Theresa May non accetterà mai un secondo referendum sulla Brexit, come invece ha chiesto il sindaco di Londra, il laburista Sadiq Khan. Lo ha dichiarato la stessa premier britannica entrando alla cena che apre il vertice europeo di Salisburgo.
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«Il mio governo non lo accetterà mai e chiedo alla leadership del Partito laburista di fare la stessa cosa e smettere di frustrare il processo di Brexit. Il Regno Unito uscirà dalla Ue nel marzo 2019, come previsto».
«Stiamo andando - ha aggiunto May - verso una conclusione positiva e come il Regno Unito ha fatto evolvere le proprie posizioni, la Ue deve evolvere anch'essa». May ha difeso la sua proposta di un accordo doganale e commerciale presentata nel luglio scorso: «Consente di mantenere un commercio senza frizioni - ha detto - È il solo piano credibile e negoziabile sul tavolo che rispetta il voto del popolo britannico e al tempo stesso non crea una frontiera chiusa tra Irlanda del Nord e Irlanda».
Juncker: accordo lontano
Meno ottimista il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, secondo il quale l’accordo «è lontano». Per cercare
di sbloccare i negoziati, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk vuole proporre un vertice straordinario europeo
a metà novembre. Angela Merkel, al suo arrivo a Salisburgo, ha detto di sperare in una Brexit «che si svolga in una buona
atmosfera, con grande rispetto tra le parti e con un accordo che renda possibile una cooperazione tra Ue e Regno Unito in
settori come la sicurezza».
Sui migranti non sono previste decisioni
Al vertice si discuterà anche di migranti, ma non sono attese decisioni. E non sono attese risposte alle richieste del governo italiano, ripetute negli ultimi vertici europei: rivedere il regolamento di Dublino, rivedere le regole di Sophia (l'operazione di Forza navale mediterranea della Ue che
ha l'obiettivo di neutralizzare le rotte della tratta dei migranti), aprire i porti degli altri Stati Ue. Lo hanno indicato
più fonti diplomatiche. Il presidente Ue Tusk ha invitato i leader a svelenire la narrazione politica della crisi dei migranti,
un invito di fatto anche al premier Conte dato che il vicepresidente del Consiglio Salvini è un pilastro del governo italiano.
«Non è una questione elettorale - ha risposto Conte - gli appuntamenti elettorali sono distanti, la realtà è che l'immigrazione
è un tema importante sul quale la politica con la P maiuscola deve essere pronta ad assumersi responsabilità e a dare risposte
complessive».
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