New York - Donald Trump potrebbe essere pronto a spezzare un altro tabù: vuole cacciare il chairman della Federal Reserve Jerome Powell come rappresaglia per l’ultima decisione della Banca centrale di alzare i tassi di interesse al vertice di martedì e mercoledì scorso. Il Presidente, stando a quanto rivelato nella notte dall'agenzia di stampa Bloomberg citando fonti anonime vicine alla Casa Bianca, avrebbe in questi giorni discusso ripetutamente e apertamente la possibilità di licenziare Powell.
Questo nonostante numerosi tra i suoi stessi consiglieri abbiano espresso grave preoccupazione e allarme e lo abbiamo invitato
a desistere, affermando che sarebbe una mossa disastrosa per i mercati e per l'economia. La speranza dei consiglieri e' che
la rabbia di Trump si spenga senza ulteriori azioni.
Trump non ha nascosto la sua irritazione con la Fed, senza alcun riguardo per la sua indipendenza, e per la sua politica di graduali aumenti del costo del denaro. Nei giorni immediatamente precedenti al recente vertice dell'istituto aveva chiesto senza remore a Powell di non alzare più i tassi. Già in passato aveva indicato simili richieste ma questa volta lo ha fatto con ripetuti e aggressivi tweet. Il vertice della Fed mercoledì ha proceduto come aveva ampiamente indicato con una stretta, precisando che l'anno prossimo dovrebbe frenare il cammino di normalizzazione.
Questo non è bastato a Trump. Anche se un tentativo di cacciare Powell - e un continuo scontro tra Casa Bianca e Fed - cadrebbe in un momento particolarmente delicato per le piazze finanziarie. La Borsa è reduce da forti scosse e perdite nelle ultime settimane, avviata a concludere il peggior mese di dicembre dalla crisi del 2008.
Non è neppure chiaro se Trump avrebbe incontrastata autorità di rimuovere Powell. La legge che regola la Banca centrale, il Federal Reserve Act, prevede che i governatori possano essere “rimossi per giusta causa dal Presidente”, un’espressione considerata al più ambigua dagli esperti legali e di storia della Fed.
Quel che è certo è però che un simile assalto al chairman della Banca centrale sarebbe senza precedenti in epoca contemporanea, mettendo in discussione, con l’indipendenza, la credibilità dell’istituto centrale e quindi la sua arma principale per combattere crisi e instabilità.
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