«Il vento sovranista non soffia sulla campagna elettorale europea. Siamo in presenza di una campagna elettorale molto frammentata fra i differenti paesi, giocata sui temi nazionali più che europei, segnata dall’attivismo delle forze filoeuropeiste, di centrosinistra e di centro, non dominata dalle destre sovraniste e antieuropeiste, che vede a fianco dei tradizionali temi economici, quelli relativi all'immigrazione e all'ecologia».
A parlare è Edoardo Novelli, docente di comunicazione politica all'Università di Roma Tre, responsabile del progetto European Elections Monitoring Center (www.electionsmonitoringcenter.eu), osservatorio internazionale online delle elezioni europee che raccoglie, analizza e rende consultabili le campagne elettorali realizzate nei 28 paesi chiamati al voto.
Il monitoraggio di un mese
L’osservatorio è  sviluppato all’interno del progetto internazionale di ricerca Platform Europe, guidato dall’Università degli
   Studi di Roma Tre e finanziato dal Parlamento Europeo: quattro settimane (dal 28 aprile al 26 maggio) di monitoraggio di 300
   partiti e di 200 account Facebook delle principali formazioni politiche europee; oltre 100 ricercatori europei coinvolti;
   50 università europee impegnate; un archivio e un database di oltre 4mila tra manifesti, spot, contenuti social, in continuo
   aggiornamento. 
Economia e immigrazione i temi più dibattuti
Tra i temi più affrontati nella campagna elettorale, al primo posto c’è quello economico (nel quale rientrano questioni quali
   tasse, inflazione, crisi, banche). Segue il macrotema dell’immigrazione, che include temi come la difesa dei confini, i rimpatri,
   le politiche di accoglienza. A seguire l a questione ambientale (cambiamento climatico e sostenibilità ecologica). Mentre
   le tematiche relative all’immigrazione risultano più presenti nelle campagne elettorali dei paesi dell’Est Europa, quelle
   ecologiche sono più presenti in quelle del Nord Europa.
Una campagna nazionale
Netta è la prevalenza della dimensione nazionale su quella europea. È  ad esempio il caso della questione dell'immigrazione
   che, pur rappresentando una tematica di portata sovranazionale che investe e dipende dalle politiche e dalle scelte europee,
   viene spesso affrontata in maniera limitata e circoscritta alle conseguenze o alle ricadute nazionali. Maggior consapevolezza
   della dimensione internazionale emerge invece per le questioni ambientali e per i temi ecologici, presenti in maniera rilevante.
Euroscetticismo contenuto
Contrariamente ad una opinione generalizzata, tendente a presentare questa campagna  come caratterizzata dall’offensiva delle
   forze politiche più marcatamente euroscettiche se non apertamente antieuropee, i partiti politici più attivi nei diversi paesi
   risultano quelli favorevoli all’Europa. La campagna elettorale non risulta perciò dominata dalle forze euroscettiche. Addirittura
   in alcuni paesi, quali Spagna, Repubblica Ceca, Svezia, Polonia, non risultano forze politiche di una certa consistenza che
   si propongono agli elettori sulla base dell'antieuropeismo. E l’European Elections Monitoring Center fa notare che anche in
   Italia, diversamente dalla campagna elettorale di cinque anni fa, le proposte di uscire dall'Europa o dall’Euro (quest’ultima nel 2104 presente addirittura nel logo ufficiale della Lega) non compaiono nell'agenda della campagna di nessun partito.
Cetrosinistra e centro attori principali, non ovunque
Guardando infine ai tradizionali schieramenti politici, la campagna  prevede al momento più attivi, nel complesso, i partiti
   che si collocano nelle aree di centrosinistra e di centro, rispetto alle forze di centrodestra e, in particolare, all'area
   dell'estrema destra e dell'estrema sinistra. Non si tratta però di un dato omogeneo. A livello geografico emergono infatti
   notevoli differenze. Con le forze di centrodestra e destra più presenti nei paesi dell'Europa dell’est, quelle di centrosinistra
   più attive nel Sud Europa e quelle moderate nell’Europa del Nord.
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