Il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini rilancia: «Se il censimento dei rom lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è razzismo. Io non mollo e vado dritto. Prima gli italiani e la sicurezza».
È un botta e risposta a distanza quello tra Salvini e l’Europa. Poco prima, infatti, il commissario Ue agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici aveva detto: «Anche se interferire negli affari interni di un Paese, commentare questa o quell'altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazione a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze».
"Censimento" dei Rom e controllo dei soldi pubblici spesi. Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è R… https://twitter.com/i/web/status/1009026006030614529
– Matteo Salvini(matteosalvinimi)
E poi: «Dico che la Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Ci sono regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti. A mio avviso il messaggio di Matteo Salvini non è quello giusto -continua Moscovici in conferenza stampa a Parigi -. Preferire il ripiegamento su se stessi rispetto all'apertura al mondo significa voltare le spalle alla tradizione di ospitalità iscritta nei valori della nostra storia. Ma non sono qui per fare politica: il messaggio che soggiace dietro al gesto di Salvini va ascoltato: gli Stati membri non possono lasciare l'Italia da sola dinanzi alla crisi migratoria». «Capisco che l'Italia attende solidarietà da parte dei vicini, solidarietà economica e anche sui migranti», continua Moscovici.
Ma la risposta «non può essere la chiusura delle frontiere, il nazionalismo, la stigmatizzazione di alcune popolazioni. La risposta deve essere creare insieme una politica europea dell'asilo, dell'accoglienza dei rifugiati: è il motivo per cui dobbiamo essere responsabili e solidali. Mi attendo che dall'Italia non parta un messaggio di chiusura ma di inclusione in un insieme comune».
«Gli sbarchi stanno diminuendo, non c’è affatto lassismo»
«Dire che siamo dinanzi a un picco della crisi migratoria non è esatto. Al contrario, siamo in un momento in cui questa crisi si sta affievolendo. Ciò che dobbiamo cercare di fare è proseguire questa diminuzione in modo ordinato e comune», ha detto ancora Moscovici. Il responsabile comunitario ha tenuto a sottolineare che gli arrivi e gli sbarchi di migranti sono scesi del 97% sulla strada balcanica e del 74% sulla rotta del Mediterraneo centrale. «Non siamo rimasti inattivi dinanzi alla sfida migratoria. Certo, questo non significa che abbiamo fatto tutto, ma l'accusa di inazione, di lassismo dell'Europa, è un'accusa completamente di parte», ha insistito, aggiungendo, tra l'altro, che la riforma sul diritto d'asilo «sta progredendo». E i prossimi 15 giorni, con il vertice Ue di fine giugno, saranno cruciali per «ridare speranza all'Europa» oppure «ripiombarci nell'incertezza».
Moscovici ha sottolineato anche come su questi temi si giochi il futuro dell’Ue: «Lo dico senza drammatizzare: oggi, a undici mesi dalle elezioni europee, c'è un rischio esistenziale che plana sul progetto europeo». Il francese ha detto che «viviamo davvero un'epoca tragica della nostra storia, come diceva Raymond Ayron».
Tusk: «Creare piattaforme di sbarco regionali fuori dall’Unione Europea». Avramopoulos frena
La prossima settimana, al Consiglio Ue del 28 e 29 giugno che affronterà anche il tema dei migranti, secondo il sito di notizie internazionali Politico, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk intende proporre ai leader europei che vengano create «piattaforme di sbarco regionali» al di fuori dell'Unione europea, dove i funzionari potrebbero rapidamente distinguere tra i rifugiati bisognosi di protezione e i migranti economici, che potrebbero potenzialmente affrontare il rimpatrio nei loro Paesi di origine. L’idea era stata ipotizzata nel 2016 dal primo ministro ungherese Viktor Orban. Le piattaforme di sbarco dovrebbero essere create in collaborazione con l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Tra le nazioni potenziali dove queste «piattaforme» potrebbero essere create ci sono la Tunisia e l'Albania.
Secondo la bozza delle linee guida del documento, le nuove piattaforme di sbarco «stabilirebbero un quadro più prevedibile per affrontare coloro che si sono imbarcati in mare e sono stati salvati nelle operazioni di search & rescue». Secondo la bozza che verrà presentata al consiglio Ue, verrà inoltre richiesto un aumento del finanziamento nel prossimo bilancio Ue a lungo termine per il controllo delle frontiere e altre misure. E verrà richesta anche «un'ulteriore spinta per migliorare la guardia costiera libica in modo da prevenire le partenze dalla Libia».
Poco dopo però il commissario Ue Dimitris Avramopoulos frena: «L'idea c'è, ma per ora non è una proposta molto concreta. Conoscete per caso qualche Paese che desidera ospitare un centro» in cui dirottare i migranti diretti in Ue? «Se lo conoscete, per favore, nominatelo. Se ci sarà la proposta, la discuteremo. Non abbiamo mai rigettato niente, ma finora non abbiamo optato per questo». Lo ha detto il commissario Ue Dimitris Avramopoulos. Rispondendo ad una domanda sull'argomento, Avramopoulos ha affermato: «Non abbiamo discusso
di questa iniziativa, né in Albania, né in nessun altro Paese».
