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Turchia, investitori in allerta. Lira e tassi, cosa può…

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Turchia, investitori in allerta. Lira e tassi, cosa può succedere lunedì

Dopo aver tirato un sospiro di sollievo per il fallito golpe i risparmiatori turchi si preparano a vendere a man bassa lire alla riapertura dei mercati dei capitali e valutari. Sui borsini informali da venerdì la lira è sotto pressione e viaggia sopra i 3,30 per l'euro i 3,10 per un dollaro, segno evidente che la volatilità è forte e la fiducia è scarsa. Una pressione sulla lira che costringerà il nuovo governatore della Tcmb, la Banca centrale di Turchia, Murat Çetinkaya ad alzare rapidamente i due tassi di riferimento, oggi rispettivamente al 10,50% quello di fine giornata (late liquidity) e al 9% l'overnight, andando esattamente contro le richieste del presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan che da mesi chiede di ridurre gli interessi e favorire la ripresa.

I grandi gruppi industriali locali e i conglomerati del paese sul Bosforo sono indebitati in dollari ed euro con il carry trade per spuntare tassi più favorevoli, ma sono altresì suscettibili di gravi perdite in caso di movimenti valutari e se la valuta con cui incassano si deprezza troppo. Anche i grandi gruppi impegnati nelle costruzioni dovranno guardare di ammnistrare bene la loro tesoreria se non vorranno trovarsi a corto di liquidità.

Il Paese sta assitendo a fiere cancellate per il timore di atti terroristici e a un pesante calo degli investimenti diretti (Ide): sembrano passati i bei tempi quando c'era la fila di società europee ed americane che volevano entrare nel settore manifatturiero, energetico e infrastrutturale turco.

“Son passati i tempi in cui c'era la fila di società europee ed americane che volevano entrare nel settore manifatturiero, energetico e infrastrutturale turco”

 

Oggi ci sono solo i paesi sunniti del Golfo a mettere mano al portafoglio per l'immobiliare e qualche acquisto spot come è avvenuto a fine 2015 quando la Qatar National Bank, la più grande banca della regione del Golfo persico, ha raggiunto un accordo con la Banca Nazionale di Grecia, la prima del paese mediterraneo, per l'acquisizione del 99,81 % della quota detenuta da quest'ultima nella sua filiale turca Finansbank AS per 2,7 miliardi di euro.

Anche la stagione turistica è stata un disastro: secondo i dati del ministero del turismo turco nel 2014 sono stati 697.360 gli italiani che hanno visitato la Turchia, una cifra scesa a 351.338 nel 2015. Sempre in base ai dati del ministero del Turismo, il numero di viaggiatori stranieri giunti in Turchia nel 2015 è stato pari a 39,4 milioni, mentre il fatturato totale del settore nello stesso anno è stato di 31,4 miliardi di dollari contribuendo al Pil per il 4,37 per cento. I dati più recenti risalenti ad aprile evidenziano che il paese è stato visitato da 1,75 milioni di persone, il 28% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È diminuito il flusso di turisti dalla Russia, da 150 a 31mila persone e dalla Germania, il 35% in meno a 246mila.

Antalya è risultata la città turca preferita dai turisti in base al numero di visitatori stranieri. Visitata dal 34% dei turisti stranieri nel 2014, Antalya dispone di oltre 500 hotel a 4 e 5 stelle in città e in località limitrofe quali Kemer, Belek e Kas. Nel 2015, in Turchia erano presenti più di 165 catene alberghiere, il 15% delle quali di proprietà di investitori internazionali. Ma la ondivaga politica estera di Erdogan nella regione ha creato prima tensione, poi scontri e una serie di attentati terroristici da parte dei gruppi separatisti curdi e dell'Isis che hanno colpito quasi con cadenza mensile la Turchia. Il Paese ha due punti deboli: un forte deficit delle partite correnti, oggi in leggero calo transitorio ma solo per la riduzione dei prezzi del petrolio, e una forte dipendendenza dagli investitori internazionali per coprire questo fabbisogno che prima veniva sopperito con regolari finanziamenti del Fondo monetario internazionale, prestiti oggi tutti rimborsati.

Il vero Tallone d'Achille della paese sul Bosforo è che la sua mancanza di riforme strutturali anche per il mercato del lavoro che lascia l'aggiustamento degli squilibri alla svalutazione competitiva della moneta che penalizza il potere di acquisto. La Turchia è anche uno snodo importante per il trasporto del petrolio e del gas, sia con oleodotti e gasdotti che passano sul suo territorio, sia con le numerose petroliere che transitano oggi giorno nel Bosforo provenienti dal Mar Nero.Un Paese strategico e di raccordo tra Occidente e Oriente le cui convulsioni colpiscono molte vie di comunicazioni e un mercato di 76 milioni di abitanti in maggioranza giovani.

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