Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2011 alle ore 17:27.

My24

C'erano una volta le liberalizzazioni. Il Dl 138/2011, la "manovra di ferragosto" (da non confondersi con quella di luglio, il Dl 98/2011), aveva dedicato l'articolo 3 (commi da 6 a 11) alla materia, affermando anche (piuttosto genericamente) la necessità di cancellare le restrizioni sostanziali che ancora regolano l'accesso e l'esercizio delle attività economiche.

Inoltre, il Dl 138 estendeva a tutti i Comuni (oltre cioè a quelli tustici, già "liberalizzati" in via sperimentale) l'eliminazione dei vincoli di orario di apertura e chiusura, l'obbligo della chiusura domenicale e di quella infrasettimanale (di mezza giornata) per tutti gli esercizi, compresi bar e pizzerie. Con gli emendamenti al Dl 138, però, anche questi piccoli passi vengono rallentati. Vediamo il quadro della situazione come apparirà dopo l'approvazione definitiva della legge di conversione.

I BAR
L'attività di bar e simili è, nella maggior parte dei Comuni, ancora subordinata a una pianificazione preventiva del settore decisa dal Comune stesso che dà attuazione a norme delle Regioni. Questa restrizione potrebbe cessare tra quattro mesi, ma occorre attendere un decreto del Governo che potrebbe invece mantenerla in nome di prevalenti «interessi pubblici». Sul questo decreto dovrà poi dare il parere l'Autorità Antitrust. Insomma, ad calendas.

EDICOLE, TABACCHI, DISTRIBUTORI, GIOCHI E TAXI
Il Dl 138 liberalizza sì ma impone invece le autorizzazioni per le attività che abbiano conseguenze sulla sicurezza, salute dei cittadini. È quindi probabile che le tabaccherie rimarranno regolamentate perché hanno effetti sulla finanza pubblica, lo stesso vale per i distributori di carburante (che peraltro dovrebbero calare drasticamente di numero in virtù di una norma di poco precedente, l'articolo 28 del Dl 98/2011).
Almeno le edicole dovrebbero essere liberalizzate, perché non vi sono esigenze costituzionali per una loro programmazione. Per i taxi, invece, a bloccare ogni rischiio di liberalizzazione è intervenuto l'emendamento contenuto nella legge di conversione del Dl 138: già il testo originario prevedeva che un Dm dell'Economia potesse escludere determinate attività dalle liberalizzazioni ma alcuni solerrti senatori sono intervenuti per evitare che i tempi si allungassero, aggiungendo per legge che "sono invece esclusi dall'abrogazione delle restrizioni (...) i servizi di taxi e noleggio con conducente non di linea". Risultato: per i Comuni si farà molto difficile concedere nuove licenze,
Quanto ai giochi, dato che lo Stato è l'unico biscazziere autorizzato, negli emendamenti della legge di conversione sono state inserite "le disposizioni relative alla raccolta di giochi pubblici" tra quelle che bloccano il libero esercizio delle attività, come se non bastasse la regola generale che stoppa la libera iniziativa in caso di "effetti sulla finanza pubblica", tra i quali ci sono, evidentemente, i giochi, visto il monopolio statale.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.