Mondo

Morto re Bhumibol, Thailandia in lutto

  • Abbonati
  • Accedi
ERA IL SOVRANO PIÙ LONGEVO

Morto re Bhumibol, Thailandia in lutto

Non era solo il monarca più longevo al mondo: Bhumibol Adulyadej, morto ieri a 88 anni dopo una lunga degenza, era forse l’ultimo re a incarnare un’idea di sovranità antica e intrisa di connotazioni soprannaturali. Venerato come una sorta di divinità, Bhumibol è stato per 70 anni il simbolo dell’unità della Thailandia e il punto di riferimento del blocco di potere conservatore che coagula esercito, alta burocrazia e borghesia degli affari, da 15 anni sfidato dai ceti contadini e popolari che fanno capo al tycoon populista in esilio, Thaksin Shinawatra.

Le notizie sull’aggravarsi delle condizioni dell’anziano re avevano cominciato a rincorrersi già da giorni, lasciando il Paese con il fiato sospeso. Centinaia di persone si erano riunite davanti al Siriraj Hospital, dove era ricoverato e dove è morto. Il premier ed ex generale Prayuth Chan-ocha, in un discorso al Paese, ha dichiarato lutto nazionale per 30 giorni, esteso a un anno per i dipendenti pubblici.

Dal trono, Rama IX (questo il nome scelto da Bhumibol all’incoronazione) ha visto diventare la Thailandia uno dei Paesi più sviluppati della regione, ha registrato l’alternarsi di 20 primi ministri e ha assistito a una dozzina di colpi di Stato, portati a termine o tentati dall’esercito, suo irriducibile paladino. La lunga malattia, che lo aveva costretto a un ruolo pubblico marginale, era diventata un fattore di incertezza politica. Il decesso arriva quando il pendolo della Thailandia, sempre sospeso tra dittatura soft e democrazia populista, è decisamente nel campo della prima e la sua economia viaggia a scartamento ridotto. I militari, che dal ruolo di custodi della monarchia traggono la propria legittimazione, sono di nuovo al potere, grazie al golpe realizzato nel 2014 da Prayuth e approvato dal re. La giunta ha accompagnato il deteriorarsi delle sue condizioni di salute con misure sempre più draconiane contro i detrattori. Il numero di thailandesi incriminati per lesa maestà non ha fatto che aumentare, con condanne che possono arrivare fino a 15 anni di carcere. La giunta si serve di questa legge per reprimere il dissenso e nelle sue maglie sono finiti anche cittadini stranieri. L’anno scorso un thailandese è stato processato per aver insultato il cane della famiglia reale.

Era stato Bhumibol a restaurare prestigio e influenza della corona, riuscendo a imporre il nesso tra l’identità thai e il trittico «nazione, religione e re» e affermandosi come dhammraja, re saggio, in base ai principi del buddhismo theravada dominante nel Paese. Un risultato ottenuto grazie alla capacità di apparire vicino alla gente comune e all’impegno per lo sviluppo delle aree più povere del Paese. Sono centinaia le foto che lo ritraggono in viaggi avventurosi nelle regioni più remote della Thailandia. Un’operazione condotta senza mai incrinare l’alleanza con l’esercito, ribadita attraverso le apparizioni in alta uniforme e confermata dalla scelta di non condannare mai gli eccessi compiuti dai militari, i cui obblighi di fedeltà vanno prima al re e solo in seconda battuta al popolo.

La scomparsa di Bhumibol rischia ora di indebolire il ruolo della monarchia, aprendo un vuoto che potrebbe accentuare le tensioni latenti e mettere in difficoltà una giunta che si è impegnata a restituire il potere alle istituzioni democratiche (nel 2018) solo dopo aver riscritto la Costituzione, in modo da garantirsi potere di veto.

Bhumibol, che durante un viaggio negli Stati Uniti si era lasciato immortalare mentre duettava al saxofono con Benny Goodman, era salito al trono nel 1946, dopo la misteriosa morte del predecessore e fratello maggiore Ananda Mahidol, forse suicida. Nato il 5 dicembre del 1927 a Cambridge, nel Massachusetts, dove il padre stava studiando a Harvard, Bhumibol era il nono monarca della dinastia Chakri, fondata nel 1782 nell’antico Siam. Nel 1952 sposò la figlia di un ambasciatore in Francia, Sirikit, dalla quale ha avuto quattro figli. Maha Vajiralongkorn (64 anni), l’unico maschio ed erede al trono, ha chiesto tempo prima di formalizzare la successione, per poter piangere il padre con il Paese. «Vaji», come lo chiamavano i suoi compagni del Royal military college Duntroon di Camberra, è un pilota di elicotteri e ha combattuto contro ribelli comunisti nel 1970, secondo la biografia ufficiale. Generale, ammiraglio e maresciallo dell’aria, non sembra avere il carisma e il consenso del padre. E presto dovrà vestire gli scomodi panni di un “semidio”.

© Riproduzione riservata