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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2014 alle ore 06:39.

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Per i dottori commercialisti il rilancio dell'economia nel nostro Paese non deve passare da un abbassamento dei controlli. È questa la reazione al Dl 91 del 24 giugno scorso nella parte in cui abroga il comma 2, articolo 2477 del Codice civile che imponeva la nomina dell'organo di controllo o del revisore nelle Srl con capitale sociale non inferiore a quello minimo previsto per le Spa.
L'Ordine di Milano, con un comunicato, si dice fortemente preoccupato della «continua riduzione dei controlli legali nelle Srl, in atto ormai dal 2012» considerata un errore che espone sempre più la collettività ai rischi. L'Ordine guidato da Alessandro Solidoro «chiede che si avvii al più presto e comunque entro il termine di conversione in legge del Dl, una seria riflessione sui controlli nelle Srl, prevedendone tra l'altro il mantenimento in funzione dell'ammontare del capitale sociale, senza aumentare il numero di società soggette all'obbligo».
Secondo il presidente dell'Ordine di Modena Alessandro Clò, l'abrogazione contenuta nel Dl 91/2014, nell'immediato potrà forse far risparmiare ma, nel medio e lungo periodo, comporterà un costo sociale rilevante. «La totale assenza di controlli – mette in guardia Clo – apre le porte a situazioni di insolvenza e a comportamenti penalmente rilevanti che ricadranno sulla collettività».
Fabrizio Escheri, presidente dell'Ordine di Palermo, sottolinea la contraddizione che emerge tra quanto viene detto e quanto viene fatto: «Si parla sempre più spesso della necessità di aumentare i controlli nelle aziende e nel sistema pubblico ma in realtà questi controlli vengono ridotti. Un esempio sono gli enti locali – prosegue Escheri – dove prima c'era un collegio di revisori ora c'è un revisore unico che viene scelto tramite "sorteggio", un meccanismo che non garantisce la necessaria preparazione, mette in dubbio la terzietà del professionista ed elimina la componente di fiducia che dovrebbe esistere tra il professionista e il committente».
Tutti i sindacati di categoria hanno scritto ai ministri dell'Economia e della Giustizia sottolineando che: «Nell'ambito del contesto economico in cui attualmente viviamo, sarebbe molto più opportuno un rafforzamento della funzione di controllo e non certo un suo indebolimento». Le associazioni mettono in "guardia" dalla logica «errata e pericolosa» che vede il rilancio dell'economia realizzarsi mediante una diminuzione delle garanzie sostanziali verso gli stakeholder.
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