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Da Cina e Stati Uniti «sì» all’accordo di Parigi sul clima

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IL G20 IN CINA

Da Cina e Stati Uniti «sì» all’accordo di Parigi sul clima

(Afp)
(Afp)

HANGZHOU - Cina e Stati Uniti hanno annunciato la ratifica dell'accordo di Parigi sul clima, raggiunto a dicembre al termine della COP21. L'annuncio è avvenuto durante un incontro a margine del G20 di Hangzhou, nell'est della Cina. Il presidente Barack Obama e il suo omologo cinese Xi Jinping hanno consegnato insieme al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon i documenti per la ratifica del trattato, che mira a contenere il riscaldamento climatico.

Il vertice dei capi di Stato e di Governo del G20 che comincia domani si troverà ad approvare un documento che fa stato delle conclusioni del G20 finanziario dando agli impegni gia' sottoscritti dai ministri finanziari e dai governatori delle banche centrali una veste piu' politica. Tre restano i possibili risultati che dovrebbero trovare spazio nel comunicato finale ed essere discussi dal premier Matteo Renzi (insieme al ministro dell'Economia Piercarlo Padoan) insieme agli altri 18 leader e dal presidente della Commissione Ue.

Innanzi tutto c'e' intesa sulla relazione relativa alla Accountability Assessment che riassume i progressi nell'attuazione delle strategie di crescita degli scorsi anni e la capacità di mantenere fede all'obiettivo sancito a Brisbane del 2-in-5 (ossia crescita addizionale di 2 punti punti percentuali entro il 2018). Impegno che all'ultimo meeting Ambrosetti lo stesso ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan ha riconosciuto essere troppo ambizioso non solo per l'Italia ma anche per molti Paesi europei.

L'Italia figura tuttavia tra i Paesi con un maggiore tasso di attuazione degli impegni G20 ed è menzionata varie volte nel documento come esempio virtuoso. Un secondo impegno che dovrebbe rientrare nel comunicato finale riguarda le cosiddette “Adjusted Growth Strategies”. Sarebbero stati aggiunti circa 340 “nuovi” impegni alle strategie di Brisbane e Antalya per la crescita.

Ad Hangzhou si e' aggiunto anche l'Hangzhou Action Plan. Dopo un'analisi sulla congiuntura e sullo stato di attuazione degli impegni pregressi, il documento elenca i principali nuovi impegni dei Paesi G20, suddivisi tra politiche macroeconomiche e riforme strutturali (divise per aree prioritarie e con il limite di due impegni per paese, fatta eccezione per alcuni emergenti a cui è stata concessa una deroga). Il documento, sottolinea la necessità di un impegno collettivo più ambizioso per promuovere una crescita più forte, sostenibile, bilanciata e – elemento di novita' rispetto al passato – più inclusiva. Si riafferma la necessità di un mix di policy bilanciato, ossia riforme strutturali, politiche monetarie e politiche fiscali, dove le misure a sostegno della domanda sono viste come un complemento delle cd. supply-side policies.

Sono stati inoltre approvati dai Ministri e Governatori delle Banche centrali nel corso dell'anno e sottoposti ai Leaders una serie di rapporti, tra cui, quello sull'architettura finanziaria internazionale, la cui stabilità e' necessaria per raggiungere una crescita forte, sostenibile e bilanciata, e sul green finance contenente opzioni di policy per promuovere il finanziamento degli investimenti verdi.

Tra i numerosi altri impegni del canale finanziario, elencati in un apposito allegato alla Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo, figurano inoltre i lavori di quest'anno sull'inclusione finanziaria e la digital inclusion (principi e indicatori) e sugli investimenti in infrastrutture.

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