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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2013 alle ore 18:25.
L'ultima modifica è del 17 agosto 2014 alle ore 16:08.

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Parte l'offensiva della Comissione europea contro l'Iva ridotta sulle pubblicazioni digitali. Francia e Lussemburgo sono state deferite oggi alla Corte di Giustizia dei 27 per aver applicato dal 1° gennaio 2012 l'Iva ridotta sugli ebook: la Francia l'ha abbassata dal 19,6% al 7%, il Lussemburgo addirittura al 3 per cento.

La questione, secondo il commissario Semeta, è che l'intervento sull'imposta nazionale finisce per alterare le regole della concorrenza dentro la Ue, considerato che il commercio elettronico consente di fatto al consumatore di scegliere dove acquistare, cioè ragionevolmente dove le imposte sono più favorevoli. «La questione della tassazione sui libri cartacei e su quelli elettronici deve essere sicuramente affrontata - ha detto Semeta - ed è proprio ciò che la Commissione sta già facendo nell'ambito di una revisione generale delle regole della Vat (Iva, ndr) comunitaria. Ciò non toglie che in attesa di una soluzione (attesa per il 2015, ndr) gli Stati membri devono comportarsi in modo leale».

Gli strali della Commissione, proprio seguendo la logica dei principi Ue di «fair tax competition», non si limitano all'editoria digitale: nel mirino della Corte di Giustizia sono finiti oggi anche i materiali ad alta efficienza energetica in Gran Bretagna e persino la palinka ungherese, la grappa nazionale prodotta in casa, esclusa dalle accise che Bruxelles vuole reinserire.

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