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Mandato a Dijsselbloem per alleggerire il debito greco

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L’eurogruppo sullA CRISI DI ATENE

Mandato a Dijsselbloem per alleggerire il debito greco

L'Eurogruppo ha dato mandato al presidente Jeroen Dijsselbloem ad avviare il confronto con la Grecia sull'alleggerimento del debito ellenico. «Nessun elemento del pacchetto sarà chiuso fino a quando tutto il pacchetto sarà chiuso», ha indicato lo stesso Dijsselbloem.

Nella riunione «c'è stato un punto di vista comune sul fatto che è concepibile, fattibile un riprofilo del debito pubblico greco senza un taglio del valore nominale, senza un haircut», ha precisato Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale. «Sulla base della nostra analisi di sostenibilità del debito ellenico - ha aggiunto Lagarde - è possibile operare usando tutti i dispositivi esistenti», tranne appunto un haircut. Da tempo il Fmi sostiene la necessità di una riduzione del debito pubblico greco, definito insostenibile e su questo punto si è scontrato più volte con i governi europei, in particolare con la Germania. Una soluzione di compromesso sarebbe dunque un «reprofiling», cioè un allungamento delle scadenze o dei periodi di grazia, già ottenuti in passato da Atene, che inoltre nel 2011 ha ottenuto anche un taglio di 100 miliardi al suo debito, detenuto in gran parte da banche e fondi d’investimento. Oggi invece il debito ellenico è quasi tutto in mano a Governi e Bce, il che rende il suo alleggerimento per certi versi più problematico.

Possibile un Eurogruppo giovedì
Secondo Dijsselbloem ci sono comunque le condizioni per chiudere il negoziato con la Grecia per l’erogazione della nuova tranche di prestiti: giovedì prossimo è molto probabile che l'Eurogruppo si riunisca per sancire un accordo. Dijsselbloem ha detto che si tratta di definire meccanismi automatici che permettano di lanciare «misure addizionali, se necessario».

Il pacchetto di «contingenza»
L'Eurogruppo ha infatti deciso che la Grecia deve approvare un «pacchetto di contingenza», con nuove misure di austerità, che scatteranno se Atene non rispetterà i target di bilancio fissati per il 2015 e 2016. Il Governo greco deve ora approvare questo pacchetto, e se ci sarà anche un accordo con i creditori su tutte le altre misure, giovedì prossimo ci sarà la riunione per sbloccare la nuova tranche di aiuti da 3,2 miliardi.
«Il pacchetto di contingenza sono misure che vanno attuate nel caso in cui non si raggiungono i target fissati. Devono essere basate su fattori oggettivi che indichino quando le misure scattano», ha detto Dijsselbloem. Quali misure e cosa le fa scattare saranno decisioni prese assieme al ministro greco Tsakalotos, con il quale «lavoriamo costruttivamente». Tsakalotos alla stampa ha però dichiarato che «secondo la legge greca è impossibile legiferare sotto condizioni, non si può proporre un voto dicendo che si farà questo o quello se accadesse questo o quello nel 2018 o nel 2019». La cosa certa è che si continua a trattare: non c'è tensione fra le delegazioni e questo viene considerato la dimostrazione che un accordo potrebbe davvero essere vicino entro una settimana.

La tranche del terzo pacchetto di salvataggio
Lo scorso anno, dopo il referendum del 5 luglio indetto dal premier Tsipras che ha visto bocciare l’accordo con i creditori, la Grecia è stata sull’orlo del default e dell’uscita dall’euro. Il peggio è stato scongiurato in extremis grazie a un’intesa che prevede un terzo pacchetto di salvataggio da 86 miliardi in cambio di misure su pensioni e Iva. Il nuovo programma triennale di aiuti è soggetto, come i precedenti, a revisioni periodiche da parte dei creditori e in questi giorni i negoziati sono alla fase finale per l’erogazione di una nuova tranche.

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