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Macron: in Europa no a democrazia autoritaria e agli egoismi nazionali

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Macron: in Europa no a democrazia autoritaria e agli egoismi nazionali

BRUXELLES - In un atteso discorso dinanzi al Parlamento europeo e mentre si avvicinano a grandi passi le prossime elezioni europee, che molti temono possano rivelare una maggioranza euroscettica o estremista, il presidente francese Emmanuel Macron è tornato oggi a tratteggiare la sua visione dell'Unione. Difendendo l'idea di «una nuova sovranità europea che non sostituisca quelle attuali ma che le complementi», ha insistito sulla necessità di dotare la zona euro di una propria capacità di bilancio.

In una allocuzione di 20 minuti, il presidente ha spiegato che «una nuova sovranità europea è necessaria per rispondere al disordine mondiale». Citando un rischio di «guerra civile» in Europa, ha esortato a non cadere nella trappola del «fascino illberale». Con una brillante formula retorica ha spiegato che la democrazia «non è condannata all'impotenza» dinanzi alle sfide del momento. Ha respinto l'idea di una «democrazia autoritaria», bensì ha sottolineato la necessità di sancire «l’autorità della democrazia».

In questo senso, l'uomo politico francese, eletto all'Eliseo appena un anno fa all'età di 39 anni, ha quindi cavalcato l'idea di una sovranità europea, almeno in alcuni campi, elencati concretamente. Sul fronte migratorio, ha suggerito che il denaro comunitario vada ad aiutare «le collettività locali che stanno facendo il loro possibile per integrare stranieri» arrivati in Europa. Ha difeso l'idea controversa di tassare le grandi imprese digitali, nonostante dubbi in Europa e negli Stati Uniti.

Parlando sempre in francese, si è poi detto favorevole alla tassazione delle imprese più inquinanti. In entrambi i casi, l’obiettivo secondo Emmanuel Macron, dovrebbe essere di aumentare le risorse proprie nel bilancio comunitario. Sul versante della zona euro, ha ribadito che dal suo punto di vista è necessario completare l'unione bancaria e soprattutto creare «una capacità di bilancio per garantire stabilità e convergenza», una idea che non fa l'unanimità in Germania.

In questo contesto, e mentre a breve inizieranno le trattative tra i Ventisette sul prossimo bilancio comunitario 2021-2028, «la Francia è pronta ad aumentare il proprio contributo nazionale», ha detto a Strasburgo il presidente francese, «abolendo gli sconti», e «introducendo condizionalità, o meglio criteri di convergenza in campo fiscale e sociale». Proprio all'inizio di maggio, la Commissione europea dovrebbe presentare il proprio progetto di bilancio per il prossimo settenato.

Sempre per Emmanuel Macron, una sovranità europea dovrebbe essere declinata anche nel settore della salute, dell'alimentazione, dei diritti d'autore e dei diritti sociali. Il capo dello Stato ha così ribadito il suo cavallo di battaglia, vale a dire di una Europa che protegge. Nel difendere l'idea di «una sovranità reinventata», almeno in alcuni settori, il presidente francese è sembrato voler raccogliere, per quanto possibile, il consenso sia degli europeisti che degli euroscettici.

Emmanuel Macron ha terminato il suo discorso affermando di «non voler appartenere a una generazione di sonnanbuli», riferendosi così agli anni 1910 quando l'Europa si diresse verso un conflitto mondiale, inconsapevole della gravità del momento. Prima del presidente francese hanno parlato nel recente passato davanti al Parlamento europeo anche i premier irlandese Leo Varadkar, croato Andrej Plenkovic e portoghese Antonio Costa. Nuove elezioni parlamentari europee sono previste nel maggio del 2019.

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