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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 21:50.
L'ultima modifica è del 11 settembre 2014 alle ore 10:42.

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(Afp)(Afp)

"Dobbiamo bilanciare la privacy e il diritto all'informazione e capire come affrontare le richieste che abbiamo. Ci sono una serie di complicazioni, siamo qui per ascoltare". Con queste parole il presidente di Google, Eric Schmidt, ha aperto a Roma la seduta del Comitato consultivo messo in piedi dopo la sentenza della Corte Ue del 13 maggio scorso. Ha sancito il diritto all'oblio degli utenti, cioè il diritto a vedere cancellati i link che li riguardano ritenuti "inadeguati o non più pertinenti".

Le richieste di rimozione da tutta Europa sono salite a 120mila. La seduta di Roma è la seconda tappa di un tour europeo del Comitato, che si è aperto ieri a Madrid e continuerà in altre città europee. "E' importante rispettare la sentenza della Corte Ue ma sarebbe utile più chiarezza. Abbiamo bisogno di aiuto", ha detto chiaramente Schmidt. Il Comitato ha dunque ascoltato in seduta pubblica una serie di esperti italiani per capire come intervenire "con giusto equilibrio" sul diritto all'oblio. Alla fine del giro di consultazioni europeo, il comitato redigerà un documento.

"Sarà pronto tra dicembre e gennaio", ha spiega all'Ansa Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell'informazione all'università di Oxford. Unico italiano in un comitato di cui fanno parte, tra gli altri, il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales, Sylvie Kauffman, direttore editoriale del quotidiano francese Le Monde, Frank La Rue, Inviato Speciale delle Nazioni Unite per la promozione e la tutela del diritto alla libertà di opinione. "Nel 2014 rimuovere un contenuto dal web equivale a strappare via le pagine da un libro di storia - ha spiegato l'avvocato Guido Scorza, tra gli esperti chiamati da Google a dare un parere pubblico. Il soggetto che chiede la rimozione viene tutelato - ha aggiunto - mentre l'autore dell'articolo è totalmente sprovvisto e perde il diritto al contraddittorio".

Per Elio Catania, presidente di Confindustria digitale, "la responsabilità del diritto all'oblio dovrebbe essere posta su una istituzione pubblica ufficiale indipendente". Lorella Zanardo, membro della commissione Parlamentare diritti e doveri su Internet, ha rilevato che il diritto all'oblio è importante anche a fini educativi perché bisogna far capire "ai giovani come usare al meglio la conoscenza dei propri dati" e "avere maggior controllo sulle informazioni che postano".

Tra gli interventi di ampio respiro anche una proposta operativa sul diritto all'oblio, che ha fatto saltare sulla sedia Jimmy Wales, contrario fin da subito alla sentenza Ue. E' quella di Alessandro Mantelero del Politecnico di Torino: "Una disposizione legale che consenta una cancellazione temporanea del link. Se passati 30 giorni nessuno intenta una causa, il link viene ripristinato". "La decisione del Comitato consultivo dovrebbe favorire un dialogo transatlantico sul diritto all'oblio - ha detto il professor Zeno Zencovich, dell'Università Roma Tre, che ha concluso il giro di interventi degli esperti -. Ci deve essere un dialogo soddisfacente tra Europa e Stati Uniti, bisogna creare un'area di discussione dove mettere insieme pezzi del mondo".

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