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Spagna, decine di posti di blocco. Trovate 120 bombole di gas nel covo…

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LA STRAGE DI BARCELLONA

Spagna, decine di posti di blocco. Trovate 120 bombole di gas nel covo di Alcanar

È caccia all'uomo in Catalogna nella ricerca del terrorista ancora in fuga, il marocchino Younes Abouyaaquou, sospettato di essere il killer della Rambla.
Decine di posti di blocco sono stati innalzati in un gigantesco dispositivo di polizia, in particolare nel nord della regione attorno a Ripoll, la cittadina dei Pirenei vicino al confine francese culla della cellula terroristica. A Barcellona una grande folla ha assistito alla «messa per la pace» alla memoria delle vittime celebrata nella Sagrada Familia, la basilica che secondo indiscrezioni dalle indagini era l’obiettivo iniziale dei terroristi jihadisti. Una ipotesi questa però che la polizia catalana non è stata in grado di confermare: a chiarirlo il capo dei Mossos d'Esquadra Josep Lluis Trapero in una conferenza stampa. Alla cerimonia hanno assistito i reali di Spagna, il premier Mariano Rajoy, il presidente catalano Carles Puigdemont, il sindaco di Barcellona Ada Colau e il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa.

Al centro delle indagini c'è ora l'imam di Ripoll Abdelbaqi Es Sattii, 45 anni, sospettato di essere stato il leader della cellula terroristica. La polizia ritiene che il religioso marocchino potrebbe essere uno dei tre terroristi uccisi nell' esplosione del covo della cellula mercoledì notte a Alcanar. Nella casa di Alcanar, saltata per aria mercoledì' alla vigilia dell'attentato alla Rambla, la polizia ha rivelato che sono state trovate 120 bombole di gas.

Un quarto uomo, ferito nell'esplosione che ha distrutto le riserve di esplosivi della cellula e costretto i jihadisti a cambiare piani improvvisando gli attacchi della Rambla e di Cambrils, è stato arrestato.

L'imam era uscito nel 2012 dal carcere di Castellon dopo avere scontato una condanna a 4 anni per traffico di droga. Nella prigione avrebbe avuto contatti con terroristi jihadisti condannati per le stragi dei treni del 2004 a Madrid. Es Sattii, da due anni imam di Ripoll, aveva fatto alcuni viaggi in Belgio, forse per contatti con esponenti jihadisti.

Sta inoltre emergendo che, secondo quanto riferisce la stampa spagnola citando fonti dell’inchiesta, i terroristi volevano realizzare una nuova strage sul Lungomare di Cambrils ma il loro piano è in parte fallito perchè sono stati intercettati da un posto di blocco, che hanno forzato, entrando nella cittadina.

La cronologia dei fatti
L’attacco a Barcellona.
Il pomeriggio di morte a Barcellona è iniziato alle 16,50 di giovedì, quando un furgone è piombato sulla folla che passeggiava sulla celebre Rambla, nel cuore della capitale catalana. L’Isis ha rivendicato il massacro in serata.

Il pomeriggio di morte sulla Rambla. Secondo le prime ricostruzioni il furgone bianco, piombato sulla Rambla dalla parte di Plaza Catalunya, ha falciato la folla a passeggio sul viale più famoso di Barcellona seguendo una traiettoria a zig-zag per fare più morti possibili. «Puntava e inseguiva la gente» ha raccontato un testimone italiano. «L’obiettivo era uccidere il maggior numero di persone» ha detto la polizia catalana. Sulla Rambla è stato panico immediato: la gente urlava, correva disperata, cercava di togliersi dalla traiettoria del terrorista. La corsa omicida del furgone è proseguita per circa 700 metri. Poi all'altezza del teatro del Liceo è andato a sbattere contro un’edicola, sopra al mosaico dedicato a Joan Mirò. Il terrorista è balzato a terra e si è dato alla fuga. «Aveva una maglietta grigia. Sembrava molto alterato, come sotto l'effetto di una droga», ha riferito un altro testimone, che un attimo prima era riuscito ad agguantare il figlioletto e toglierlo dalla traiettoria del terrorista.

Il luogo dell’attentato

Panico e caccia all’uomo. Subito è scattata la caccia all’uomo. La polizia ha chiuso la zona e evacuato le stazioni metro e della ferrovia Renfe. La gente sulla Rambla si è data alla fuga correndo in tutte le direzioni, cercando salvezza in negozi e ristoranti, che sono stati chiusi dalla polizia. Molta gente ha atteso ore chiusa nei negozi con le serrate abbassate. Il quartiere è stato blindato, invaso da polizia e ambulanze. Fra gli scampati, nei loro rifugi precari, sono stati altri momenti di ansia e di panico. Nella fuga verso la salvezza, molti hanno perso amici e parenti. Tutti cercavano di avere notizie e di avvertire le famiglie. Intanto le ambulanze trasportavano morti e feriti negli ospedali della città. Fra i feriti «ci sono bambini» avvertiva la tv pubblica Rtve.