Portavoce Commissione Ue: «Illegale espulsione su base etnica»
Sulle affermazioni di Salvini è intervenuto il portavoce della Commissione europea Alexander Winterstein: «Non si può espellere un cittadino comunitario sulla base della sua etnia. È super chiaro che non è legale. Non posso escludere contatti» con le autorità italiane, «ma non posso neppure annunciarli», ha aggiunto.
Merkel: «Migrazione sfida comune». Macron: «Reazione coordinata»
Sul tema è intervenuta anche Angela Merkel, a Meseberg con Emmanuel Macron: «La migrazione la concepiamo come sfida comune, il nostro obiettivo resta una risposta europea. Vogliamo evitare che l'Europa si divida. Noi sosteniamo le proposte della Commissione e il rafforzamento di Frontex». «Accoglieremo le valutazioni dell'Italia sulla migrazione», ha aggiunto, sottolineando che è un Paese particolarmente esposto. Emmanuel Macron ha ripetuto a Meseberg di aver assicurato al premier italiano Giuseppe Conte una reazione coordinata al fenomeno della migrazione. «Reagiremo in modo coordinato, nel segno di una cooperazione. Non possiamo rispondere in modo efficiente senza coordinamento», ha spiegato.
Caritas: parole Salvini contrarie a concetto cristiano
«Non voglio fare un discorso politico, io sono un prete e parlo ai cristiani: certe affermazioni sono contrarie alla nostra fede. Dire “noi li respingiamo” è esattamente contrario al concetto cristiano dell'accoglienza”. Così il direttore della Caritas diocesana di Roma monsignor Enrico Feroci.
Nave Diciotti verso Pozzallo. 519 migranti a bordo
Stasera intanto arriverà a Pozzallo nave Diciotti della Guardia costiera con a bordo 519 persone, salvate in sette interventi in mare, e un cadavere. Tre donne e un uomo, che avevano bisogno di cure mediche urgenti, sono stati trasferiti a Lampedusa. L'approdo è previsto per la tarda serata. Il cadavere era stato recuperato dal mercantile Vos Thalassa che ha soccorso 212 migranti. A bordo della Diciotti ci sono anche i 42 migranti salvati dalla nave militare Usa Trenton, durante un intervento in cui risultano disperse 12 persone. Nonostante l'approdo a Pozzallo sia previsto per la tarda serata, è possibile che lo sbarco a terra dei migranti venga fatto domani mattina, per avere una maggiore sicurezza nelle operazioni.
Toninelli: «Cambiare regole di ingaggio internazionali»
Sul tema migranti è intervenuto anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: «Vanno modificate le regole di ingaggio, a partire dalle convenzioni
Non vogliamo ancora più salvataggi in mare da #Frontex, se poi l'agenzia europea si troverà comunque costretta a po… https://twitter.com/i/web/status/1008973313404698625
– Danilo Toninelli(DaniloToninelli)
internazionali, altrimenti non risolveremo il problema», ha detto Toninelli in un tweet a margine della visita questa mattina alla Guardia Costiera. «Non vogliamo ancora più salvataggi in mare da #Frontex, se poi l'agenzia europea si troverà comunque costretta a portare i naufraghi nei porti italiani» ha aggiunto Toninelli.
Tajani: i campi non siano di concentramento
Sul tema migranti si è espresso oggi anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, in conferenza stampa congiunta con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz: «Dobbiamo avere dei campi sotto l'egida delle Nazioni Unite. L'Ue e l'Onu possono insieme lavorare e dare delle regole che rispettino i diritti dell'uomo. Non vogliamo dei campi di concentramento, ma dei campi dove ci siano, medici, medicine, vengano rispettati i diritti umani e non ci siano violenze sulle donne». «Se vogliamo garantire sicurezza ai cittadini europei la soluzione è quella della protezione delle frontiere esterna», ha detto ancora Tajani. «L'Europa è stata distratta per anni e ha sottovalutato la questione, ora bisogna recuperare il tempo perduto a cominciare dal prossimo Consiglio europeo e su questo punto ci siamo trovati d'accordo con la presidenza entrante austriaca», ha aggiunto. «La prima riforma da compiere in Europa non è quella dei trattati, ma il ritorno alla politica - ha precisato -. l'Europa abbia il coraggio di adottare decisioni politiche che tutelino tutti i cittadini a cominciare dall'immigrazione».
In Costituzione Ungheria il divieto di accoglienza dei migranti economici illegali
Giro di vite si prospetta intanto in Ungheria: il governo di Viktor Orban inserirà nella Costituzione il divieto di accoglienza dei migranti economici illegali. La modifica costituzionale è stata votata in commissione parlamentare, e sarà approvata in aula domani dalla maggioranza governativa di due terzi del partito del premier Fidesz. Con questa modifica, il primo ministro ungherese cerca un ulteriore argomento per contrastare l'introduzione di quote obbligatorie di accoglienza nell'Ue. (f.s.)
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