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Fusione Time Warner AT&T nel mirino delle autorità

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Fusione Time Warner AT&T nel mirino delle autorità

I dettagli per l'operazione Time Warner AT&T ci sono tutti: prezzo complessivo 85 miliardi di dollari, con debito si sale a circa 110 miliardi. La più grande operazione di acquisizione di quest'anno. Bayer Monsanto è stato infatti un affare da 56 miliardi di dollari e Du Pont Dow Chemical portava sì a una capitalizzazione di 130 miliardi ma si trattava di una fusione di eguali, non di una acquisizione, e comunque la capitalizzazione del nuovo gruppo supera i 300 miliardi di dollari. Tuttavia c'è un interrogativo di fondo: ce la faranno davvero Time Warner e AT&T a superare l'ostacolo dell'Antitrust?

La partita è molto difficile perché le critiche sulle nozze fra AT&T e Time Warner arrivano sia dal fronte democratico che repubblicano: «Questo accordo si tradurrà in prezzi più alti e meno scelta per i clienti», ha detto Bernie Sanders, ma anche Tim Kaine che corre con Hillary per la Casa Bianca 2016 ha espresso forti perplessità: «Le autorità competenti dovranno esaminare da “vicino” e con attenzione la fusione fra AT&T e Time Warner, ci chiediamo se sia davvero un bene per i consumatori», si è chiesto Kaine. Trump invece ha dichiarato: «Crea troppa concentrazione di potere nelle mani di pochi. Questo è un esempio della struttura di potere che sto combattendo». In effetti il problema riguarda la predisposizione a riaffermarsi come colosso nazionale e globale da parte della AT&T, che fu smembrata in sette società di comunicazione diverse nel 1982, da una sentenza rimasta storica del giudice Harold Green. Del resto, ci sono state critiche a Comecast per avere messo insieme un concentrato di potere troppo forte con l'acquisto della NBC Universal, che già ora danneggia il consumatore. In teoria si dovrebbe pensare che l'arrivo di un gruppo concorrente dovrebbe aprire la concorrenza. Ma il regolatore non la pensa così e dunque oggi il mercato dovrebbe aprire bene, sulla scia della notizia del fine-settimana.

Nel frattempo resta il contesto strategico rivoluzionario dell'operazione: spendere ottantacinque miliardi di dollari per una televisione potrebbe sembrare antistorico. Eppure l'accordo di sabato per l'acquisto della Time Warner da parte di AT&T, conferma un messaggio industriale - e al consumo - centrale: la punta più avanzata della frontiera dell'infocom non è quella dei

social media, ma della televisione. Di quel vecchio arnese che fra i media tradizionali è riuscito a sopravvivere all'assalto dei grandi social network imponendosi con content e distribuzione. E che risponde in modo flessibile alla domanda sempre più esigente del consumatore non lineare.
È questo il senso dell'operazione da 85,4 miliardi (108,7 miliardi incluso il debito) fra AT&T e Time Warner. Nell'era di una stabilizzazione del mercato wireless, doveAT&T è il secondo operatore nazionale, e dello sviluppo di un mercato sempre più competitivo sul fronte del content, l'operazione darà vita (regolatori permettendo) a un nuovo colosso nel settore, in grado di competere soprattutto con chi si era mosso in anticipo lungo questa strada.

La AT&T è un concorrente diretto di Comecast nella fornitura di accessi internet ad alta velocità. Comecast attraverso il cavo, ATT con la sua rete tradizionale e attraverso la rete cellulare. Per questo Att reagì subito e acquistò nel 2014 per quasi 50 miliardi di dollari Direct TV, il primo fornitore americano di TV satellitare a pagamento.

A questo punto ATT chiude il cerchio, ai due sistemi distributivi primari - quello con Direct TV e quello via Internet - aggiunge uno dei distributori e produttori di content più prestigiosi d'America. Nel portafoglio Time Warner ci sono CNN, TNT, HBO, (la rete via cavo di grandissimo successo sia produttivo che distributivo) e Warner Brothers, la leggendaria casa di distribuzione e produzione con gli studios a Hollywood. Nel portafoglio Time Warner insomma ci sono soprattutto le televisioni. Il gruppo era il più attraente sul mercato.

La Apple ha ammesso che era interessata, ma anche la 20th Century Fox di Murdoch aveva cercato di acquistare il gruppo due anni fa. Pagava 85 dollari per azione. Il CEO di Time Warner Jeff Bewkes rifiutò l'offerta e fu attaccato. Ma Bewkes sapeva di avere nel piccolo schermo una grande fortuna da vendere. Il tempo gli ha dato ragione, visto che oggi incassa per i suoi azionisti 107,5 dollari per azione.

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