Secondo attacco a Cambrils. Otto ore dopo l’attentato di Barcellona, lo scenario stava per ripetersi nella notte a Cambrils, cittadina turistica della costa a sud-ovest della capitale catalana. Ne è convinta la polizia locale, che in un blitz ha ucciso cinque sospetti terroristi, confermando in un secondo momento che il gruppo aveva investito alcune persone con un’automobile. Sei i civili investiti sul lungomare di Cambrils che sono rimasti feriti, una donna è poi deceduta in ospedale. Il gruppo di kamikaze che ha organizzato l’attacco nella notte a Cambrils aveva addosso finte cinture esplosive, riporta la stampa spagnola.

In azione una cellula di terroristi. Gli inquirenti spagnoli ritengono che gli attentati siano stati orditi da un’unica cellula terroristica, forse composta da una dozzina di persone. Lo scrive il quotidiano britannico Independent. La cellula, prosegue il giornale, pianificava di usare bombole di gas, che secondo un altro giornale britannico - il Daily Mail - dovevano essere caricate sul furgone utilizzato nell’attacco sulla Rambla.

Attentato a Barcellona, morti e feriti: caccia all'uomo

Il killer in fuga. La polizia inizialmente ha confermato di ricercare attivamente quale presunto conducente del furgone che ieri ha fatto strage fra la folla Moussa Oukabir, 18 anni, il cui fratello Driss era stato indicato ieri come un presunto sospetto per l’attentato, ed è stato arrestato.

«Uccidere gli infedeli». «Uccidere gli infedeli, e lasciare solo i musulmani che seguono la religione»: questo il messaggio lasciato su un social due anni fa da Moussa Oukabir. Cosi, riferisce Efe, Oukabir aveva risposto sull'app Kiwi alla domanda «che cosa faresti nel tuo primo giorno da re del mondo?». In una prima fase i sospetti si erano concentrati sul fratello maggiore Driss, 28 anni, poi “scavalcato” dal fratello più giovane quando si è scoperto del furto dei suoi documenti. Nelle ultime ore è emerso che Driss è stato in Italia nel 2014, ospitato da una donna a Viterbo. La donna è stata rintracciata dalla polizia che l'ha sentita già ieri: agli investigatori ha confermato che la permanenza di Driss è stata solo una vacanza. Secondo gli inquirenti, l'episodio non è in alcun modo collegato alla strage di ieri e ad altri fatti di terrorismo.

Le vittime
Ci sono anche tre vittime italiane e tre feriti italiani nel doppio attacco terroristico a Barcellona e a Cambrils, che ha provocato 15 morti (uno dei quali è l’uomo a cui è stato rubata l’auto usata per la fuga) : la quindicesima vittima è invece una donna ferita dai terroristi sul lungomare di Cambrils, e successivamente morta in ospedale. Circa 130 i feriti causati dalle due azioni terroristiche, appartenenti a 34 nazioni diverse. Quanto alla nazionalità, fra i morti e i feriti ci sono tra gli altri spagnoli, italiani, francesi, tedeschi, americani, britannici, greci, belgi, cubani e cinesi. Due dei tre feriti italiani sono già stati dimessi, la terza (la fidanzata di una delle vittime) è ancora ricoverata in ospedale.

Una delle vittime italiane è Bruno Gulotta, 35 anni, di Legnano, in Lombardia, che era in vacanza nella città catalana con la compagna e i figli. Secondo quanto ha riferito la compagna, Martina, Gulotta è morto per proteggere il figlio maggiore dall’arrivo del van, piombato mentre la famiglia passeggiava sulla Rambla. L’altra è Luca Russo, di Bassano del Grappa, a Barcellona con la fidanzata Marta Scomazzon. La giovane si trova in un’ospedale della città spagnola con un piede e un gomito fratturati, a quanto riferiscono fonti vicine alla famiglia. La terza vittima è l’ottantenne, italo-argentina, Carmen Lopardo.

Spagna nel mirino dopo 13 anni. Dopo i ripetuti attentati che hanno insanguinato l’Europa negli ultimi anni, quello di Barcellona è il primo attacco islamista a colpire la Spagna dalle stragi dei treni di Madrid del 2004, firmate da Al Qaida, che fecero 191 morti. L’attentato di Barcellona è un colpo durissimo per una città e per un Paese in pieno boom turistico. Ed è anche un segnale preoccupante per tutti.

Nessuno può ritenersi immune. Da due anni la Spagna aveva innalzato al livello 4, il secondo più alto, l’allerta terrorismo islamico, e le misure di sicurezza. La sua polizia inoltre è una delle più efficaci in Europa nella lotta alla piovra jihadista, con oltre 200 arresti dal 2015. Negli ultimi anni sono stati sventati in extremis attentati jihadisti a Madrid e Barcellona. Ma la strage di oggi, che non poteva essere evitata, viene ritenuta non l’azione di “lupi solitari”, ma organizzato da una cellula. I terroristi avevano un secondo furgone, noleggiato e ritrovato a Vic, alle pendici dei Pirenei, che doveva servire per la fuga.

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