto un ruolo molto importante nello scandalo.

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