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Brexit irrompe nella «guerra» dei dazi tra Usa e Ue

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Brexit irrompe nella «guerra» dei dazi tra Usa e Ue

(Epa)
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – La Commissione europea ha deciso per ora di trattenersi dall'introdurre misure di rappresaglia commerciale contro gli Stati Uniti, in attesa di capire se l'Unione europea potrà godere di una esenzione ai dazi che la Casa Bianca ha annunciato sui prodotti dell'acciaio e dell'alluminio. Rappresentanti europei, americani e giapponesi si incontreranno a Bruxelles domani in una riunione decisa da tempo e che servirà alle parti per fare il punto della situazione.

«Abbiamo preso atto della decisione dell'amministrazione Trump di adottare dazi sull'acciaio e l'alluminio – ha affermato in conferenza stampa il vice presidente della Commissione europea Jyrki Katainen –. Il nostro primo obiettivo è il dialogo con gli Stati Uniti. Siamo alleati vicini (…). Prepariamo delle contromisure, ma speriamo di non doverle usare. Stiamo cercando opzioni per essere esclusi dalle nuove misure tariffarie».

A conferma della crisi commerciale che da alcuni giorni sta tenendo banco tra Washington e Bruxelles, la Casa Bianca ha annunciato dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio, esentando il Messico e il Canada, con i quali sta negoziando una riforma del trattato commerciale NAFTA. L'Amministrazione Trump ha anche aperto la porta a esenzioni per altri paesi alleati. «Quali e come è ancora da capire», ha ammesso l'ex primo ministro finlandese.

La vicenda si è complicata dopo che il Regno Unito ha chiesto una esenzione per bocca del segretario al Commercio Liam Fox. Come è noto, il paese sta negoziando l'uscita dall'Unione. Questa avverrà il 29 marzo 2019 a mezzanotte. «Fino ad allora, la Gran Bretagna è un paese membro a pieno titolo», e deve quindi applicarne le regole, ha detto un portavoce comunitario. Il vice presidente della Commissione europea ha aggiunto che Washington deve considerare in blocco i 28 paesi dell'Unione.

L'esecutivo comunitario ha competenza esclusiva in campo commerciale. In questo senso, un paese membro non può chiedere una esenzione tariffaria. Peraltro, una tale evenienza non avrebbe senso perché l'Unione si basa su una unione doganale, e la conseguente libera circolazione delle merci tra i 28 paesi membri. Di conseguenza, una esenzione concessa a un paese membro equivarrebbe nei fatti a una esenzione concessa a tutti i paesi membri. Inoltre, è da precisare che se un paese membro accetta la concessione di una eventuale eccezione tariffaria, sarebbe in violazione del diritto comunitario e quindi oggetto eventualmente di una procedura di fronte alla Corte europea di Giustizia. Nella sua conferenza stampa, il vice presidente Katainen ha avvertito: «Non possiamo accettare che i paesi europei vengano divisi in categorie». Bruxelles ha preparato contro-dazi per un valore di 2,8 miliardi di euro, che per ora sono congelati.

Proprio domani, la commissaria al Commercio Cecilia Malmstöm incontrerà a Bruxelles il suo omogo americano Robert Lighthizer e la sua controparte giapponese Hiroshige Seko. L'incontro, programmato da tempo, servirà a chiarire i punti oscuri della vicenda e convincere gli americani a penalizzare semmai l'acciaio cinese piuttosto che quello europeo e giapponese. La questione, secondo Bruxelles, è tutta legata alla sovracapacità cinese nel settore siderurgico.

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